E' giunta alla nostra casella
di
Posta Elettronica,
questa
LETTERA FIRMATA,
che volentieri
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Caro Marco,
ancora una volta ti ringrazio per l’ospitalità che vorrai offrirmi, affinchè possa portare a conoscenza dei numerosi tuoi lettori, specie a quelli di S.Antonino, le considerazioni che ho maturato in questi giorni, mentre sta infuriando la polemica sulla chiusura dell’Ufficio Postale e la locale associazione pro loco sta distribuendo a tutte le famiglie della frazione un foglio con cui, tra banalità ovvie e varie, si erge a tutrice dell’importante servizio negato ai cittadini e si propone di ricorrere al TAR contro il provvedimento delle Poste.
Per far fronte alle relative spese la pro loco mette a disposizione 1.000 euro e chiede agli abitanti della frazione di provvedere, a titolo volontario, alla copertura della quota mancante, pari a 8.000 euro.
Gli aspetti più rilevanti che ho raccolto, mi pare possano essere i seguenti:
1° - lo studio legale a cui si è rivolta al pro loco ha presentato un preventivo di spesa di 9.000 euro ( in prima battuta la stessa associazione aveva parlato di 5.000 euro ).
Osservo:
a ) – a me sembra un’esagerazione, anche perché le richieste di studi parimenti qualificati e specializzati in diritto amministrativo mi risultano decisamente più vicine a quanto inizialmente dichiarato dalla pro loco.
Sono stati richiesti preventivi ad altri studi legali parimenti qualificati, oppure non si è badato al costo, dal momento che a pagare dovrebbero essere i cittadini della frazione?
b ) – E’ stato sottaciuto che in caso di soccombenza il ricorrente dovrà accollarsi anche le spese legali della controparte ( con i soldi di chi?)
c ) – Un eventuale ulteriore ricorso al Consiglio di Stato quanto potrà costare ? ( se tanto mi dà tanto 15.000/20.000 euro ) Chi eventualmente lo pagherà?
2° - E’ certo, lo studio legale, che la pro loco sia legittimata ad agire, o corre il rischio di una dichiarazione di inammissibilità del ricorso da parte del TAR adito, ancor prima di un esame del merito dello stesso?
Trascrivo, per essere chiaro, le finalità della pro loco di S.Antonino, quali risultano dallo statuto approvato con atto notaio Ippolito di Vercelli in data 3 marzo 1990 n. 21875 di repertorio:
a) riunire in Associazione tutti coloro che hanno interesse allo sviluppo turistico del territorio di giurisdizione;
b) svolgere fattiva opera per organizzare turisticamente la località, proponendo alle Amministrazioni competenti il miglioramento estetico della zona e tutte quelle iniziative atte a tutelare e valorizzare le bellezze naturali, il patrimonio storico-monumentale ed i prodotti locali;
c) promuovere ed organizzare, con l’Amministrazione comunale, iniziative come: convegni, escursioni, spettacoli pubblici, festeggiamenti,manifestazioni sportive e ricreative che servono ad attirare i turisti;
d) sviluppare l’ospitalità e l’educazione turistica d’ambiente;
e) stimolare il miglioramento delle strutture e della ricettività alberghiera ed extra alberghiera;
f) preoccuparsi del regolare svolgimento dei servizi locali interessanti il turismo, svolgendo tutte quelle azioni atte a garantire la più larga funzionalità;
g) curare l’informazione e l’accoglienza dei turisti, anche con l’apertura di appositi uffici.
Che c’azzeccano col ricorso, per usare il linguaggio del Tonino nazionale?
Ricordo, en passant, facendo appello a conoscenze, purtroppo nel corso degli anni un poco arruginite, che la legittimazione attiva ad agire avverso un atto amministrativo è legata alla lesione di un interesse legittimo, di cui il ricorrente sia titolare.
Occorre cioè che il TAR riconosca la pro loco quale titolare di una posizione sostanziale differenziata, non essendo sufficiente la titolarità di un interesse diffuso.
L’azione intrapresa dalla pro loco avrebbe con pari possibilità potuto essere iniziata ad esempio da Scodinzolandia, dalla Parrocchia, dal gruppo ragazzi o dall’ente Cavallone Rotta?
BOOH!
I dubbi che mi pervadono sono molti e mi parrebbe necessario, prima di chiedere ai frazionisti (io certamente non mi sottrarrei) un impegno economico non indifferente, un preciso e documentato chiarimento da parte dello studio legale incaricato.
2° - E le minoranze consiliari cos’hanno fatto nell’occasione per S.Antonino?
Quella di sinistra ha forse esaurito le cartucce nella ricerca del reperto archeologico saluggese, per sua sventura, non emerso?
E dall’altra (dal Consigliere Bianco, intendo), che in campagna elettorale aveva promesso, per somma generosità, in caso di vittoria, di concedere in loco una seduta del Consiglio Comunale, cosa avrebbe potuto aspettarsi la comunità santantoninese?
3° - Mi taccio, per non sbroccare, della Giunta e dei rappresentanti di S.Antonino,specie dopo l’esito del ricorso proposto dalla Giunta Comunale di Guarene, di cui hai dato notizia sul blog nei giorni scorsi.
Grazie ancora per l’ospitalità
FIRMATO
Costanzo Rosa
Ciao alla prossima
e chiunque volesse
liberamente replicare
può farlo sempre qui:
marco.pasteris@yahoo.it