Ho trasmesso al Sindaco, qualche settimana
orsono, alcune domande su questioni riguardanti la gestione del territorio
comunale, per capire come pensi di procedere e per rendervi edotti dei suoi
programmi amministrativi. Avrei voluto pubblicare le sue risposte, con garbo e
senza alcun intento polemico, però sono andato a sbattere contro un muro di
gomma: ha sempre qualcosa di più urgente da anteporre.
Allora, alle domande che ho rivolto al Sindaco,
rispondo io, secondo il mio modo di vedere.
La domanda n. 9 era così
formulata:
– E’ in grado di svelare il mistero del cestinamento del progetto di
costruzione di impianto fotovoltaico nell’area di proprietà comunale adiacente
al campo sportivo di S. Antonino, giunto in fase di aggiudicazione dei lavori?
Un errore dell’Ufficio appaltante in sede di gara poteva essere tranquillamente corretto. Sono state buttate al
vento (oltre ai costi di progetto,non inferiori a 20.000 € ) almeno 50.000 euro
di entrate ordinarie correnti che avrebbero potuto eliminare o almeno ridurre
gli aumenti tariffari imposti nel successivo decennio.
Risposta.
Non sono mai riuscito e forse non riuscirò mai
ad individuare buoni motivi che abbiano potuto condurre a cestinare
l’esecuzione di un’opera di pubblica utilità a favore di tutta la comunità
saluggese, dell’importo di 500.000 €, finanziata con gli indennizzi del
nucleare, la più ortodossa che si potesse immaginare dal punto di vista del
loro utilizzo, che aveva superato tutte le fasi progettuali, compresa
l’approvazione provinciale della valutazione di impatto ambientale e che era
giunta alla fase di aggiudicazione provvisoria dei lavori.
C’è stato un errore da parte dell’Ufficio
Tecnico nella stesura del bando, per cui sarebbe stato necessario, ad evitare
possibili ricorsi, rivedere i parametri dell’aggiudicazione: due/tre mesi di
ritardo, ma nulla di irreparabile.
Invece, senza alcuna plausibile motivazione, ad
libitum, per pura discrezionalità, l’esecuzione dell’opera è stata abbandonata.
Le
conseguenze:
- gettati nella pattumiera, assieme al progetto,
almeno 20.000 € di onorari spettanti al
progettista.
- svanita la possibilità di incassare, con la
vendita dell’energia elettrica prodotta dall’impianto, almeno 50.000 € annui
per i successivi 10 anni (così da recuperare le risorse investite) ed ulteriori
utili per almeno un ulteriore decennio.
- svanita la possibilità di utilizzare i 50.000
€ provenienti dalla vendita dell’energia elettrica a copertura di spese
correnti, quali il costo dell’intera pubblica illuminazione (ricordo che 50.000
€ equivalgono allo 0,1% dell’addizionale IRPEF, appunto aumentata dallo 0,3%
allo 0,6%).
Ricordo, per concludere dal punto di vista
logistico, che:
- la collocazione dell’impianto era stata
prevista a margine di un terreno già di proprietà comunale, della superficie di
3.900 mq., adiacente al campo sportivo comunale di S. Antonino;
- la superficie occupata dall’impianto sarebbe
stata di poco superiore ai 500 mq.;
- le prescrizioni contenute nella valutazione di
impatto ambientale avrebbero garantito il pieno rispetto sia della sicurezza
che dell’estetica;
- a disposizione per altri servizi a favore
della comunità (aree verdi, aree ludico sportive, aree per festeggiamenti e
quant’altro) sarebbero restati ben 3.900 mq., cui avrebbero potuto, in casi
particolari, aggiungersi i 5.000 mq. Del campo sportivo.
Invece?
Per reconditi (?) motivi, ci troviamo con 3.900 mq. Di proprietà da coltivare a
patate (o mais, con reletivo godimento di panorama estivo e di assalto di
zanzare);
CUI PRODEST? ( A CHI GIOVA? )
Ciao alla prossima e chiunque
volesse democraticamente
replicare può farlo sempre qui:
marco.pasteris@yahoo.it