venerdì 31 luglio 2015

EX CASA BODON: COME ERA. COME È.

SALUGGIA (VC) - 31 LUGLIO 2015 - VIA DON CARRA LA NUOVA AREA VERDE AL POSTO DELL'EX CASA BODON
Sottoposta alle più disparate indagini, scaturite dalla perversa fantasia di qualche mente malata, che null’altro hanno condotto se non alla loro archiviazione perché il fatto non sussisteva,  la tanto vituperata Ex Casa Bodon oggi non c'è più.

SALUGGIA (VC) - VIA DON CARRA LA EX CASA BODON NELL'ANNO 2010

SALUGGIA (VC) - VIA DON CARRA LA EX CASA BODON NELL'ANNO 2010

Al suo posto, sorge ora, l'area che l'Amministrazione che ho avuto il piacere di guidare aveva ideato e pensato sin dall’inizio, per interrompere il lastricato e creare un piccolo polmone verde lungo la via Don Carra.

SALUGGIA (VC) - 31 LUGLIO 2015 - VIA DON CARRA LA NUOVA AREA VERDE AL POSTO DELL'EX CASA BODON
Un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato per la realizzazione di quest'opera che finalmente è giunta al termine dopo “solo 7 (Sette) anni” dal momento della sua ideazione (2008-2015).

Ora si auspica che anche coloro che hanno scatenato la caccia alle antichità egizie e romane, lungo la Via Don Carra, si mettano il cuore in pace. 

Anche in questo caso il fatto non sussiste. Resta da pagare l’archeologa che ha sorvegliato i lavori in questi mesi. 

Ma, anche in questo caso, come nel precedente, pagheranno i Cittadini di Saluggia.

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ASTA GIUDIZIARIA IN VIA LUSANI


SALUGGIA (VC) - VIA LUSANI
Sul quotidiano La Stampa edizione di Vercelli in edicola da questa mattina, è apparso nella sezione delle Aste Giudiziarie il seguente annuncio riguardante un immobile in Via Lusani a Saluggia (Vc):


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S.ANTONINO- LAVORI ALLACCIAMENTO ACQUEDOTTO

S.ANTONINO DI SALUGGIA (VC) - I LAVORI IN VIA XXV APRILE

S.ANTONINO DI SALUGGIA (VC) - I LAVORI IN VIA XXV APRILE
Sulla Strada Provinciale che collega l’abitato della Frazione di S.Antonino al Capoluogo di Saluggia, la Via XXv Aprile, sono attualmente in corso i lavori alla rete idrica.

Si tratta degli ultimi allacciamenti alla rete al nuovo acquedotto della Frazione che ha permesso di dismettere quello vecchio, in funzione, dal 1990 sino all’inizio del 2015, mediante l’utilizzo di filtri a carboni attivi.

I lavori dovrebbero concludersi nel prossimo mese di agosto.
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mercoledì 29 luglio 2015

S.ANTONINO: CHIUDE LA POSTA, SI RIFÀ IL MONUMENTO AI CADUTI.

S.ANTONINO DI SALUGGIA (VC) - IL PIAZZALE IN VIA SAN GIACOMO
Forse, non tutte le proteste della popolazione di S.Antonino sono passate inosservate. 

Chiusa definitivamente la Scuola Primaria tre anni fa.

Chiuso definitivamente l'Ufficio Comunale Decentrato due anni fa.

Revocata la navetta sperimentale per Saluggia un anno fa.

Chiusa, il prossimo 7 settembre, l’Ufficio Postale.

Ora arriva la grande novità.

Dopo aver rifatto il look al Cimitero, la Frazione vedrà rifatta una porzione della Piazza Parrocchiale, quella circostante l’area del Monumento ai Caduti.

