Charlie Enright, Team Alvimedica Skipper, Cem Bozkurt, Alvimedica CEO, Mark Towill, Team Alvimedica General Manager and Bill Erkelens, Team Alvimedica CEO. |
Cem Bozkurt, Alvimedica CEO, Mark Towill, Team Alvimedica General Manager |
Mettiamola così: a volte accade che un sogno si avveri.
Nel nostro caso, è quello di Mark Towill e di Charlie Enright, 26
e 29 anni9, il primo originario delle Hawaii, il secondo di Bristol, Rhode
Island, due passi dal santuario della vela, overossia Newport (non è un caso se
finisce sugli Optimist a 5 anni...).
Incontro i due velisti, perché questo sono, a Lisbona, in
occasione della presentazione di Team Alvimedica, la squadra che sarà a ottobre
sulla linea di partenza della Volvo Ocean Race, il giro del mondo in equipaggio
a tappe. Loro, invece, si erano conosciuti otto anni fa, sul set del film
«Morning Light», diretto da Mark Monroe e con produttore esecutivo Roy E.
Disney, il figlio di Walt: una pellicola dedicata, appunto, alla Whitbread e
poi Volvo Ocean Race. E da qui, parte tutto.
«Ci siamo detti che avremmo voluto fare per davvero la regata»
spiega Charlie, che è lo skipper di Team Alvimedica. Ecco, il sogno. Poi vanno
a fare la Transpac, la classica del Pacifico (l’ha fatta di recente anche
Giovanni Soldini su “Maserati” con John Elkann), quindi la Brown University
Charlie lavora anche per la North Sails Rhode Island, mentre Mark finisce di
studiare. Ma il sogno resiste e i due cominciano a darsi da fare per realizzarlo.
Va a finire, dunque, che spediscano una mail a Knut Frostad, il ceo della Volvo
Ocean Race. Devono essere convincenti. «Lui ci risponde che era interessato ad
incontrarci e a capire meglio il nostro progetto e come intendevamo l’approccio
con un eventuale sponsor, ma soprattutto che ricaduta economica pensavamo
potesse avere la nostra idea».
A fare da apripista in Knut è anche un video girato a bordo della
Transpac, che convince il boss della Volvo Ocean Race che i due ragazzi ci
sanno anche fare con la comunicazione. Insomma, Frostad invita Charlie e Mark
ad Alicante - siamo nell’ottobre di due anni fa - per la partenza del giro del
mondo. «Knut ci ha supportato nel portare avanti la nostra idea, incoraggiato
ad elaborare un business plan insieme alle persone del marketing della Volvo
Ocean Race, aiutato a contattare le aziende...» racconta ancora Charlie. «Ed è
stato Knut a metterci in contatto con Alvimedica».
Charlie e Mark incontrano il ceo, Cem Bozkurt, appassionato di
vela e interessato ad espandere la sua azienda biomedicale nel mondo. Di mezzo
c’è anche una conoscenza comune, Amory Ross, che è di Newport e che è stato
media crew member su Puma, «ma che aveva navigato anche con noi», dice Mark.
L’incontro dura tre ore e finisce con una stretta di mano. «Ci siamo accorti di
avere molti punti in comune, una visione comune». Ecco, trovato lo sponsor.
Contratto di due edizioni, il team più giovane del circuito, che
vuole crescere. Ecco le caratteristiche di Team Alvimedica. Per ora, due soli
velisti, Charlie e Mark, appunto. Ma le selezioni sono in corso. «Ci prenderemo
ancora qualche giorno a Lisbona, per navigare lungo la costa, poi salperemo per
Newport. E ancora, faremo il percorso inverso per arrivare ad Alicante, in
vista della partenza della Volvo Ocean Race» spiega ancora lo skipper.
«Prenderanno parte alle due transatlantiche gruppi di velisti diversi, che poi
sottoporremo a un test finale, scegliendo un mix delle due sessioni di
navigazione, durante la Round Ireland e Britain Race (il giro delle isole
britanniche che si tiene ad agosto e che vedrà partecipare tutti i team della
Volvo Ocean Race, ndr). A quel punto, la squadra sarà fatta».
«L’obiettivo - spiega ancora Charlie - è quello di avere otto uomini più noi due,
con due riserve dunque fisse. In realtà, però, faremo partecipare al corso di
sicurezza della Volvo Ocean Race almeno 15 velisti, in modo da avere un
serbatoio sicuro di uomini per il team».
A questo punto, va detto dell’italiano Alberto Bolzan, goriziano, già
timoniere di Esimit Europa, il maxi di Igor Simčič, che è in prova per Team
Alvimedica e che ha tutte le carte in regola - a sentire anche Mark e Charlie -
per restare a bordo. «Abbiamo ricevuto centinaia di candidature, gli italiani
sono in pole con una sessantina di curriculum».
Un’ultima domanda, giusto per continuare col sogno. E fare un
altro film? «E perché no? L’idea ci sta tutta. Ma parlane tu con la Walt
Disney...».
(FABIO POZZO - LA STAMPA - LISBONA)