APPALTI E INCHIESTE
Maltauro commissariata per la gara Sogin da 98 milioni. Anac: «Turbativa d'asta»
Dopo gli appalti dell'Expo, l'Impresa Maltauro commissariata anche per la gara Sogin di Saluggia - Il 9 aprile si apre a Milano il processo che riguarda Vie d'acqua e Darsena
di Massimo Frontera
Accolta
dal prefetto di Roma la richiesta dell'Anac di commissariare l'appalto
aggiudicato per 98 milioni di euro al raggruppamento di imprese inclusa la
Giuseppe Maltauro Costruzioni. Il decreto firmato dal prefetto Giuseppe
Pecoraro porta la data del 22 gennaio.
Più in
particolare, la gara riuguarda l'appalto integrato (progettazione esecutiva e
realizzazione) dell'impianto di cementazione di soluzioni liquide radioattive
(Cemex) presso il sito Eurex di Saluggia-Vercelli. L'appalto è stato
aggiudicato (con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa) dalla
Sogin nel dicembre 2012 al raggruppamento guidato dalla Saipem con la Malaturo
e la società francese Areva.
Alla
base della richiesta dell'Anac (fatta nel dicembre 2014), il reato di turbativa
d'asta, come ricostruito in modo circostanziato dal Gip di Milano in base ai
fatti che vengono elencati nella documentazione diffusa dall'Anac (si vedano i
link alla fine dell'articolo).
Pesa
anche il precedente dell'Expo, nel quale si riconosce una linea di continuità
nel comportamento dell'impresa. «Nella graduazione della gravità dei fatti - si
legge tra l'altro nella richiesta dell'Anac alla Prefettura - non può non
tenersi conto della circostanza che, come sopra evidenziato, la società in questione
è riuscita ad aggiudicarsi altri appalti (quello relativo alle c.d.
"Architetture di Servizio" e quello relativo alle "Vie d'acqua
sud", nell'ambito del complesso delle attività connesse ad EXPO 2015)
sempre grazie ad una turbativa d'asta e ad una mediazione corruttiva. Un dato,
questo, che inconfutabilmente dimostra come la società abbia una rilevante
capacità di ottenere illecitamente commesse pubbliche, facendo ricorso
all'appoggio di intermediari e pubblici ufficiali diversi, disponibili ad assecondarne
gli obiettivi illeciti. Il carattere tendenzialmente seriale delle condotte,
anche in una prospettiva di appalti futuri, impone di optare per la più grave
misura amministrativa».
L'appalto
Sogin, dice l'Anac, «è stato oggetto di turbativa da parte degli indagati e la
relativa aggiudicazione è proprio il risultato della loro attività illecita».
Sono stati rilevati incontri con i rappresentanti della Sogin: «contatti
reiterati, che sono sfociati in doni, collusioni e condizionamenti in favore
dei pubblici ufficiali sopra citati» ed è emerso che «i sodali turbavano le
procedure di gara e i procedimenti amministrativi al fine di condizionare le
modalità di scelta del contraente presso la Sogin S.p.A., in favore della
Impresa Costruzioni Giuseppe Maltauro, tra cui il procedimento relativo
all'appalto aggiudicato dalla Sogin S.p.A. al raggruppamento temporaneo di
imprese Saipem (mandatario) e Maltauro (mandante)». Prima ancora
dell'aggiudicazione è stata pattuito un versamento di 600mila euro «da corrispondersi
da parte di Maltauro Enrico, in favore di Frigerio, Cattozzo e Grillo (della
Sogin, ndr)».
Nel
decreto firmato da prefetto, vengono nominati due amministratori straordinari
(Giovanni Grazzini e Mario De Salve) e viene stabilita la gestione straordinaria
dell'appalto, «in ragione della valenza strategica, anche per i profili di
sicurezza e ambientale, sottesa agli stessi per la definizione delle opere
relative all'impianto Cemex, presso il sito Eurex di Saluggia, in virtù della
gravità dei fatti oggetto di indagine e delle particolari esigenze di tutela
della legalità».