S.ANTONINO DI SALUGGIA (VC)
LA PLANIMETRIA DELL'INTERVENTO CHE VERRA' REALIZZATO

L'apprendiamo dalla Determina n. 90 del 28 luglio 2015, del Servizio Lavori Pubblici. Con questo atto si approvano:

- il rifacimento della pavimentazione per circa 200 mq. con l'impiego di blocchetti di porfido di colore misto;


- l'eliminazione delle barriere architettoniche che limitano la fruibilità dell'area; 


- la regimazione delle alberature e la sistemazione delle aiuole esistenti e la valorizzazione del monumento ai caduti.


Costo dell'intervento, comprensivo di oneri di legge, euro 35.919,81. 


Ad attendere il rifacimento del look sarà invece il Piazzale su Via San Giacomo.

Ma essendo stato pagato 40 euro al mq. merita sicuramente maggior attenzione e non un semplice intervento di risanamento conservativo.

S.ANTONINO DI SALUGGIA (VC) - IL PIAZZALE IN VIA SAN GIACOMO

Supponiamo, pertanto, che sarà la prossima Amministrazione, a sollevare l'attuale, che l'ha acquistato, dall'incombenza di far diventare un manto d'asfalto un bel parco verde.
 

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LA FESTA PATRONALE DI SAN GRATO SI TRASFERISCE A VILLA INCISA

SALUGGIA (VC)  - LA VILLA INCISA
Sul settimanale La Nuova Periferia di Chivasso, che trovate in edicola da questa mattina, a pagina 62, nell’articolo a firma (gei), titolato “LA FESTA PATRONALE DI SAN GRATO SI TRASFERISCE A VILLA INCISA”, testualmente leggiamo:

“Il direttivo della Famija Salugina guidato dal presidente Virginio Melle continua come aveva già annunciato dopo le elezioni. Il direttivo e volontari hanno arricchito il calendario di appunatmenti affiancando alla tradizione alcuni aspetti moderni. Dal pranzo di Carnevale alla collaborazione con la biblioteca e la banda musicale per gli eventi di Estate a Casa Faldella senza scordare le new entry della squadra lavorativa. Ma qual è la novità che accompagna questa calda estate nel paese del Fagiolo ? Ad annunciarla il segretario della Famija Antonio Augelli: “La Festa Patronale di San Grato da quest’anno cambia location, Infatti il padiglione gastronomico e quello danzante non saranno più allestiti all’interno della Piazza del Peso bensì traslocano nella storica Villa Incisa messa a disposizione dai proprietari.”

Il resto del testo lo potete leggere sul settimanale La Nuova Periferia di Chivasso, che trovate in edicola da questa mattina, a pagina 62, nell’articolo a firma (gei), titolato “LA FESTA PATRONALE DI SAN GRATO SI TRASFERISCE A VILLA INCISA”.

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SCOPPIA LA BAGARRE IN CONSIGLIO

Scontro tra Olivero e i membri della maggioranza del sindaco Barberis
SALUGGIA (VC) - IL MUNICIPIO
Sul settimanale La Nuova Periferia che trovate in edicola da questa mattina, a pagina 61, nell'articolo a firma (crk), titolato "SCOPPIA LA BAGARRE IN CONSIGLIO" testualmente leggiamo:

"Seduta consigliare dai toni roventi quella che si è svolta lo scorso 27 luglio a Saluggia. Il piano regolatore ha infatti infervorato gli animi dei membri del consiglio. Il consigliere Paola Olivero non accetta di veder approvato un piano regolatore che vede, a detta di Olivero, un progetto con una circonvallazione  che porterà via molti terreni ai saluggesi e che non sembra un'opera adatta alla realtà locale. Il consigliere di minoranza richiede anche che l'assessore Libero Farinelli debba astenersi dalla votazione di questo punto in quanto in conflitto d'interesse perché lui abita in una casa che è attigua ad una zona che diventerà un parcheggio. Attraverso questa trasformazione dell'area in parcheggio pubblico Farinelli avrebbe una maggiore visuale sulla Villa Incisa e quindi la sua abitazione acquisterebbe valore. A sostenere l'assessore entra in campo il sindaco Firmino Barberis che non crede affatto che si possa trattare di conflitto d'interesse e cerca, di poter fare qualche passo avanti nella discussione."

