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martedì 11 novembre 2014

FALLIMENTO DEL CONSORZIO CSEA L’EX AD È CONDANNATO A 4 ANNI


Nell’anno del Signore 2009, una profonda crisi economica interna, prima mise in discussione la permanenza dell’Agenzia Formativa CSEA Tamburelli quindi né decreto la definitiva chiusura e l’abbandono della sede di Saluggia (Vc) presso l’Istituto Tamburelli.

Seguendo una prassi ben consolidata all’epoca come , oggi, cioè additare il primo cittadino del paesello quale irresponsabile innanzi a tale crisi, la minoranza, di ieri e di oggi, cavalcò il problema, con il solito e consueto stile collaudato del manifesto affisso su tutti i muri di Saluggia e S.Antonino.

In realtà, invece, il sottoscritto all’epoca sia come Sindaco che Assessore Provinciale, si attivo immediatamente sia in loco che in Provincia dando vita ad un Tavolo di consultazione con l’Amministrazione Provinciale, Comunale, i Sindacati dei Lavoratori (che avendo rappresentanti saluggesi mi sono testimoni) e una delegazione dei lavoratori (anche essi testimoni dell’impegno profuso da chi vi scrive per salvare la struttura saluggese).

Purtroppo, il male che ne determinò la chiusura era ben altro.

Lo desumiamo dalla lettura dell’articolo apparso su Cronaca Qui Torino, Sabato 08 novembre 2014,  titolato: “FALLIMENTO DEL CONSORZIO CSEA. L’EX AD È CONDANNATO A 4 ANNI”.

Nell’articolo si legge: “Quattro anni di reclusione. È la pena inflitta ieri mattina in abbreviato a Renato Perone, l’ex amministratore delegato del consorzio misto pubblico-privato di formazione professionale Csea, del Comune di Torino, fallito nel 2012. Il procedimento per bancarotta e truffa ai danni di Regione e Provincia, davanti al gup Giuseppe Marra, si è concluso anche con sei patteggiamenti a pene comprese tra sei mesi e un anno e otto mesi di carcere. Per Perone, il pubblico ministero Vincenzo Pacileo aveva chiesto una condanna a cinque anni e mezzo di reclusione.
Nell ’avviso di conclusione delle indagini preliminari firmato dal pm erano state attentamente affrontate e illustrate tutte le procedure utilizzate dai diciassette personaggi inizialmente indagati allo scopo di distrarre i fondi pubblici e coprire successivamente gli inevitabili buchi di bilancio del consorzio.
Nel 415 bis notificato nel maggio 2013 a tutti gli indagati, il magistrato aveva sottolineato che i personaggi coinvolti nell’inchiesta «falsificavano i libri e le altre scritture contabili allo scopo di procurare a sè o ad altri un ingiusto profitto» ed «esponevano nei bilanci, relativi agli esercizi, fatti non rispondenti al vero sulla situazione economica, patrimoniale o finanziaria della società, alterandola in maniera sensibile (e superiore alle soglie di legge) e in modo idoneo a indurre in errore i destinatari dei bilanci». Tanto per fare un esempio, dalla controllata Csea Mediterranea sarebbero stati distratti, dal 2006 al 2012, 984mila euro. Mentre il solo Renato Perone, in qualità di vice presidente e ad, avrebbe intascato 617mila euro di compensi. Lo stesso Perone avrebbe sottratto alla Provincia di Torino 420mila euro rendicontando spese in realtà mai sostenute, e dalla Regione avrebbe ottenuto un rimborso di 320mila euro attraverso Finpiemonte.
Ci sarebbero poi i raggiri ai danni degli istituti di credito e i 10 computer e i 46 monitor distratti. Un sistema, quello utilizzato dagli indagati, capace di aggravare il passivo della società Csea «per almeno 4 milioni di euro ».

Come vedete la realtà era ben diversa da quella che raccontava la nota minoranza saluggese, di ieri e di oggi, nel 2009.
Il CSEA Tamburelli di Saluggia non chiuse per l’inattività dell’allora – e scrivente – Sindaco ed Assessore Provinciale Marco Pasteris, che invece si adoperò con tutte le sue forze e quelle dell’Amministrazione che aveva l’onore di guidare per evitare la chiusura della sede di Saluggia.

Chiuse per i motivi esposti nell’articolo sopracitato.

Ciao alla prossima e
Chiunque volesse replicare
può farlo liberamente sempre qui
Marco.pasteris@yahoo.it