Slitta
al 31 maggio il termine per l'approvazione dei bilanci di previsione 2015 degli
enti locali. Lo ha deciso ieri la Conferenza stato-città, smentendo in parte i
pronostici della vigilia che propendevano per il 30 giugno, ritenuto un
orizzonte temporale più consono in considerazione delle elezioni amministrative
di maggio che coinvolgeranno circa 1.100 comuni.
Invece alla fine ha prevalso la volontà del governo di non andare oltre la fine di maggio per la chiusura dei preventivi, anche se questo rischia di mettere in grande difficoltà le amministrazioni che andranno al voto.
Saranno infatti i consigli uscenti a dover varare il documento contabile, trattandosi senza dubbio di un atto urgente e improrogabile, come tale consentito dall'art. 38 del Tuel anche nel periodo precedente le elezioni. Ciò ovviamente porrà diverse criticità, visto che le nuove amministrazioni si troveranno inevitabilmente condizionate dalle scelte compiute da quelle precedentemente in carica.
Nulla di fatto, invece, sul riparto del taglio da 1,2 miliardi al fondo di solidarietà previsto dalla legge di stabilità 2015. Manca ancora l'accordo tra governo e comuni sui criteri da applicare e tutto viene rinviato alla prossima Conferenza stato-città.
Incertezza anche sui tagli alle province. Entro il 31 marzo il governo avrebbe dovuto determinare l'entità del contributo che ciascuna provincia sarà tenuta a versare all'erario, pena la decurtazione del gettito dell'Ipt.
In stato-città si è convenuto di rinviare la definizione dei tagli in attesa di conoscere il quadro delle rinegoziazioni dei mutui previste dalla legge di stabilità 2015. La manovra consente infatti a comuni, province, Città metropolitane e Unioni di estendere fino a 30 anni il periodo di ammortamento anche per mutui già rinegoziati.
Ma l'operazione non è ancora partita in attesa delle necessarie indicazioni operative della Cassa depositi e prestiti, sollecitate nei giorni scorsi dal presidente dell'Anci, Piero Fassino al numero uno della Cdp Franco Bassanini. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, tuttavia, le linee guida sarebbero pronte e l'istituto di via Goito dovrebbe emanarle nei prossimi giorni. Il rinvio nella definizione dei tagli è ovviamente stato accolto con soddisfazione dal presidente dell'Upi, Alessandro Pastacci, secondo cui «ciò consentirà di applicare le decurtazioni una volta che saranno chiari gli eventuali spazi finanziari liberati dall'operazione di rinegoziazione dei mutui».
L'Anci non fa salti di gioia per il rinvio dei bilanci che rischia di non essere risolutivo se non si scioglieranno tutti i nodi rimasti ancora insoluti sulla finanza locale. E non a caso ieri l'Associazione dei comuni è tornata a chiedere con forza, per bocca del sindaco di Catania e presidente del Consiglio nazionale, Enzo Bianco, il varo in tempi brevi di un decreto legge sulla finanza locale. «I primi a soffrire di questo rinvio siamo noi», ha osservato Bianco, «per questo chiediamo di risolvere le questioni ancora aperte, che abbiamo già segnalato al presidente del Consiglio al termine del direttivo della scorsa settimana».
Fra queste, in pole position c'è il rifinanziamento del fondo compensativo a favore dei comuni con la leva fiscale bloccata dal tetto alle aliquote Imu e Tasi e che l'anno scorso ha distribuito 625 milioni a circa 1.800 comuni: senza questi soldi, molte amministrazioni (perlopiù medie e grandi città) non riusciranno a quadrare i conti.
Ma non si tratta dell'unica promessa che Renzi & C. non hanno (ancora) mantenuto. Nel limbo, ad esempio, ci sono anche i provvedimenti necessari a recepire l'intesa sulla riscrittura delle regole del Patto e quella sull'alleggerimento delle sanzioni per chi ha sforato.
