Cattozzo parla e il conto sale. Per la seconda volta in meno di una settimana, il «mediatore» Sergio Cattozzo ieri si è ritrovato per 5 ore davanti ai pm dell’inchiesta Expo-sanità e non ha potuto far altro che confermare il quadro accusatorio contenuto nelle voluminose ordinanze d’arresto.
Aggiungendo però dei particolari non secondari, come per esempio che per la tangente dell’affare Sogin - la costruzione di alcuni depositi di materiale radioattivo in quel di Saluggia (Vercelli) - un appalto da 85 milioni, è vero che vennero versati 600 mila euro ma il totale del denaro pagato dall’imprenditore Enrico Maltauro avrebbe dovuto essere di un milione e mezzo di euro, circa l’1,5 per cento dell’affare. Da ripetere, ovviamente, con il sito di Caorso, su cui come dei falchi, i tre della «cupola» si stavano muovendo per ottenere un direttore generale di Sogin «amico» attraverso le pressioni dei loro «referenti» politici: da Letta a Previti, passando per Cesa e Bonsignore e i contatti con Coop e Ds.
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