Sull’edizione
odierna de LA STAMPA VERCELLI nell’articolo a firma di Maria Cuscela titolato:
“Poste, ecco gli uffici che rischiano la chiusura“ testualmente leggiamo: “Il piano di
riduzione degli uffici di Poste Italiane, ancora in bozza, tocca anche la
provincia di Vercelli. Sarebbe prevista la chiusura delle sedi di Isolella di
Borgosesia e Sant’Antonino di Saluggia, e la riduzione degli orari in quelle di
Albano Vercellese, Cellio, Crova, Formigliana, Postua, Breia, Pertengo,
Balmuccia, Scopa, Pila e Mollia.
La vertenza
Uncem
Un ulteriore affondo dopo le
numerose proteste seguite alla chiusura pomeridiana dell’ufficio di Varallo.
Una situazione che Uncem vuole chiarire attraverso una vertenza con Poste
Italiane. Anche perché proprio recentemente Angelo Marcello Cardani, presidente
dell’AgCom (Autorità garante delle Comunicazioni) ha inviato una lettera al
presidente nazionale Uncem (Unione nazionale Comuni comunità enti montani),
Enrico Borghi, per sottolineare che gli uffici postali nei piccoli Comuni e
nelle aree montane non possono essere chiusi. «Visto che conosciamo il
territorio montano – spiega Lido Riba, a capo di Uncem Piemonte – possiamo
aiutare Poste a ridefinire gli standard dei servizi e l’offerta in queste aree.
E’ evidente che nelle Terre Alte i servizi non possono essere organizzati nello
stesso modo rispetto alle città e ad altre zone ad alta densità di
popolazione». E le proposte di Uncem sono concrete: in montagna servirebbe
l’apertura certa al sabato, se è garantita la disponibilità a giorni alterni
verificare l’alternanza con i centri vicini, mantenere l’orario esteso al
pomeriggio nei paesi del fondovalle (come per esempio Varallo).
La risposta
Dal canto suo Poste Italiane
chiarisce la propria posizione attraverso una nota stampa: «Il piano di
rimodulazione degli uffici postali – si legge – adegua l’offerta all’effettiva
domanda sul territorio tenendo fermo il principio della centralità del
cittadino e della massima attenzione e capillarità al servizio e la tenuta dei
livelli occupazionali». Poste Italiane fa espressamente riferimento alle
zone montane. «Il piano è stato definito in conformità con il vigente Contratto
di programma e con la normativa – continua -, che stabilisce particolari garanzie
per i Comuni caratterizzati da una natura prevalentemente montana del
territorio (divieto di chiusura di uffici postali situati in centri rurali che
rientrano anche nella categoria di quelli montani con esclusione di quelli in
cui siano presenti più di due uffici postali e il rapporto abitanti per ufficio
postale sia inferiore a 800) e dalla scarsa densità abitativa». Nel piano di
rimodulazione verrebbe infine tenuto conto della ricollocazione del personale
in altre sedi nello stesso ambito territoriale.”
ORA VISTO CHE
S.ANTONINO DI SALUGGIA:
1)NON
E’ IN MONTAGNA !!!
2) HA, SE NON MI SBAGLIO,
PIU’ DI 800
ABITANTI !!!
3) E LE POSTE SONO UN SERVIZIO
ESSENZIALE PER TUTTI I CITTADINI DELLA FRAZIONE !!!
SUGGERIAMO LIBERAMENTE
ALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE
DI COMPIERE QUALSIASI
ATTO LEGITTIMO
PER DIFENDERE
L’UFFICIO POSTALE
DI
S.ANTONINO DI SALUGGIA
DALLA CHIUSURA PAVENTATA
DALLE POSTE ITALIANE.
SE CI SARANNO
SVILUPPI VI RIFERIREMO SUL CASO.
Ciao
alla prossima
e chiunque volesse replicare
può
farlo liberamente
sempre
qui:
marco.pasteris@yahoo.it