Il resto dell'articolo lo trovate sul settimanale La Nuova Periferia che trovate in edicola da questa mattina, a pagina 61, nell'articolo a firma (crk), titolato "SCOPPIA LA BAGARRE IN CONSIGLIO".

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martedì 28 luglio 2015

DEPOSITO NUCLEARE, SOGIN TENTA L'OPERAZIONE TRASPARENZA



Dalla Sardegna alla Puglia, dal Veneto alla Sicilia. Una nuova ondata di ricorsi si sta materializzando contro la mappa dei luoghi ”potenzialmente idonei” a ospitare il deposito nazionale dei rifiuti nucleari di cui l'Italia sta cercando di dotarsi, senza alcun successo, da anni. L'ultima flebile speranza di trovare una soluzione? Ecco l'operazione trasparenza, a due facce. Debutta un sito Internet (www.depositonazionale.it) dove si tessono le lodi dell'operazione e si promette di pubblicare tutto, davvero tutto, ciò che i cittadini avrebbero diritto di sapere.

Ed ecco, in parallelo, una mega campagna pubblicitaria: un inno alla massima trasparenza, alle garanzie per il cittadino, ai benefici per le comunità locali in termini di ricadute sugli affari e sull'occupazione. Tv, radio, giornali e social media: la “divulgazione” durerà quattro mesi. Costo: 3,2 milioni di euro. 

Il Governo ha affidato l'operazione direttamente dalla Sogin, la società pubblica che ha in mano la bollentissima patata del decommissioning nucleare, ovvero lo smontaggio ormai biblico (è ancora in corso) delle vecchie centrali nucleari italiane chiuse con il referendum del 1987, oltre alla messa in sicurezza delle scorie e la loro gestione insieme ai detriti radioattivi che l'Italia continua comunque a produrre con l'attività medica e industriale.

Corsa ai rinvio 
La mappa delle aree idonee, ultimo passaggio prima del dibattito per piazzare il deposito unico, doveva essere pubblicata, al termine di una lunga sequenza di rinvii, nella primavera scorsa. Ma ad aprile l'ennesimo rinvio, per non “turbare” (così aveva pubblicamente detto il governo) le elezioni amministrative alle porte. Ora il nuovo slittamento a fine agosto. In uno scenario che anziché trovare motivi di chiarimento rischia di complicarsi ulteriormente.

La necessità assoluta del deposito nazionale si spiega da sé. Siamo sommersi da rifiuti nucleari vecchie nuovi, che rappresentano ogni giorno un pericolo per tutta la popolazione italiana: al materiale delle vecchie centrali nucleari si aggiungono circa 500 metri cubi l'anno. Ora siamo a 75mila metri cubi. Un imbarazzante fardello che continuiamo a conservare, e ad accrescere, in 23 siti “provvisori” piazzati in 11 regioni. Nelle vecchie centrali nucleari chiuse da quasi 30 anni (Caorso, Trino Vercellese, Latina, Garigliano), nei centri di ricerca come quelli dell'Enea o dell'Istituto di fisica nucleare, in qualche laboratorio.

Nel frattempo la mappa di idoneità prodotta dai tecnici dell’Ispra e della Sogin, oggetto nei mesi scorsi di un ripetuto palleggio con il Governo in in nome di non ben specificati “chiarimenti e approfondimenti”, minaccia di caricarsi persino di qualche pesante incognita aggiuntiva. Vediamo perché.

