“Poste italiane è una società
per azioni. Azionista unico:il Governo, Ministero dell’Economia e Finanze.
Governo che – c’era già Renzi – nella primavera del 2014 ha nominato presidente
di Poste Italiane l’imprenditrice Luisa Todini, e amministratore delegato e
direttore generale il manager Francesco Caio. Ora: perché un Governo mette
un’imprenditrice e un manager (e non, invece, una dama di San Vincenzo e un
volontario del terzo settore) alla guida di Poste Italiane ? Evidentemente
perché questi tengano i conti a posto, tagliando dove l’azienda non rende e
investendo dov’è economicamente più conveniente. Avete voluto il manager (ex
McKinsey, Ex Lehman Brothers, non ex Misericordia di Sant’Emiliano e ox Associazione
Via Tre) ?. E quello fa il manager che diamine: guarda le colonne di costi e ricavi, non “l’importanza
dei presidi di servizio sul territorio".Ebbene: chi è che oggi, di fronte ai tagli decisi dai
dirigenti dell’azienda, scrive “credo che la missione aziendale di Poste
Italiane non possa realizzarsi sacrificando uffici ritenuti economicamente non
produttivi “ ? Un sottosegretario del Governo Renzi. Allora, Amici del Pd: se
volete fare i renziani, siate coerenti e fatelo fino in fondo. Se si imbocca una
certa strada, le conseguenze sono queste. Non venite qui a piangere lacrime di
coccodrillo, che non siete più credibili”.
(Fonte
La Gazzetta – Per Saluggia
Giovedì 19 febbraio 2011)