Sul quotidiano finanziario, Italia Oggi, del 04 febbraio 2015,
testualmente leggiamo: “Comuni sul piede di
guerra per la decisione di Poste italiane di recapitare lettere raccomandate
che comunicano ai sindaci l’intenzione di chiudere o di ridurre l’orario di
apertura degli uffici postali in numerosi mini-enti, soprattutto di montagna. E
l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani)
chiede ufficialmente un passo indietro alla società guidata dall’ad
Francesco Caio. «Pur comprendendo la necessità di ottimizzare i costi di
gestione della rete degli uffici postali di Poste spa», ha dichiarato Massimo
Castelli, coordinatore nazionale dei piccoli comuni per l’Anci e sindaco di
Cerignale (Pc), «non è possibile dimenticare o sottovalutare la funzione
fondamentale di presidio che i servizi postali esercitano per gli obiettivi di
coesione sociale, economica e territoriale consentendo l’accesso universale a
servizi locali essenziali. Principio che vale primariamente per le aree
ubicate nei territori più periferici, a scarsa densità abitativa e di minore
sviluppo, soggetti ad accentuato isolamento e conseguenti diffusi fenomeni di
abbandono da parte delle popolazioni residenti». «Con il coinvolgimento e la
collabo-razione dei comuni interessati dal piano di razionalizzazione che Poste
sta avviando», ha proseguito Castelli, «siamo certi si possano raggiungere
ottimi risultati anche da un punto di vista economico, senza per questo
aggiungere un disagio insostenibile per le popolazioni locali privandole di un
servizio essenziale, forse l’ultimo rimasto in alcuni casi». L’Anci ricorda a
Poste il Protocollo d’intesa firmato nel 2002 in base al quale Poste si
impegnava a dar luogo a un «rapporto di collaborazione più stretta con i comuni
per sviluppare una sempre maggiore integrazione tra gli uffici postali e le
amministrazioni comunali, soprattutto nei centri di minore dimensione
demografica».
Ciao alla prossima
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