Criteri e nebbie 
Un anno fa il tracciato sembrava essere finalmente segnato con un po' di chiarezza. Era stato il nostro giornale a rivelare i contenuti (riservati e confermati ufficialmente solo nei giorni successivi) del documento elaborato dall'Ispra sui “criteri” con i quali costruire la mappa delle aree idonee. Il deposito non sarà sotterraneo-geologico come previsto anni fa nella fallimentare procedura “manu militari” che aveva portato alla designazione per decreto (poi ritirato a furor di popolo) della miniera salina di Scanzano Jonico. Il deposito, nella versione poi aggiornata del progetto, è diventato “di superficie” con annesso parco tecnologico di ricerca. Costo complessivo stimato (lo conferma anche il nuovo sito Internet): 1,5 miliardi di euro, di cui 650 miliardi per la localizzazione-progettazione-costruzione, 700 milioni in infrastrutture, 150 milioni per il parco tecnologico. Il tutto finanziatocon le bollette elettriche. Mentre risorse aggiuntive per un miliardo di euro, da finanziare anche con il contributo dei privati, daranno corpo - nelle intenzioni della Sogin - ai progetti di ricerca correlati.

Il deposito – si leggeva nel piano Ispra sui criteri e soprattutto sulle “esclusioni” - non si sarebbe dovuto comunque costruire nelle aree a rischio di terremoti o di instabilità geologica, sufficientemente lontano dalle grandi falde acquifere o da “risorse naturali già sfruttate di prevedibile sfruttamento”. O anche dai fiumi e dalle dighe. Mai a meno di 10 chilometri dalle coste marine. In ogni caso sarebbe dovuto sorgere ad adeguata distanza dei centri abitati, a più di un chilometro dalle autostrade e dalle principali strade extraurbane o dalle ferrovie, non ad un altitudine superiore a 700 metri, non su aree con pendenza media maggiore del 10%. Non nelle aree protette. Comunque lontano da luoghi di interesse archeologico e storico.

Ipotesi e incognite
E già qui i possibili aspetti inquietanti per la popolazione ne uscirono non attutiti ma semmai rafforzati. Perché mai sarebbe stato necessario proteggere manufatti di interesse storico? Da che cosa? Gli eventuali timori di piazzare una centrale vicino un monumento cosa nascondevano?
Cominciò tra le popolazioni un minuzioso gioco di incrocio tra i criteri e le caratteristiche dei luoghi. Molti cittadini si ritennero esonerati. Ad esempio coloro che abitavano nei luoghi delle vecchie centrali nucleari, tutte a ridosso dei corsi d'acqua per ragioni di raffreddamento dei reattori. Si considerarono esonerati persino tutti gli abitanti della Sardegna: i trasporti via nave del materiale radioattivo vengano ritenuti incompatibili con i criteri dell'Ispra. E comunque la Sardegna, come ben si sa, è occupata della maggior parte del suo territorio da luoghi costieri o montani.

E invece no. Anche il primo documento chiarificatore sta vistosamente traballando nelle nuove ambiguità. “Nessuna regione può dirsi pregiudizialmente esclusa” ripetono dal Governo e dalla Sogin. Chiarendo che a fine agosto arriverà una mappa da approfondire, da confrontare con tutti ma proprio tutti coloro che sono direttamente o indirettamente interessati: esperti, studiosi, centri di ricerca, amministratori locali, popolazioni. Che intanto possono andare sul sito Internet al debutto da ieri mattina e darsi una bella rinfrescata se non altro sulle promesse di trasparenza che continuano ad essere formulate.

(FONTE 
FEDERICO RENDINA 
IL SOLE 24 ORE 
27 LUGLIO 2015)

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lunedì 27 luglio 2015

LO STATO CHIEDE A SORIN DI FERMARE LA FUSIONE CON CYBERONICS

L'avvocatura ha depositato un documento in Tribunale, con il quale si paventa che l'operazione annunciata possa "avere lo scopo di allontanare" la società italiana "da potenziali responsabilità" legate a una controversia ambientale miliardaria con la ex controllante Snia. Crolla il titolo.

