giovedì 30 aprile 2015

TEMPI LUNGHI PER IL DEPOSITO…NUCLEARE NAZIONALE.


La mappa per il deposito atomico avrebbe dovuto essere consegnata da settimane. Ma non è accaduto. È stata rinviata di due mesi, dopo le elezioni regionali nelle quali il disegno dell’Italia picchiettata di macchie idonee a ospitare lo stoccaggio unico dei rifiuti nucleari sarebbe diventata ostaggio delle campagne elettorali. Tra un mese, il 31 maggio, si voterà in un migliaio di Comuni e in sette Regioni ad alta suscettibilità, cioè Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto.
Ovviamente non è di opportunità elettorale il motivo ufficiale del rinvio deciso con una lettera mandata dai ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico: hanno chiesto «approfondimenti tecnici» e danno due mesi «per avere tutti gli elementi necessari per esprimere il nulla osta». Due mesi sono un nulla rispetto agli anni che servono, ma indicano già la tendenza a sforare i tempi e al piegarsi agli umori del consenso.
Cospirologia sarda
Un assaggio dell’uso distorto del progetto della Sogin si è avuto nei giorni scorsi, quando la Sardegna è stata scossa da fremiti antinuclearisti al solo sospetto che forse, chissà, è possibile che l’orgogliosa isola possa contenere aree idonee a ospitare l’impianto della Sogin. Le voci corrono, e le leggende metropolitane del web hanno già assegnato i luoghi con la certezza della cospirologia applicata: le miniere del Sulcis e le campagne della Ciociaria. È dovuto intervenire di persona il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti (a margine: nei giorni scorsi il ministro ha firmato a Teheran alcuni accordi ambientali con l’Iran) per calmare gli animi bellicosi dei sardi e dire che no, il luogo dove sorgerà il deposito non è ancora stato identificato.
Documenti segreti
Interrogazioni parlamentari (spicca il Movimento Cinque Stelle) e interventi autorevoli di scienziati (come il geofisico Enzo Boschi) non sono riusciti a forzare il riserbo, e la riservatezza ha alimentato le dicerie invece di sopirle. Per esempio non si sa quali studi sismici dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia abbiano accompagnato i documenti, e ciò lascia spazio ai sospettosi di professione.
La vecchia mappa
La mappa è in attesa di essere approvata e di essere messa in consultazione dei cittadini per un grande dibattito collettivo in autunno. La mappa di cinque anni fa, poi sfumata in un nuovo nulla di fatto, escludeva Sicilia e Sardegna. Le aree allora più idonee per rarefazione di abitanti, lontananza dalle grandi città, stabilità sismica e così via sono una spolverata di innumerevoli luoghi sull’Appennino dal Piemonte al Molise, il Crotonese, tutta la fascia dalla Daunia pugliese al golfo di Taranto, e soprattutto parte della Toscana e del Viterbese, con un’ampia zona attorno all’Amiata.
I tempi per scegliere
Il 3 gennaio la Sogin, la società pubblica del nucleare, ha consegnato all’istituto Ispra la mappa dei luoghi potenzialmente idonei, affinché la verificasse dal punto di vista tecnico e scientifico. A metà marzo l’Ispra l’ha passata ai ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico affinché, a metà aprile, venisse pubblicata per la consultazione dei cittadini. La si vedrà in estate, forse.
I rifiuti dispersi
Oggi i rifiuti nucleari italiani sono dispersi in 24 depositi dal Piemonte alla Sicilia. Non sono soltanto i residui delle centrali atomiche chiuse, di cui la Sogin sta organizzando visite “porte aperte” per i cittadini, né i 15mila metri cubi di scorie ad altissima radioattività ricondizionate all’estero che si accingono a tornare in Italia. Ci sono le radioterapie degli ospedali, radiografie industriali, rilevatori e mille altri oggetti carichi di radioattività.


(FONTE – ILSOLE24ORE.COM)

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