E' giunta alla nostra casella
di
Posta Elettronica,
questa
LETTERA FIRMATA,
che volentieri
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Caro Marco,
si è conclusa lo scorso 24 settembre una tappa importante nella vicenda del ricorso al TAR contro il provvedimento di chiusura dell’Ufficio postale di S.Antonino promosso dalla locale Pro Loco.
Ti riassumo succintamente i tempi ed i volteggi della danza:
1° - L’iniziativa è partita male, da un palco improprio (l’inaugurazione in occasione della festa patronale, di una mostra celebrativa della fondazione del paese, organizzata con grande impegno e bravura dal Gruppo Giovani ) senza alcun preavviso, così da cogliere impreparati gli stessi organizzatori.
2° - Il roboante annuncio del portavoce della Pro loco ha fin da subito sollevato grosse perplessità, perché l’Associazione non penso possa essere giuridicamente legittimata alla proposizione del ricorso, avente per oggetto una materia completamente estranea ai propri fini istituzionali.
3° - Il costo del ricorso, dapprima annunciato in 5.000 euro è poi lievitato a ben 9.000 euro, per poi cristallizzarsi a 6.000 euro (comunicazione verbale in data 24 settembre).
4°- Dopo la sparata iniziale, autorevoli rappresentanti della Pro Loco hanno condiviso le mie perplessità sull’ammissibilità del ricorso, se presentato in solitaria, con i soldi altrui, dall’Associazione e mi hanno confermato che il ricorso sarebbe stato presentato da un gruppo di almeno una decina di cittadini, affiancato dall’Associazione, nella persona del Presidente (in data 24 settembre i sottoscrittori sono stati 18 ).
5° - Mi hanno altresì assicurato che sarebbe stata promossa un’assemblea aperta a tutti i cittadini interessati al ricorso, con la presenza dello studio legale incaricato, che avrebbe provveduto a chiarire tutti gli aspetti della vertenza.
In realtà la riunione è stata convocata, ma dello studio legale (Avv. Montanaro di Torino ) non si è vista traccia, per cui tutti i dubbi preesistenti sono rimasti tali.
Ad esempio: c’è spazio per una richiesta ragionevolmente fondata della sospensione del provvedimento di chiusura dell’Ufficio? E’ cioè configurabile la presenza di un “fumus boni iuris” e di un danno grave ed irreparabile, tali da poter condurre ad una immediata riapertura dell’Ufficio?
Se non fosse accolta la richiesta di sospensiva quali sono i tempi medi per addivenire alla trattazione e definizione del ricorso ?
In caso di soccombenza chi si dovrebbe accollare le spese di giudizio riconosciute alla controparte : la Pro loco, i sottoscrittori o verrebbe fatta un’ulteriore colletta?
Un eventuale secondo grado di giudizio al Consiglio di Stato quanto potrebbe costare, chi dovrebbe sostenerne le spese e quanto tempo passerebbe per avere la pronuncia?
Il clima di euforia che ha pervaso i circa 50 cittadini presenti alla riunione all’annuncio che un piccolo Comune del salernitano ha visto accolto un analogo ricorso dal Consiglio di Stato, dopo una bocciatura del TAR, ha però seppellito ogni interrogativo ( sono già stati preannunciati in caso di vittoria 3 giorni di festa cittadina).
Sarebbe interessante uno studio sociologico sulla suggestionabilità delle persone, quando agiscono non singolarmente ma come gruppo (probabilmente ne sarà già stato steso più di uno, ma confesso la mia ignoranza in proposito ).
Come ben vedi, ci sarebbero stati, per quanto mi riguarda, motivi sufficienti per fare un passo indietro, ma l’amore (che è notoriamente cieco, toccando il cuore e accantonando il cervello) per il mio paese mi ha imposto di partecipare, non solo economicamente, ma anche sottoscrivendo l’atto di delega allo studio legale incaricato del ricorso. (ricordo che hanno partecipato economicamente all’iniziativa 202 cittadini di S.Antonino, ma a sottoscrivere la delega, assumendosi onori ed oneri presenti e futuri, sono stati solamente 18).
Mi riprometto, avendone titolo, di richiedere copia del ricorso, i cui contenuti, se lo desidererai, potranno essere pubblicati sul blog.
Chiudo ricordando (e condividendo) come i portavoce della Pro Loco abbiano duramente contestato l’assoluta inadeguatezza delle azioni poste in essere dalle forze istituzionali comunali, sia di maggioranza che di minoranza, di fronte alla soppressione di un servizio essenziale al benessere della comunità.
Ti ringrazio per l’ospitalità che vorrai accordarmi.
FIRMATO
Costanzo Rosa.