Invece alla fine ha prevalso la volontà del governo di non andare oltre la fine di maggio per la chiusura dei preventivi, anche se questo rischia di mettere in grande difficoltà le amministrazioni che andranno al voto.
Saranno infatti i consigli uscenti a dover varare il documento contabile, trattandosi senza dubbio di un atto urgente e improrogabile, come tale consentito dall'art. 38 del Tuel anche nel periodo precedente le elezioni. Ciò ovviamente porrà diverse criticità, visto che le nuove amministrazioni si troveranno inevitabilmente condizionate dalle scelte compiute da quelle precedentemente in carica.
Nulla di fatto, invece, sul riparto del taglio da 1,2 miliardi al fondo di solidarietà previsto dalla legge di stabilità 2015. Manca ancora l'accordo tra governo e comuni sui criteri da applicare e tutto viene rinviato alla prossima Conferenza stato-città.
Incertezza anche sui tagli alle province. Entro il 31 marzo il governo avrebbe dovuto determinare l'entità del contributo che ciascuna provincia sarà tenuta a versare all'erario, pena la decurtazione del gettito dell'Ipt.
In stato-città si è convenuto di rinviare la definizione dei tagli in attesa di conoscere il quadro delle rinegoziazioni dei mutui previste dalla legge di stabilità 2015. La manovra consente infatti a comuni, province, Città metropolitane e Unioni di estendere fino a 30 anni il periodo di ammortamento anche per mutui già rinegoziati.
Ma l'operazione non è ancora partita in attesa delle necessarie indicazioni operative della Cassa depositi e prestiti, sollecitate nei giorni scorsi dal presidente dell'Anci, Piero Fassino al numero uno della Cdp Franco Bassanini. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, tuttavia, le linee guida sarebbero pronte e l'istituto di via Goito dovrebbe emanarle nei prossimi giorni. Il rinvio nella definizione dei tagli è ovviamente stato accolto con soddisfazione dal presidente dell'Upi, Alessandro Pastacci, secondo cui «ciò consentirà di applicare le decurtazioni una volta che saranno chiari gli eventuali spazi finanziari liberati dall'operazione di rinegoziazione dei mutui».
L'Anci non fa salti di gioia per il rinvio dei bilanci che rischia di non essere risolutivo se non si scioglieranno tutti i nodi rimasti ancora insoluti sulla finanza locale. E non a caso ieri l'Associazione dei comuni è tornata a chiedere con forza, per bocca del sindaco di Catania e presidente del Consiglio nazionale, Enzo Bianco, il varo in tempi brevi di un decreto legge sulla finanza locale. «I primi a soffrire di questo rinvio siamo noi», ha osservato Bianco, «per questo chiediamo di risolvere le questioni ancora aperte, che abbiamo già segnalato al presidente del Consiglio al termine del direttivo della scorsa settimana».
Fra queste, in pole position c'è il rifinanziamento del fondo compensativo a favore dei comuni con la leva fiscale bloccata dal tetto alle aliquote Imu e Tasi e che l'anno scorso ha distribuito 625 milioni a circa 1.800 comuni: senza questi soldi, molte amministrazioni (perlopiù medie e grandi città) non riusciranno a quadrare i conti.
Ma non si tratta dell'unica promessa che Renzi & C. non hanno (ancora) mantenuto. Nel limbo, ad esempio, ci sono anche i provvedimenti necessari a recepire l'intesa sulla riscrittura delle regole del Patto e quella sull'alleggerimento delle sanzioni per chi ha sforato.
A questo proposito, sempre ieri la Conferenza ha dato il via libera allo schema di decreto ministeriale concernente la certificazione del rispetto degli obiettivi 2014, che tuttavia fa ancora riferimento al previgente regime sanzionatorio e che quindi dovrà necessariamente essere modificato.
Confermato, infine, il rinvio al 1 aprile per l'invio dei questionari Sose suoi fabbisogni standard.
(FONTE
– ITALIA OGGI)