Milano, 28 maggio 2014 - Con gli appalti sul nucleare,
si apre il varco su un terzo livello. Non politico, ma amministrativo. E
spuntano i pubblici ufficiali corrotti. E crepe si allargano sulla cupola degli intermediari, latriade
Frigerio-Grillo-Greganti, per fare luce sugli “infedeli” della
pubblica amministrazione. Nomi
secretati, come il secondo verbale del costruttore vicentino Enrico Maltauro. Si sale così sul gradino, più alto,
dei colletti bianchi, i funzionari cui doveva andare la “giusta” parte di
tangenti. Denaro a fianco o in sostituzione di promesse di carriera in aziende
di Stato. Proprio come in Sogin, socio unico il Ministero delle Finanze da cui
strettamente dipende, e con il compito di controllare, smantellare,
decontaminare e gestire i rifiuti radioattivi (“decommissioning”) degli
impianti nucleari italiani, cessati col referendum abrogativo del 1987.
Centrali attorno a cui si assommano appalti per lavori da centinaia i milioni:
Latina, Garigliano, Trino Vercellese, Caorso, Saluggia.
Ieri l’imprenditore Maltauro, finito l’8 maggio agli
arresti per corruzione con
la combriccola riesumata da Mani pulite, nella seconda puntata di quasi cinque
ore di fronte ai pubblici ministeri Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio non
parla di politici. Ma parla di quel livello amministrativo, cui dovevano
andare, tra versati (600mila) e promessi, quote di quel milione e mezzo di
stecche, che lui avrebbe veicolato a Frigerio, Grillo, Greganti, attraverso il
suo “lobbista a contratto” Sergio Cattozzo. «Versamenti con cadenza mensile dal
dicembre 2012» a pochi giorni fa, come scrivono i pm nei loro atti, «in denaro
contante o dietro lo schermo di falsi contratti di consulenza o
collaborazione».
«Interrogatorio molto utile» dice un inquirente. Perché Maltauro
analizza e precisa le procedure dgli appalti pilotati attorno a Sogin, e che
sfociano - vivisezionati dal costruttore assitito dagli avvocati Giovanni Maria
Dedola e Paolo Grasso - nell’aggiudicazione dei lavori nel sito di Saluggia
(Vecelli). Il 21 dicembre 2012 - in piena attività della cupola degli appalti -
Saipem, come mandataria, e Maltauro costruzioni, mandante, si aggiudicano la
gara d’appalto pubblica indetta dalla Sogin per la progettazione ed esecuzione
dell’impianto di cementazione per un importo di 98.000.000 di euro.
Aggiudicazione che - è la ricostruzione confermata ieri da Maltauro -, «è
risultata ricollegabile all’attività di turbativa svolta dall’associazione
criminosa». Entro Natale 2012 viene fissato un primo pagamento, importo di 50
mila euro, somma consegnata da Maltauro a Cattozzo e da questi a Frigerio, il 18
dicembre.
Ma oltre a Saluggia, ci sono le manovre su
Trino Vercellese e Caorso: qua nel dicembre 2012 era stato emesso il bando per
la progettazione ed esecuzione dei lavori di smantellamento del reattore della
centrale. Maltauro è in pole position: eenel gennaio 2014 la cricca, per
agevolarlo, avvia una fervida attività, con tanto di sceneggiata, complice il
sindaco di Caorso, Fabio Callori, che in cambio chiede «qualche
Commissione… nel settore del nucleare, se ci fosse, che ne so, una Consulta, un
coordinamento, qualcosa». Il sindaco si deve rendere inavvicinabile
(«Lui si fa negare, qualsiasi cosa che chiedono ...»), per il rilascio delle
autorizzazioni a Sogin per la costruzione del Parco Tecnologico, a tutti meno
che ad Alberto Alatri, responsabile delle finanze di Sogin e uomo del clan, per
metterlo in evidenza di fronte al nuovo ad Riccardo Casale, che ha sostituito
il vecchio, Giuseppe Nucci. Un altro degli uomini della troika, cui trovare
adeguato posto, e perché faccia da cavallo di troia, in aziende di stato.
(FONTE
- Marinella Rossi –
IL GIORNO)