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martedì 3 febbraio 2015

POSTE: S.ANTONINO A RISCHIO CHIUSURA

Sull’edizione odierna de LA STAMPA VERCELLI nell’articolo a firma di Maria Cuscela titolato: “Poste, ecco gli uffici che rischiano la chiusura“ testualmente leggiamo: “Il piano di riduzione degli uffici di Poste Italiane, ancora in bozza, tocca anche la provincia di Vercelli. Sarebbe prevista la chiusura delle sedi di Isolella di Borgosesia e Sant’Antonino di Saluggia, e la riduzione degli orari in quelle di Albano Vercellese, Cellio, Crova, Formigliana, Postua, Breia, Pertengo, Balmuccia, Scopa, Pila e Mollia. 


La vertenza Uncem  
Un ulteriore affondo dopo le numerose proteste seguite alla chiusura pomeridiana dell’ufficio di Varallo. Una situazione che Uncem vuole chiarire attraverso una vertenza con Poste Italiane. Anche perché proprio recentemente Angelo Marcello Cardani, presidente dell’AgCom (Autorità garante delle Comunicazioni) ha inviato una lettera al presidente nazionale Uncem (Unione nazionale Comuni comunità enti montani), Enrico Borghi, per sottolineare che gli uffici postali nei piccoli Comuni e nelle aree montane non possono essere chiusi.  «Visto che conosciamo il territorio montano – spiega Lido Riba, a capo di Uncem Piemonte – possiamo aiutare Poste a ridefinire gli standard dei servizi e l’offerta in queste aree. E’ evidente che nelle Terre Alte i servizi non possono essere organizzati nello stesso modo rispetto alle città e ad altre zone ad alta densità di popolazione». E le proposte di Uncem sono concrete: in montagna servirebbe l’apertura certa al sabato, se è garantita la disponibilità a giorni alterni verificare l’alternanza con i centri vicini, mantenere l’orario esteso al pomeriggio nei paesi del fondovalle (come per esempio Varallo). 


La risposta  
Dal canto suo Poste Italiane chiarisce la propria posizione attraverso una nota stampa: «Il piano di rimodulazione degli uffici postali – si legge – adegua l’offerta all’effettiva domanda sul territorio tenendo fermo il principio della centralità del cittadino e della massima attenzione e capillarità al servizio e la tenuta dei livelli occupazionali».  Poste Italiane fa espressamente riferimento alle zone montane. «Il piano è stato definito in conformità con il vigente Contratto di programma e con la normativa – continua -, che stabilisce particolari garanzie per i Comuni caratterizzati da una natura prevalentemente montana del territorio (divieto di chiusura di uffici postali situati in centri rurali che rientrano anche nella categoria di quelli montani con esclusione di quelli in cui siano presenti più di due uffici postali e il rapporto abitanti per ufficio postale sia inferiore a 800) e dalla scarsa densità abitativa». Nel piano di rimodulazione verrebbe infine tenuto conto della ricollocazione del personale in altre sedi nello stesso ambito territoriale.”


ORA VISTO CHE S.ANTONINO DI SALUGGIA:

1)NON E’ IN MONTAGNA !!!

2) HA, SE NON MI SBAGLIO, 
PIU’ DI 800 ABITANTI !!!

3) E LE POSTE SONO UN SERVIZIO ESSENZIALE PER TUTTI I CITTADINI DELLA FRAZIONE !!!


SUGGERIAMO LIBERAMENTE ALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE 
DI COMPIERE QUALSIASI 
ATTO LEGITTIMO 
PER DIFENDERE 
L’UFFICIO POSTALE 
DI
S.ANTONINO DI SALUGGIA
DALLA CHIUSURA PAVENTATA 
DALLE POSTE ITALIANE.

SE CI SARANNO SVILUPPI VI RIFERIREMO SUL CASO.

Ciao alla prossima
e chiunque volesse replicare
può farlo liberamente
sempre qui:

marco.pasteris@yahoo.it