SALUGGIA (VC) - IL COMPRENSORIO INDUSTRIALE SORIN
MILANO - Lo Stato italiano chiede di "fermare l'integrazione"tra Sorin, società del biomedicale, e la statunitense Cyberonics perché ritiene che l'operazione "avrebbe lo scopo di allontanare" la società italiana da "potenziali asserite responsabilità relative a una controversia in materia ambientale, tuttora in corso, nei confronti di Snia, precedentemente capogruppo di Sorin".

Si tratta di un atto dell'avvocatura di Stato, depositato al Tribunale di Milano, che è stato notificato a Sorin lo scorso 24 luglio e di cui danno notizia le due società in una nota congiunta. Nel comunicato, sostengono come l'atto dimostrerebbe "incomprensione sostanziale della struttura e degli opettivi dell'operazione". Per questo motivo intendono "opporsi fermamente" all'atto: "Contesteremo questo atto con forza e chieremo di procedere con urgenza per tutelare pienamente i nostri diritti".

Il titolo di Sorin ovviamente risente negativamente della notizia. L'atto, che consiste in una opposizione dei creditori alla fusione ai sensi dell'articolo 2503 del codice civile, è stato depositato presso il Tribunale di Milano, in rappresentanza del Ministero dell'Ambiente e di altre amministrazioni pubbliche.

Il Ministero dell'Ambiente, nell'ambito della causa, aveva chiesto 3,4 miliardi di euro a copertura dei danni ambientali e dei costi di bonifica dei siti inquinati della Snia. Secondo Sorin e Cyberonics la richiesta dell'avvocatura dello Stato dimostra "incomprensione sostanziale della struttura e degli obiettivi dell'Operazione, nonché della regolamentazione italiana ed europea applicabile a questo tipo di operazioni. Sorin e Cyberonics" e ritengono "infondate le ragioni" addotte nell'atto.

"Contesteremo questo atto con forza e chiederemo di procedere con urgenza per tutelare pienamente i nostri diritti. Nel frattempo, il piano di integrazione delle nostre due aziende sta procedendo con successo e continuerà in tale direzione. Gli effetti dell'iniziativa dell'Avvocato dello Stato sui tempi del perfezionamento dell'Operazione non sono chiari in questo momento" ha commentato André-Michel Ballester, Amministratore delegato di Sorin. Sorin e Cyberonics hanno annunciato lo scorso 26 febbraio l'approvazione da parte dei rispettivi Cda di un'integrazione che porterà alla nascita della newco LivaNova.

L'operazione, subordinata all'approvazione da parte degli azionisti di Cyberonics, ha già ottenuto l'ok dell'assemblea di Sorin lo scorso 26 maggio 2015. Dalla fusione nascerà una società medicale con una presenza in oltre 100 Paesi e circa 4.500 dipendenti.

(FONTE -
ECONOMIA & FINANZA
27 LUGLIO 2015)

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venerdì 24 luglio 2015

NUOVO PIANO REGOLATORE - ADOZIONE CONTRODEDUZIONI


Lunedì 27 luglio 2015, alle 18,30, si riunisce il Consiglio Comunale di Saluggia (Vc). 

Tra i punti all'Ordine del Giorno saranno discusse anche le Controdeduzioni che l'Amministrazione Comunale porterà in approvazione per rispondere alle Osservazioni mosse dalla Regione Piemonte, Ente competente nella materia urbanistica, al progetto iniziale di Nuova Variante.

In anteprima per le nostre numerose lettrici ed i nostri numerosi lettori, ecco il documento con le controdeduzioni. redatto dal tecnico incaricato dall'Amministrazione Comunale,  pubblicate in data odierna all'Albo Pretorio Online del Comune di Saluggia.

























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giovedì 23 luglio 2015

BANDA ELASTICA PELLIZZA

Dal sito internet del Comune apprendiamo che Sabato sera 25 luglio presso il cortile di Casa Faldella si terrà un appuntamento musicale con la Banda Elastica Pellizza.

