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mercoledì 2 aprile 2014

QUANDO LA CASSAFORTE E’ PIENA MA LA PANCIA E’ VUOTA

Amiche lettrici ed Amici lettori,

qualche decennio addietro – ma capita ancora oggi di leggere notizie di quel tenore – anche nei piccoli paesi non era difficile individuare delle persone che pur disponendo di grosse risorse economiche, conducevano un’esistenza misera, stracciona, trascurando anche le più elementari esigenze, quali il procurarsi il cibo quotidiano.

Per loro il contatto e la conta dei soldi equivale ad immagazzinare energia e benessere: “più ne ho e meglio mi sento”, dicono, “quelli che spendo non li ho più e la circostanza mi fa star male”.

Il Comune di Saluggia sta sperimentando la stessa situazione: i soldi in cassa continuano ad aumentare, non si riesce a spenderli perché le strutture amministrative sono tarate su livelli inferiori (siamo ormai oltre i 5.000.000 di euro) e contemporaneamente gli amministratori aumentano imposte, tasse e costi dei servizi (cioè le entrate).

Punto di arrivo: il Comune è ricchissimo,  i cittadini sono bastonatissimi ed aumentano i disagi individuali e famigliari.

Non vi sembra un’assurdità?

Facciamo la conta quotidiana per sentirci meglio?
Tenteranno – amministratori e tecnici di poca fantasia, terrorizzati dal batter d’ala di una zanzara – di convincervi, evocando leggi, vincoli di destinazione,  patti di stabilità e chissà cos’altro ancora.

Sono sfinteri così stretti dalla paura (di che cosa?) da non lasciar passare nemmeno la cruna di un ago.

NON CREDETECI : SONO BALLE!

Sarebbe sufficiente utilizzare un terzo degli indennizzi che lo Stato da 10 anni trasferisce al Comune in virtù di apposita legge ( e trasferirà per chissà quanti anni ancora sino alla bonifica del sito nucleare) e le tasche dei cittadini potrebbero riprendere a respirare.

TENETE BEN PRESENTI TRE PUNTI FONDAMENTALI:

1 – Gli indennizzi erogati dallo Stato, sono entrate correnti ordinarie, la cui  collocazione nel bilancio comunale, mai è stata messa in discussione. Sono quindi entrate di natura strutturale, non occasionale e come tali utili a definire il bilancio strutturalmente in pareggio.

2  - Né la legge 368/2003, che ha istituito gli indennizzi e neppure il CIPE, che annualmente li quantifica, hanno stabilito che gli stessi debbano essere esclusivamente destinati a copertura di spese di investimento.

3 – Quando il CIPE, tafazzianamente, da tecnici e politici, tirato per la giacca, nell’indicare i campi in cui possono essere indirizzati gli indennizzi, fa riferimento ad  interventi mirati all’adozione di misure di compensazione in campo ambientale e in particolare in materia di…… interventi per lo sviluppo sostenibile”, apre non una finestrella, ma vere e proprie autostrade.
Riferendosi infatti a misure di compensazione in campo ambientale, non specifica che debba essere preso in considerazione unicamente l’ambiente fisico in cui nascono e si sviluppano le forme di vita umane, animali e vegetali. Qualunque vocabolario della lingua italiana precisa che per “ambiente” deve anche intendersi il luogo in cui l’uomo sviluppa le proprie relazioni sociali, culturali ed economiche.  Tutto ciò che ha attinenza col sociale, col benessere sostenibile dei cittadini (sostegni economici, riduzioni e/o rimodulazioni di imposte, tasse e costi dei servizi, incentivi….) è, senza alcuna forzatura interpretativa, qualificabile quale intervento per lo sviluppo sostenibile!

Ancora oggi ci insegnano che il legislatore “ubi voluit, dixit” (quando vuole una cosa , la precisa).  

Perché vogliamo sadicamente ostinarci a porre dei paletti che il legislatore e neppure il CIPE hanno posti?

CORAGGIO! E’  sufficiente costituire apposito fondo in entrata coperto dagli indennizzi ed il gioco è fatto, ben consapevoli che qualora gli stessi, per motivi ora assolutamente non ipotizzabili, non dovessero più essere erogati, il Comune è in grado di pareggiare il bilancio per altre vie, come purtroppo dimostrato nell’anno 2013. 

CHE SENSO HA STARE A PANCIA VUOTA QUANDO LA CASSAFORTE E’ PIENA?

Il problema è troppo importante interessa 1850 famiglie: ci ritornerò ancora, augurandomi di trovare ascolto colà dove si puote.

Ciao alla prossima e chiunque 
volesse democraticamente
 replicare ci trova sempre qui: 
marco.pasteris@yahoo.it