Carissime Amiche
lettrici e Carissimi Amici Lettori,
programmi televisivi,
giornali, riviste ed ogni altro mezzo di comunicazione, nello scorso anno ed
ancora negli scorsi mesi, hanno invaso i nostri occhi e le nostre orecchie delle
vicende di rimborsopoli, un virus che ha causato una epidemia diffusa su tutto
il territorio nazionale, colpendo indistintamente figure istituzionali di alto
livello e mezze tacche e creato sconcerto ed indignazione profonda tra la gente
comune, ormai da anni costretta a campare tra rinunzie e sacrifici.
Ed ora corre voce che
il virus abbia trovato terreno fertile anche in quel di Saluggia, in una
versione particolare, ma non meno uggiosa.
E’ quanto apprendo dal
settimanale “la Nuova Periferia” del 15 ottobre, che trovate in edicola da
oggi, che a pagina 46 titola “Olivero, mancano
all’appello 100 ore”.
Sembra, infatti che un
Consigliere Comunale “abbia fatto bere al suo datore di lavoro” di aver diritto
a permessi retribuiti genericamente motivati con la necessità di svolgere
attività connessa con la carica ricoperta.
Di fatto, il datore di
lavoro che ha retribuito il dipendente pur se assente (si tratta di 124 ore
lavorative), ha richiesto al Comune il rimborso di quanto pagato. E gli Uffici
comunali, a seguito di un controllo sommario, meramente matematico, ma fatto in buona fede, hanno
disposto il pagamento di quanto richiesto dalla ditta.
Tutto sarebbe
probabilmente andato bene se il pagamento alla ditta non avesse reso necessaria
una variazione di bilancio, disposta dalla Giunta Municipale, per impinguare il
capitolo di spesa, il cui stanziamento non era sufficiente alle necessità
dell’intero esercizio finanziario.
In sede di ratifica
consiliare, infatti, venne alla luce qualche perplessità sull’entità del
rimborso richiesto dalla ditta (circa 3.100 euro) e pagato dal Comune, per cui
l’Assessore relatore preannunciò un controllo più approfondito sulla vicenda.
Ragionevolezza
e buon senso avrebbero dovuto suggerire al Consigliere comunale, che chiese i
rimborsi al Comune per tramite del datore di lavoro, di approfondire la
questione di concerto con l’Amministrazione comunale, facendo valere la propria
buona fede e di valutare l’opportunità di rimborsare quanto indebitamente
percepito.
Il Consigliere Comunale invece, con un’arroganza
solo pari all’ignoranza della legge (che non sarebbe comunque scriminante ) con
una lunga lettera pubblicata sul noto ed incontrastato
giornalino\gazzettino\tamburino della minoranza, di ieri e di oggi, saluggese del primo ottobre così si espresse “”….. in 19 mesi avrei potuto utilizzare per legge, come
consigliere, 456 ore di permesso dal lavoro. Ne ho fatte risparmiare 332, del
valore di 8.000 euro…….Avrebbero dovuto stanziare i permessi di 24 ore al mese
per ciascun consigliere dipendente privato………I permessi della sottoscritta,
perfettamente legittimi, erano stati liquidati da tempo dagli uffici…… Ho colto
l’occasione di informare, con orgoglio, i miei concittadini che…..ho fatto
risparmiare un bel gruzzolo al Comune di Saluggia…””
In
realtà la legge, ben lontana da quanto fantasiosamente descritto, qui sopra dal
Consigliere Comunale, signora Paola Olivero, prevede che i Consiglieri Comunali
abbiano diritto di fruire di permessi retribuiti unicamente per partecipare
alle sedute del Consiglio Comunale quando siano convocate in orario di lavoro.
Le
ormai famose 24 ore mensili di permesso per lo svolgimento di attività connesse
alla carica ricoperta, esistono, ma non sono retribuite.
La Consigliera Olivero
aveva diritto di permesso per assentarsi dal lavoro, ma non aveva diritto di
essere retribuita e quindi il datore di lavoro non aveva diritto di chiedere il
rimborso al Comune delle ore pagate.