Ecco il volantino dell’evento:



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ENEA: ELETTRICITÀ DA PAGLIA, ALGHE E SCARTI AGROINDUSTRIALI

Secondo ricerche Enea in un futuro non lontano l'energia elettrica sarà prodotta da biogas ottenuto con paglia, microalghe e scarti agroindustriali. Si tratta della cosiddetta ‘bioenergia', l'energia prodotta dalle biomasse. 


I risultati della ricerca nel settore delle bioenergie sono stati presentati all’Enea nei giorni scorsi durante un workshop organizzato nell’ambito del ciclo di seminari di presentazione dei risultati della Ricerca di Sistema Elettrico.
Nell’occasione è stato fatto il punto sulle innovazioni tecnologiche più recenti: dalla produzione di elettricità da biomasse per sviluppare nuovi processi al fine di ottenere biocombustibili gassosi a più alto valore energetico, alle caldaie a sali fusi e a cicli termodinamici non convenzionali per incrementare le rese energetiche, ai nuovi dispositivi per ridurre le emissioni prodotte dalla combustione delle biomasse.
Per quanto riguarda i biocombustibili gassosi, i ricercatori dell’Enea hanno realizzato un impianto pilota alimentato a scotta, uno scarto delle industrie casearie, che consente di dimezzare i tempi di produzione del biogas e aumentare del 35% la resa energetica complessiva. Tutto ciò grazie ad un processo di digestione anaerobica a ‘doppio stadio’, con un primo reattore nel quale avviene la degradazione delle biomasse, ed un secondo, in cui si produce biogas.
Risultati molto promettenti sono stati ottenuti utilizzando funghi ruminali, assieme ai microrganismi responsabili della fermentazione anaerobica, per produrre biogas da paglia, ricca di cellulosa, con rese in metano aumentate fino al 68% rispetto a quanto prodotto da un processo convenzionale.
Non solo. Per incrementare la produzione di biogas e, allo stesso tempo, ridurre i costi di produzione della biomassa sono state sfruttate le potenzialità fertilizzanti del digestato, un sottoprodotto della digestione anaerobica, per far crescere colture di microalghe da utilizzarsi per ottenere nuovo biogas dopo il riciclo dei nutrienti.
La ricerca, dunque, sta portando a nuovi sistemi per la valorizzazione energetica di una più ampia varietà di biomasse, in grado di migliorare l’efficienza di conversione in biogas di alghe, scarti lignocellulosici e specie vegetali coltivabili in terreni marginali e utilizzabili per la co-generazione di elettricità e calore in sistemi decentralizzati di piccola-media taglia o per l’immissione come biometano nella rete di distribuzione del gas, dopo un trattamento di pulizia e purificazione del gas.
Nell’ambito della Ricerca di Sistema Elettrico, l’Enea sta infatti conducendo numerose attività di ricerca e sviluppo sulle tecnologie per la clean-up e l’upgrading del biogas e del syngas, con l’obiettivo di arrivare alla loro validazione in impianti pilota su cui testare processi, materiali e componenti innovativi.
Le attività dei ricercatori si sono rivolte anche verso la rimozione dei contaminanti come ad esempio l’idrogeno solforato o H2S, in modo da ottenere un biocombustibile gassoso, costituito da metano praticamente puro (97-99%). Sono stati studiati e sperimentati sistemi di pulizia di tipo sia chimico-fisico, sia biologico, arrivando anche all’abbattimento totale dell’H2S, per un biogas con contenuto di inquinante intorno a 400 ppm (parti per milione).
Per quel che riguarda invece l’upgrading, ovvero la trasformazione del biogas in biometano, l’attenzione è stata rivolta sia ai processi basati sull’assorbimento della CO2 in soluzioni di ammine in fase organica, che limitano la corrosione degli impianti e i consumi di energia rispetto a quelli attualmente in uso, sia a quelli basati sulla formazione/dissociazione selettiva di gas idrati che consentono di arrivare ad una miscela con un contenuto in metano pari all’80% in un solo passaggio.
Nel Centro Enea della Trisaia è stato invece studiato e sperimentato su un impianto pilota un processo per la conversione in metano (bio-Sng) del syngas ottenuto dalla gassificazione di biomasse lignocellulosiche, basato sull’azione combinata di sorbenti per la cattura della CO2.
Sul fronte della lotta all’inquinamento, presso il Centro Ricerche Enea di Saluggia, sono stati effettuati test sperimentali per la riduzione delle emissioni di inquinanti dagli impianti di combustione delle biomasse. Grazie allo sviluppo di filtri ceramici innovativi di tipo “wall-flow” in carburo di silicio, attivati con un catalizzatore a base di ferrite di rame, i test hanno dimostrato elevate efficienze (> 92%) di abbattimento del particolato fine nei fumi di combustione di caldaie alimentate a biomasse legnose. I filtri sono poi rigenerati a intervalli prestabiliti mediante un dispositivo a microonde che, operando direttamente sul filtro, consente di ridurre i tempi necessari per la rigenerazione e i relativi consumi di energia.

