Condannare i quattro attivisti che, la notte del 7 febbraio
2011, tentarono di bloccare il treno che stava trasportando scorie nucleari da
Saluggia (Vercelli) verso la Francia. La richiesta di condanna è stata
formulata oggi a Torino dal pm Giancarlo Avenati Bassi. Il blitz dei No Nuke
sera avvenuto all'altezza di Condove, in Valsusa. A processo ci sono quattro
attivisti, tra cui Luca Abbà, il No Tav caduto da un traliccio durante una
protesta in Valsusa l'anno successivo. Per lui la richiesta di condanna più
alta, a un anno e mezzo di reclusione, mentre per gli altri tre la procura ha
chiesto pene tra i tre e i dieci mesi. Sempre ieri, poi, si è celebrata anche
l’ultima udienza del processo che vede alla sbarra Marco Bruno, il militante No
Tav che il 28 febbraio 2012 era stato ripreso in un video mentre dava della
«pecorella» a un carabiniere che presidiava l'autostrada durante una
manifestazione No Tav in Valsusa. Nel corso del processo il pm Nicoletta
Quaglino aveva chiesto una pena di sei mesi per oltraggio a pubblico ufficiale.
Il legale del ragazzo ha chiesto oggi l'assoluzione «perché il fatto non
costituisce reato». Secondo l'avvocato infatti quelle frasi ricadrebbero nel «diritto di satira e di critica». Nella sua
arringa il legale ha spiegato che Marco Bruno «perde le staffe» in un monologo
«potenzialmente insultante» che quelle frasi sarebbero state «un atteggiamento
di sfottò, non come persona fisica al carabiniere, ma riferite in generale alla
presenza delle forze dell'ordine che stazionavano sull'autostrada». L’udienza è
stata rinviata al 19 giugno.
(FONTE – IL GIORNALE DEL PIEMONTE)