Non solo aziende che chiudono. Nel nostro territorio ci sono realtà - che forse in pochi conoscono - dove si investe in ricerca e futuro: come la Cid di Saluggia, rilevata qualche mese fa dalla multinazionale Alvimedica che ora punta addirittura all’acquisizione di Sorin. L’azienda conta 195 dipendenti e rappresenta un’avanguardia per lo sviluppo e cura di gravi patologie coronariche: produce 160 diversi prodotti tra stent e catecateteri, strumenti utilizzati per «allargare» l’arteria occlusa di un paziente. La Cid (ora Alvimedica) esporta in 85 Paesi e l’ambizione più grossa è quella di arrivare al difficile mercato americano. «Nei nostri centri c’è una concentrazione tecnologica che pochi conoscono», commenta Franco Vallana, direttore scientifico del gruppo Alvimedica: sotto di lui un team di ricercatori dislocati nelle tre sedi in Turchia, Olanda e Saluggia, che portano avanti gli studi sul «Carbon coating», un brevetto di Alvimedica grazie al quale stent e valvole cardiache vengono ricoperti con uno strato di carbonio, donando così a questi oggetti salvavita una garanzia di durata e totale compatibilità con i tessuti umani in cui vengono messi. Una tecnologia che deriva dal nucleare, dato che nel complesso di Saluggia, negli anni ’60, la Fiat aveva in programma un centro ricerca per costruire reattori nucleari, idea successivamente abbandonata. «I prodotti Cid - continua Vallana - sono stati impiantati in circa 500 mila persone, e non abbiamo mai registrato un problema. A differenza di altre valvole realizzate in altri Paesi, che hanno visto anche centinaia di decessi. L’affidabilità deve
e essere garantita a priori, e deve essere illimitata; per questo bisogna utilizzare materiali di altissimo livello, biocompatibili e che resistano a 40 milioni di battiti del cuore all’anno».
Le ambizioni di Alvimedica (che sponsorizzerà un equipaggio della «Volvo Ocean Race», gara di vela intorno al mondo che si tiene ogni tre anni) puntano direttamente agli Usa: un possibile trampolino di lancio potrebbe essere la creazione di una nuova valvola che si impianta nel cuore attraverso un catetere, proprio come uno stent, e senza incidere il torace.
(LA STAMPA VERCELLI
- ROBERTO MAGGIO)