(FONTE – WWW.ENERGIA-PLUS.IT)

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A SCUOLA DI SICUREZZA CON SOGIN

Siglato un accordo per formare gli studenti sulle attività di smantellamento in corso


Formare e informare gli studenti sulle attività in corso di svolgimento nei siti nucleari nazionali, in particolare alla Enrico Fermi di Trino e all'Eurex di Saluggia: dallo smantellamento degli impianti fino alla gestione dei rifiuti radioattivi e alla radioprotezione. E' l'obiettivo del protocollo d'intesa firmato ieri tra Sogin, l'azienda di Stato incaricata del decomissioning delle centrali nucleari italiane, e alcuni istituti superiori della provincia di Vercelli: il Ferraris (in cui rientrano l'Agrario, l'Alberghiero di Trino e il Calamandrei di Crescentino), l'istituto Cavour, e l'Avogadro (che comprende lo Scientifico e l'Itis di Santhià). 
L'accordo avrà una durata di tre anni scolastici e coinvolgerà gli studenti del triennio. Sogin e le scuole del territorio si impegnano a diffondere, attraverso seminari informativi, percorsi di formazione e attività in classe, la cultura della sicurezza, della sicurezza sul lavoro e della salute. Il protocollo prevede anche l'inserimento nella programmazione scolastica di materie specifiche legate all'attività di Sogin, e l'attivazione di tirocini formativi anche dopo il conseguimento del diploma. Gli studenti saranno anche coinvolti in visite negli impianti nucleari in fase di smantellamento. Uno degli scopi è soprattutto avvicinare il mondo scolastico al mondo del lavoro. A firmare l'accordo, ieri, il dirigente del Ferraris Giovanni Marcianò, Vincenzo Guarino del Cavour, Paoletta Picco dell'Avogadro e Luca Cittadini, direttore Divisione corporate e della Radwaste management school di Sogin. Presente anche il segretario regionale Flaei Cisl, Tommaso Di Lauro, che mesi fa diede l'imput per la realizzazione dell'accordo, e Lella Bassignana, referente comunicazione del Ferraris. Già nei prossimi giorni si studierà come inserire nel nuovo anno scolastico le ore da dedicare alle attività di Sogin e il numero di stage che potranno essere attivati. Un'azione di sensibilizzazione, soprattutto sulla sicurezza, verrà attivata anche per le classi prime. «Sono percorsi - ha dichiarato Cittadini - che possono sfociare nell'alternanza scuola lavoro: questo è il momento di seminare per poi raccogliere, tra qualche anno, i frutti. Si tratta di progetti legati alla nostra presenza sul territorio: è una provincia che ha due impianti diversi, e questo permetterà di acquisire e sviluppare capacità variegate. Con un occhio di riguardo soprattutto sulla sicurezza». 

