Ricevo da un amico, che mi ha chiesto di non
essere nominato e pubblico, la presente missiva il cui contenuto e rivolto all'Amministrazione Comunale.
“Caro Marco,
ho acquisito, per via
ereditaria, la proprietà di circa 12 giornate di terreno agricolo, che i miei
antenati non hanno rubato, ma messe insieme con sudore e fatica.
Non essendo io
coltivatore diretto, ho affittato detti terreni, dai quali, per l’annata agraria
2012/2013, ho ricavato 1.300 €. (è già andata anche peggio)
Ho pagato a titolo di
IMU 728 € ed a titolo di IRPEF, con relative addizionali regionali e comunali,
non meno di 350 €. Tralascio di citare situazioni di svantaggio legate alla
proprietà (ISEE…). Mi restano intasca circa 220 €, cioè meno di 20 € all’anno
per giornata.
Fortunatamente dispongo
di risorse da lavoro che mi consentono una vita, se non agiata, almeno
dignitosa.
Penso però ai tanti
coltivatori diretti che avevano progettato di integrare la modestissima
pensione (700/800 euro mensili) con gli affitti di una proprietà costruita anno
per anno con sudore e sacrifici, cui oggi ci stiamo disabituando. Terminata
l’attività lavorativa, da 50 giornate di terra date in affitto (sembravano una
fortuna ed in pochi sono riusciti a metterle assieme) oggi si possono ricavare
circa 5.500 € annui. Se fossero somme nette sarebbero un modesto ma essenziale
incremento alla pensione. L’IMU però viene a pesare per almeno 3.000 € e
l’IRPEF per almeno 1.200 €, per cui al proprietario restano in tasca circa
1.300 € annui. Una miseria in rapporto al capitale.
Mi dirai: se il capitale
non rende, vendilo.
Sai quanto potrei
ricavare? Nella migliore delle ipotesi 1 euro e 50 centesimi per metro
quadrato. Baratterei un cappuccino, consumabile in un sorso presso un bar
nemmeno troppo elegante, con un metro quadro di terra, per sempre. Non mi pare
proprio una soluzione accettabile.
Perché ti ho scritto?
Perché vorrei che il
Sindaco e la Giunta, presa conoscenza di questa realtà (semmai l’avessero ignorata) attraverso il
tuo mezzo di comunicazione, molto seguito, ponessero rimedio ad una situazione non solo iniqua ma anche
insultante e calibrassero le aliquote dell’imposta sui terreni agricoli di
competenza comunale, in modo tale che anche al proprietario non coltivatore
diretto rimanesse un modesto riconoscimento di un titolo non rubato.
Un caro saluto."
Forse a smuovere le
acque sarebbe utile, più che la festa del fagiolo, una grande giornata di
esaltazione del “
RURAL PRIDE”, con tanto di bande,
carri allegorici, sbandieratori e
conigliette!
Il carnevale si
avvicina,
chissà se qualcuno vorrà iniziare
a far le prove!
Ciao alla prossima
e chi
volesse democraticamente
replicare può farlo sempre qui:
marco.pasteris@yahoo.it