E GIUNTA ALLA NOSTRA CASELLA DI
POSTA ELETTRONICA UNA MAIL
CON IL SEGUENTE MESSAGGIO
CHE
RICEVIAMO E VOLENTIERI
PUBBLICHIAMO
Caro Marco,
ho letto con interesse quanto da te pubblicato sul blog in merito al provvedimento con cui il TAR del Lazio ha imposto alle Poste Italiane s.p.a, di tenere aperti gli uffici postali di nove Comuni della marca trevigiana. (Clicca QUI)
Così pure ho letto la notizia, data dal giornale La Stampa del 21 ottobre u.s. – edizione di Cuneo - , che ben quarantun Comuni Piemontesi hanno proposto ricorso al TAR contro analoghi provvedimenti di riduzione del servizio postale. (Clicca QUI).
In questo caso la novità di grandissimo rilievo è però l’intervento diretto dell’ANCI che si è accollata il 50% delle spese di giudizio ed ha messo a disposizione dei ricorrenti lo studio legale dell’Associazione, di altissima rinomanza.
Le considerazioni che mi sono immediatamente frullate per la testa sono due:
la prima, conferma che (quasi) tutte le amministrazioni dei piccoli Comuni colpiti dai tagli programmati da Poste Italiane s.p.a. si stanno ribellando e stanno usando ogni strumento disponibile per ottenere il ripristino di un servizio vitale in particolar modo per le fasce più deboli della popolazione;
la seconda, mi riporta all’incredibile realtà di quanto è successo a Saluggia, dove l’Amministrazione comunale u n a n i m e m e n t e – maggioranza e minoranza che tacendo ha acconsentito allo scempio –(cosa mai accaduta negli ultimi quattro anni), ha deciso di non intervenire a tutela della frazione di S.Antonino (bastavano per le spese legali 5.000 euro o poco più) e contemporaneamente si è accollata le spese (15.000 euro di contributo più altre spese assunte direttamente che ora non sto a quantificare) per dar da mangiare e bere e far danzare probabilmente più forestieri che cittadini.
Mi fermo perché se il cervello non prevalesse sulla pancia, scaricherei tanto di quel liquame da provocare guai.
Ma scorrendo tra i cassetti della memoria, non più aggiornata alle ultime novità legislative e giurisprudenziali, però ancora aggrappata ai principi ed del processo amministrativo, ho spolverato un istituto non consueto che lancio quale salvagente ad un’Amministrazione con la melma delle omissioni a danno di S.Antonino ormai al naso.
Si tratta dell’intervento “ad adiuvandum”, consistente nel deposito al TAR del Lazio, da parte dell’Amministrazione, di una memoria a sostegno ( in aiuto ) delle tesi esposte dai ricorrenti, senza peraltro poter aggiungere nuove eccezioni, che andavano prodotte entro i termini di decadenza per la proposizione del ricorso ( sei ottobre u.s. )
Da un punto di vista sostanziale sarebbe poca cosa, ma assumerebbe un alto valore simbolico, dando agli abitanti della frazione la sensazione di non essere più soli ed all’Amministrazione un’opportunità almeno in parte risarcitoria.
Pensi
che il salvagente
venga raccolto ?
Ho dei dubbi, ma tentar non nuoce e sarei comunque felice di essermi sbagliato.
Grazie dell’ospitalità che vorrai offrirmi.
FIRMATO
Costanzo Rosa
Ciao alla prossima
e chiunque volesse
liberamente replicare
può farlo sempre qui:
marco.pasteris@yahoo.it