Così, sempre dalla
“Nuova Periferia”, apprendo che il
Sindaco Barberis ha “….disposto l’immediata verifica agli uffici competenti,
per determinare l’esatta entità delle ore sottratte al normale orario di lavoro
esclusivamente per partecipare alle sedute del Consiglio per adottare
conseguenti provvedimenti…”.
Concludo pubblicando il
contenuto di una lettera-circolare, che il Segretario Comunale inviò, alla fine
del 2011, a me ed a tutti i Consiglieri Comunali (quindi anche alla Consigliere
Comunale di ieri e di oggi signora Paola Olivero):
Al Signor Sindaco
Sede
Ai Consiglieri Comunali
Sede
Oggetto: D.L.
138/2011 convertito in legge 148/11.-
Comunicazioni.
Con la presente si comunica, anche in
vista del Consiglio Comunale convocato per fine mese, che il D.L. n. 138/11,
convertito con modificazioni dalla Legge n. 148 del 14/09/2011 ha apportato
modifiche ed integrazioni all’art. 79 del D.Lgs n. 267/2000 avente ad oggetto “Permessi
e Licenze” per gli Amministratori locali che siano lavoratori, pubblici
e privati.
In particolare per le sedute dei
Consigli Comunali in virtù del nuovo disposto normativo, i lavoratori
componenti dei consigli stessi, hanno diritto di assentarsi dal servizio:
“per il tempo strettamente necessario per la
partecipazione a ciascuna seduta del rispettivo consiglio e per il
raggiungimento del luogo di suo svolgimento”.
Inoltre, i predetti lavoratori hanno diritto di non riprendere il
lavoro prima delle ore 8.00 del giorno successivo nel caso in cui i Consigli si
svolgano in orario serale e, se i lavori si protraggono oltre la mezzanotte ,
di assentarsi dal servizio per l’intera giornata successiva.
Infine, si ricorda ai Consiglieri, componenti dell’organo esecutivo
del Comune di Saluggia, che le attività ed i tempi di espletamento del mandato
per i quali i lavoratori chiedono i permessi devono essere prontamente e
puntualmente documentati mediante attestazione dell’Ente, il che significa che
deve essere l’ente ad attestare il tipo di attività ed i tempi di espletamento
del mandato per cui si è fruito dei permessi.
Ovviamente, l’Ente agisce mediante gli organi preposti, in relazione
alle competenze ed alle funzioni, per cui, al fine di fornire l’attestazione,
deve essere messo nelle condizioni di conoscere il tipo di attività svolta,
nonché il tempo necessario, anche per gli spostamenti da e per il luogo di
lavoro, in relazione alle previsione di legge.
Nel caso di attività non desumibili dagli atti o
non riscontrabili d’ufficio, l’Amministratore interessato potrà fornire al
proprio datore di lavoro un’autocertificazione da conservare agli atti dell’Ente.
A disposizione per qualsiasi ragguaglio in merito, si cogli
l’occasione per porgere distinti saluti.
ORA,
CORTESEMENTE ED
EDUCATAMENTE,
CONSIGLIERA
OLIVERO
LEI PUO’ SMENTIRE DI AVERE MAI RICEVUTO
NEL 2011 (TRE ANNI
ORSONO)
UNA COMUNICAZIONE
AVENTE IL SOPRACITATO
TENORE ???
PERCHE’ SE NON
SMENTISCE,
NE DEDUCIAMO,
PER LOGICA,
CHE LEI ERA DA
TEMPO
PERFETTAMENTE
INFORMATA
SULLE MODALITA’
DI RICHIESTA DI
RIMBORSO DEI
PERMESSI.
QUINDI,
NE DEDUCIAMO,
SEMPRE PER LOGICA,
CHE QUALCOSA
NON E’ ANDATO
SECONDO
LE PREVISIONI
DI LEGGE !!!
Vi terremo informati
dello sviluppo della vicenda.
Ciao alla prossima
e
chiunque volesse
liberamente replicare
può farlo sempre qui:
marco.pasteris@yahoo.it