(FONTE 
ROBERTO MAGGIO  
LA STAMPA VERCELLI)

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mercoledì 22 luglio 2015

ALL’EX TAMBURELLI ARRIVANO ALTRI 4 PROFUGHI

SALUGGIA (VC) - L'EX ISTITUTO ERCOLE TAMBURELLI
Sul settimanale La Nuova Periferia di Chivasso, che trovate in edicola da questa mattina, nell’articolo a pagina 67, a firma (gei) titolato “ALL’EX TAMBURELLI ARRIVANO ALTRI 4 PROFUGHI, testualmente leggiamo:

“Saluggia – Da ormai un anno Saluggia, come altre realtà del circondario, vive la questione legata ai profughi, quegli uomini spesso giovanissimi, che cercano un futuro migliore proprio in Italia. E lo fanno attraverso quei viaggi della speranza che dalla loro nazione li portano sino alle terre della penisola. E qui, chiedono che gli sia riconosciuto l’asilo politico. E Saluggia, come per esempio ance Cavagnolo e Brusasco, è uno dei paesi piemontesi ad ospitare questi giovani. Una scelta, quella di ospitare queste persone non adottata dal Comune guidato da Firmino Barberis che, più di una volta, ha espresso le sue perplessità ad ospitare queste persone. Motivi di sicurezza quelli individuati dal primo cittadino che nuovamente lunedì ha ricevuto una chiamata da Vercelli. Una chiamata attraverso cui la Prefettura annunciava l’arrivo di 4 nuovi profughi all’ex Tamburelli”.

Il resto del testo lo trovate sul settimanale La Nuova Periferia di Chivasso, che trovate in edicola da questa mattina, nell’articolo a pagina 67, a firma (gei) titolato “ALL’EX TAMBURELLI ARRIVANO ALTRI 4 PROFUGHI.

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LE POSTE NON POSSONO CHIUDERE IN FRAZIONE

(FOTO - FONTE LA NUOVA PERIFERIA CHIVASSO)
Sul settimanale La Nuova Periferia di Chivasso, che trovate in edicola da questa mattina, nell’articolo a pagina 67, a firma (gei) titolato “LE POSTE NON POSSONO CHIUDERE IN FRAZIONE, testualmente leggiamo:

Saluggia – “L’annuncio del primo cittadino Firmino Barberis due settimane fa, proprio attraverso le colonne del nostro giornale, non è piaciuto agli utenti dell’ufficio postale di S.Antonino di Saluggia. La volontà di Poste Italiane, infatti, non è cambiata: loro vogliono e hanno deciso di chiudere alcuni sportelli sull’intero territorio e tra questi figura proprio quello di questa frazione, nonostante conti più 800 abitanti e numerosi clienti.
Un triste decisione, come aveva spiegato il sindaco che la società ha adottato sarà esecutiva dal prossimo lunedì 7 settembre. Infatti, al rientro delle vacanze estive le porte del piccolo ufficio di via Cigliano saranno per sempre chiuse. Come d’altronde e successo per numerosi altri servizi proprio in questa realtà: non ultimo la scuola primaria che da settembre 2014 ha cessato di esistere.
E contro la chiusura dei pochi servizi che ancora poteva godere la località si sono mossi veramente in molti: dalla Pro Loco che ha raccolto più di 700 firme per far sentire la volontà della popolazione (molti dei firmatari abitano anche a Saluggia), i numerosi incontri organizzati dall’amministrazione comunale con i vertici della società e anche l’interessamento del mondo politico locale, in primis il consigliere regionale Giovanni Corgnati e il senatore Luigi Bobba. Tutti in prima fila per combattere questa battaglia che, ad oggi, è persa.”

Il resto del testo lo trovate sul settimanale La Nuova Periferia di Chivasso, che trovate in edicola da questa mattina, nell’articolo a pagina 67, a firma (gei) titolato “LE POSTE NON POSSONO CHIUDERE IN FRAZIONE.

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