Amiche Lettrici ed Amici Lettori,
periodicamente, oggi strumentalmente legato al P.R.G.,
, ritorna agli onori della cronaca il dilemma: pista ciclabile sì, pista
ciclabile no.
RIASSUMIAMO LA STORIA:
- Di pista ciclabile Saluggia – S. Antonino
fiancheggiante la strada provinciale si parla da almeno 20 anni.
- La Giunta Barbero, per la costruzione di un primo
tratto, dal ponte ferroviario alla cascina primavera, approvò un progetto,
finanziandolo con l’assunzione, nell’anno 2005, di un mutuo di 122.000 €, di
cui il Comune pagò gli interessi per 2 anni, senza utilizzarlo, sino a quando
la Giunta da me presieduta, nell’anno 2008, lo estinse impiegando parte della
prima tranche degli indennizzi del nucleare.
- Il progetto della Giunta Barbero si arenò nel
momento in cui incontrò la dura opposizione dei proprietari che avrebbero
dovuto essere espropriati dei terreni occorrenti alla costruzione della pista.
- La Giunta stessa abbandonò allora il progetto e
dirottò il finanziamento sulla costruzione del marciapiede che porta al campo
sportivo, opera poi eseguita dalla Giunta da me presieduta.
PER QUALI MOTIVI la Giunta da me
presieduta non ha ritenuto di dover programmare la pista ciclabile a fianco
della strada provinciale.
Il motivo fondamentale, che poi unifica e riassume
tutti gli altri, è un rapporto costi-benefici assolutamente squilibrato.
Infatti:
1 – Rimarrebbero irrisolte tutte le difficoltà a suo
tempo sorte sul tratto ponte ferroviario- cascina Primavera. Sarebbe necessaria
una procedura espropriativa, giustificabile, sia dal punto di vista giuridico
che politico, solo di fronte ad un interesse pubblico fortemente prevalente,
non per soddisfare un capriccio o uno svago di pochi.
2 - Sul tratto cascina Primavera – S. Antonino,
previo attraversamento del navilotto con la costruzione di un nuovo ponte,
sarebbe parimenti necessario intervenire pesantemente sulle proprietà private,
spostando un importante cavo irriguo con annessi manufatti e ponti di accesso
dalla strada provinciale.
3 – Ho personalmente invitato i promotori della pista
ciclabile a farsi parte diligente e collaborativa per ottenere l’assenso dei
proprietari dei terreni da acquisire. Non ho avuto risposta e non sarei mai
stato disponibile ad un’azione di imperio, per i motivi già indicati al punto
1.
4 – Sarebbero poi da risolvere innumerevoli intoppi
burocratici, vuoi con la proprietà del navilotto e dei cavi irrigui, vuoi con
la Provincia.
5 – Infine, il costo economico dell’opera, completo di
tutte le necessarie misure di sicurezza (correrebbe comunque a fianco di un
cavo irriguo non secondario), che credo non possa essere inferiore a 700.000 €
(ma temo no basterebbero).
PER QUALI MOTIVI non si vuole
condividere la scelta di un percorso fiancheggiante strade a servizio
dell’agricoltura, un po’ più lungo, ma sicuramente più tranquillo e
distensivo?
La maggior parte di coloro che premono per la pista
ciclabile a fianco ella strada provinciale, non credo sia giornalmente
impegnata con la bicicletta sulla tratta. Credo si tratti di cittadini amanti
della natura che intendono utilizzare parte del tempo libero in
passeggiate disintossicanti.
Quale miglior scelta di un percorso di campagna?
E poi, non è incoerente contestare l’utilità della circonvallazione
di S. Antonino adducendo lo scarso numero di automezzi transitanti sulla strada
provinciale e poi, per opposti motivi, perorare la costruzione della pista
ciclabile?
Il traffico non può essere alibi a giorni alterni, a
seconda di ciò che si intende dimostare.
Per questo motivo credo si tratti di richieste
strumentali.
CIAO ALLA PROSSIMA
E CHIUNQUE VOLESSE REPLICARE
PUO’ FARLO SEMPRE QUI: