venerdì 27 giugno 2014

EXPO, MALTAURO SMENTISCE IL LOBBISTA CATTOZZO: "SOLDI AI RAGAZZI? ERANO PER UOMINI SOGIN"


Milano, 27 giugno 2014 - «Io devo dare qualcosa ai ragazzi». E i “ragazzi” erano loro, riferisce Enrico Maltauro, della Maltauro costruzioni, ai pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio nel suo interrogatorio del 27 maggio: «i ragazzi» erano «i componenti della Sogin», l’ex ad della società di Stato delegata alla gestione delle scorie nucleari, Giuseppe Nucci, e l’allora direttore area finanziaria Alberto Alatri. Più, forse, altri. «Quando (Sergio) Cattozzo (il “lobbista all’americana” inviato dall’ex senatore Pdl Luigi Grillo, ndr) utilizzava l’espressione “ragazzi” si riferiva in generale ai suoi riferimenti all’interno della Sogin, quindi alle persone che ho prima indicato (Nucci e Alatri, ndr) e probabilmente anche a qualche componente della commissione aggiudicazione».

È l’affare Saluggia, è la promessa da parte di Maltauro di un milione e mezzo di euro per appaltarsi i lavori sul sito ma anche le future opere su Trino Vercellese, Parco tecnologico. Aggiudicazione e varianti e integrazioni per aumentare, poi, il valore dell’appalto. «Ribadisco - mette a verbale Maltauro - che Cattozzo usava questa espressione collegandola alla destinazione di parte delle somme di denaro, nel senso che diceva una frase del tipo “io devo dare qualcosa ai ragazzi”». Altro che spese (come ha sostenuto Cattozzo nel suo ultimo interrogatorio del 17 giugno, tutto a macchina indietro) destinate a sé e ai propri familiari: 300mila euro in quindici versamenti tra l’estate 2012 a tutto il 2013.
Erano, stando invece a Maltauro, soldi da lui dati per assicurarsi l’appalto Sogin sul sito di Saluggia, lavori da 98 milioni di euro. Cupola degli appalti, ieri i pubblici ministeri hanno discusso davanti al tribunale del riesame (rinvio al 4 luglio per dare tempo ai legali di valutare le carte dell’accusa) l’appello della Procura contro il rigetto da parte del gip Fabio Antezza delle richieste di 12 arresti (fra cui le posizioni di Nucci e Alatri) nell’ambito dell’inchiesta su Frigerio, Grillo e Greganti. E così emerge dalle parole di Maltauro che «nel corso del primo incontro avuto con Cattozzo e Grillo, costoro mi fecero subito intendere che erano in grado di poter intervenire su alcuni alti funzionari in servizio presso la società Sogin spa, in particolare mi fecero sicuramente i nomi di Nucci e Alatri, aggiungendo di essere in grado di intervenire su costoro per agevolare quanto meno l’aggiudicazione finale della gara in favore della mia azienda».
Invece sulla «Città della salute non fu stabilita una percentuale precisa che avrei dovuto versare in favore di Frigerio, Cattozzo e Greganti in caso di eventuale aggiudicazione; tuttavia era assolutamente logico ed evidente che in caso di aggiudicazione avrei dovuto corrispondere una somma di denaro a costoro, che poteva nel silenzio delle parti comunque implicitamente quantificarsi in un versamento all’incirca pari all’1% del valore di gara». In un verbale copiosamente comissato, spicca la richiesta dei pm di descrivere «il sistema illecito».
Risposta: «Un sistema costruito attraverso una fitta e intrecciata rete di relazioni politica e amministrativa, in cui l’obiettivo fondamentale è quello di intervenire in modo concreto ed efficace nell’ambito del sottogoverno e della dirigenza pubblica». Chiosa finale. «Nell’ultimo periodo, per evitare di dovermi accordare per ciascuna gara con questi personaggi e dover reperire continuamente denaro in contante, ho proposto in particolare a Cattozzo di stabilire una somma onnicomprensiva, che avrei versato periodicamente e comunque non riferita a ciascuna procedura». Ma lui non era d’accordo: «anche a nome degli altri disse che ogni gara prevedeva un assetto variabile, cioè differente rispetto a ciascuno degli indagati e secondo importi che avremmo quantificato nel dettaglio di volta in volta». A ognuno il suo prezzo.

(FONTE – IL GIORNO)