Dopo
anni di fumisterie, di interrogazioni, di ricorsi fatti o appoggiati, di
denunce fatte o sostenute, di demonizzazioni strumentali, di strabiche paginate
amiche, anche l’On. Bobba ed i suoi epigoni locali rossicci, rossi e verdi,
sfumati e non, (forse) hanno capito che l’unico modo per mettere in sicurezza i
rifiuti nucleari stoccati a Saluggia è quello di dar corso al più presto alla
costruzione dei depositi – che si chiamino D2 o D3 poco importa – ed alla
cementificazione delle scorie liquide. Miracolo di un Governo a guida PD.
Ed
hanno altresì capito che, ad essere ottimisti
(io lo sono di meno), per la costruzione del sito unico nazionale
occorreranno almeno 26 anni (lo ha riferito l’On. Bobba in persona). Quanti
altri ne occorreranno per trasferirvi i rifiuti stoccati nel sito di Saluggia
ed al suo definitivo smantellamento?
Non riesco ragionevolmente ad immaginarlo.
Voglio però prendere spunto da questa considerazione che rispecchia con molto ottimismo la realtà
della situazione italiana, per andare oltre e ribaltarla sulle vicende della
comunità saluggese.
Il
ragionamento, semplicissimo, è il seguente:
se le scorie nucleari rimarranno a Saluggia per almeno altri 30 anni, significa
che gli indennizzi disposti dalla legge n.368/2003 verranno erogati per
un egual numero di anni.
Parliamo di oltre 50 milioni di euro (potrebbero anche
essere 60).
Li vogliamo spendere
tutti in opere pubbliche?
Ho
cercato, alla rinfusa e sommariamente, di fare un elenco di tutti gli
investimenti che potrebbe sognare un
Sindaco, ma non sono riuscito ad andare oltre i 30 milioni di euro ( il palazzo Mazzetti, il centro Setttia, la
riqualificazione di vie interne e piazze, la costruzione di parcheggi, la
riqualificazione del Ritano, la pista ciclabile, le manutenzioni straordinarie agli edifici scolastici,….e chi più
ne ha, più ne metta). Teniamo in proposito presente che l’Ufficio tecnico
comunale ha una capacità di spesa annua di 1.000.000 di euro,nella migliore
delle ipotesi. I conti dunque tornano.
Almeno 20 milioni non
possiamo destinarli a migliorare l’ambiente sociale, le condizioni di vita
dei cittadini, riducendo la pressione
fiscale e tariffaria?
Si tratterebbe di destinare
circa 600.000 € all’anno a copertura di spese correnti ( a titolo non
esaustivo ma di esempio: manutenzione di parchi, giardini ed aree sportive e
cimiteri, vigilanza ambientale ed urbanistica, protezione civile, pulizia ed
illuminazione stradale, interventi per l’agricoltura ed il commercio,
agevolazioni fiscali a chi inizi un’attività commerciale o imprenditoriale,
interventi di sostegno al reddito delle famiglie meno abbienti sia con aiuti in
danaro o generi alimentari che con riduzioni o sgravi delle bollette
dell’acquedotto e della nettezza urbana….) ora
coperte con imposte, tasse e tariffe per la fruizione di servizi.
Con
l’uso del vocabolario non è arbitrario argomentare che il termine “ambiente”
possa far riferimento sia al mondo fisico che quello sociale nel quale viviamo
e ci sviluppiamo.
D’altro canto non esiste
nella legge e neppure nei provvedimenti CIPE il vincolo di destinazione a spese
esclusivamente di investimento degli indennizzi del nucleare. Si tratta di
un’interpretazione non letterale ma estensiva in danno alle esigenze della
cittadinanza, di cui si può fare tranquillamente a meno.
La
destinazione vincolata si costituisce nel momento in cui viene finanziato con
contributo in conto capitale un preciso progetto (una scuola, una strada , un
ponte…), mentre nel caso degli indennizzi le destinazioni possibili sono
generiche ed abbracciano campi molto vasti e non necessariamente limitati agli
investimenti.
La
pigrizia mentale si configura non solo quale tafazzismo (una martellata in quel
posto a Sindaco ed Assessori potrebbe essere salutare), ma quale sadismo in danno dei cittadini tutti.
Ciao
alla prossima e chi volesse democraticamente replicare ci trova sempre qui:
marco.pasteris@yahoo.it
marco.pasteris@yahoo.it