Nell’anno del Signore
2009, una profonda crisi economica interna, prima mise in discussione la
permanenza dell’Agenzia Formativa CSEA Tamburelli quindi né decreto la
definitiva chiusura e l’abbandono della sede di Saluggia (Vc) presso l’Istituto
Tamburelli.
Seguendo una prassi ben
consolidata all’epoca come , oggi, cioè additare il primo cittadino del
paesello quale irresponsabile innanzi a tale crisi, la minoranza, di ieri e di
oggi, cavalcò il problema, con il solito e consueto stile collaudato del
manifesto affisso su tutti i muri di Saluggia e S.Antonino.
In realtà, invece, il
sottoscritto all’epoca sia come Sindaco che Assessore Provinciale, si
attivo immediatamente sia in loco che in Provincia dando vita ad un Tavolo di
consultazione con l’Amministrazione Provinciale, Comunale, i Sindacati dei
Lavoratori (che avendo rappresentanti saluggesi mi sono testimoni) e una
delegazione dei lavoratori (anche essi testimoni dell’impegno profuso da chi vi
scrive per salvare la struttura saluggese).
Purtroppo, il male che ne
determinò la chiusura era ben altro.
Lo desumiamo dalla
lettura dell’articolo apparso su Cronaca Qui Torino, Sabato 08 novembre
2014, titolato: “FALLIMENTO DEL CONSORZIO CSEA. L’EX AD È CONDANNATO A 4 ANNI”.
Nell’articolo si
legge: “Quattro anni di reclusione. È la pena
inflitta ieri mattina in abbreviato a Renato Perone, l’ex amministratore
delegato del consorzio misto pubblico-privato di formazione professionale Csea,
del Comune di Torino, fallito nel 2012. Il procedimento per bancarotta e truffa
ai danni di Regione e Provincia, davanti al gup Giuseppe Marra, si è concluso
anche con sei patteggiamenti a pene comprese tra sei mesi e un anno e otto mesi
di carcere. Per Perone, il pubblico ministero Vincenzo Pacileo aveva chiesto
una condanna a cinque anni e mezzo di reclusione.
Nell ’avviso di conclusione delle indagini preliminari
firmato dal pm erano state attentamente affrontate e illustrate tutte le
procedure utilizzate dai diciassette personaggi inizialmente indagati allo
scopo di distrarre i fondi pubblici e coprire successivamente gli inevitabili buchi
di bilancio del consorzio.
Nel 415 bis notificato nel maggio 2013 a tutti gli
indagati, il magistrato aveva sottolineato che i personaggi coinvolti nell’inchiesta
«falsificavano i libri e le altre
scritture contabili allo scopo di procurare a sè o ad altri un ingiusto profitto» ed «esponevano nei bilanci, relativi agli esercizi, fatti non rispondenti al vero sulla situazione economica, patrimoniale o finanziaria della società, alterandola
in maniera sensibile (e superiore alle soglie di legge) e in modo idoneo a indurre in errore i destinatari dei bilanci». Tanto per fare un
esempio, dalla controllata Csea Mediterranea sarebbero stati distratti, dal
2006 al 2012, 984mila euro. Mentre il solo Renato Perone, in qualità di vice
presidente e ad, avrebbe intascato 617mila euro di compensi. Lo stesso Perone
avrebbe sottratto alla Provincia di Torino 420mila euro rendicontando spese in
realtà mai sostenute, e dalla Regione avrebbe ottenuto un rimborso di 320mila euro
attraverso Finpiemonte.
Ci sarebbero poi i raggiri ai danni degli istituti di
credito e i 10 computer e i 46 monitor distratti. Un sistema, quello utilizzato
dagli indagati, capace di aggravare il passivo della società Csea «per almeno 4 milioni di euro ».
Come vedete la realtà era ben diversa da
quella che raccontava la nota minoranza saluggese, di ieri e di oggi, nel 2009.
Il CSEA Tamburelli di Saluggia non chiuse
per l’inattività dell’allora – e scrivente – Sindaco ed Assessore Provinciale
Marco Pasteris, che invece si adoperò con tutte le sue forze e quelle
dell’Amministrazione che aveva l’onore di guidare per evitare la chiusura della
sede di Saluggia.
Chiuse per i motivi esposti nell’articolo sopracitato.
Ciao alla prossima e
Chiunque volesse replicare
può farlo liberamente sempre
qui
Marco.pasteris@yahoo.it