Appalti
Expo, il 9 aprile il processo
Intanto
il 9 aprile prossimo - presso la X sezione penale del Tribunale di Milano - si
aprirà il processo che riguarda gli appalti dell'Expo. Sarà un processo col
rito immediato a carico dell'ex responsabile del Padiglione Italia Antonio
Acerbo, del consulente della Maltauro spa, Giandomenico Maltauro, e del
dirigente della Tagliabue spa, Andrea Castellotti nell'ambito di un'indagine
con al centro presunte irregolarità sull'appalto per le vie d'acqua e la
darsena. Nel procedimento Expo 2015 spa è persona offesa dal reato di turbativa
d'asta contestato agli imputati, assieme alla corruzione. Stando agli atti
dell'inchiesta, Acerbo, che era anche sub commissario di Expo ed è stato
arrestato lo scorso ottobre, avrebbe consegnato a Giandomenico Maltauro e ad
Andrea Castellotti gli «atti progettuali definitivi e riservati attinenti alla
procedura di appalto "Vie d'Acqua sud - Canale e Collegamento Darsena-Expo/Fiera"»
sette mesi prima che venisse indetta da Expo 2015 spa la gara per quei
lavori.
La
gara venne poi vinta nel luglio del 2013 da un'associazione temporanea di
imprese, di cui facevano parte le due aziende. Gli inquirenti hanno scoperto
attraverso analisi informatiche che circa 7 mesi prima della gara per l'appalto
(indetta l'8 marzo del 2013), e cioé il 29 agosto del 2012 e prima ancora che
la Conferenza dei servizi di Expo avesse materialmente a disposizione gli atti,
Acerbo avrebbe passato a Maltauro e Castellotti una chiavetta usb con dentro
dei file con i documenti su tutti i progetti preliminari (che servivano per la
stesura del bando) sulle "vie d'acqua" e sulla Darsena. Anche il
figlio di Acerbo, Livio, sarebbe stato a conoscenza di questi dettagli: per
questo la Procura gli contesta oltre al reato di riciclaggio anche quello di
concorso in corruzione.
(Fonte - IL SOLE 24 ORE
- EDILIZIA E TERRITORIO)
Accolta
dal prefetto di Roma la richiesta dell'Anac di commissariare l'appalto
aggiudicato per 98 milioni di euro al raggruppamento di imprese inclusa la
Giuseppe Maltauro Costruzioni. Il decreto firmato dal prefetto Giuseppe
Pecoraro porta la data del 22 gennaio.
Più in
particolare, la gara riuguarda l'appalto integrato (progettazione esecutiva e
realizzazione) dell'impianto di cementazione di soluzioni liquide radioattive
(Cemex) presso il sito Eurex di Saluggia-Vercelli. L'appalto è stato
aggiudicato (con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa) dalla
Sogin nel dicembre 2012 al raggruppamento guidato dalla Saipem con la Malaturo
e la società francese Areva.
Alla
base della richiesta dell'Anac (fatta nel dicembre 2014), il reato di turbativa
d'asta, come ricostruito in modo circostanziato dal Gip di Milano in base ai
fatti che vengono elencati nella documentazione diffusa dall'Anac (si vedano i
link alla fine dell'articolo).
Pesa
anche il precedente dell'Expo, nel quale si riconosce una linea di continuità
nel comportamento dell'impresa. «Nella graduazione della gravità dei fatti - si
legge tra l'altro nella richiesta dell'Anac alla Prefettura - non può non
tenersi conto della circostanza che, come sopra evidenziato, la società in questione
è riuscita ad aggiudicarsi altri appalti (quello relativo alle c.d.
"Architetture di Servizio" e quello relativo alle "Vie d'acqua
sud", nell'ambito del complesso delle attività connesse ad EXPO 2015)
sempre grazie ad una turbativa d'asta e ad una mediazione corruttiva. Un dato,
questo, che inconfutabilmente dimostra come la società abbia una rilevante
capacità di ottenere illecitamente commesse pubbliche, facendo ricorso
all'appoggio di intermediari e pubblici ufficiali diversi, disponibili ad assecondarne
gli obiettivi illeciti. Il carattere tendenzialmente seriale delle condotte,
anche in una prospettiva di appalti futuri, impone di optare per la più grave
misura amministrativa».
L'appalto
Sogin, dice l'Anac, «è stato oggetto di turbativa da parte degli indagati e la
relativa aggiudicazione è proprio il risultato della loro attività illecita».
Sono stati rilevati incontri con i rappresentanti della Sogin: «contatti
reiterati, che sono sfociati in doni, collusioni e condizionamenti in favore
dei pubblici ufficiali sopra citati» ed è emerso che «i sodali turbavano le
procedure di gara e i procedimenti amministrativi al fine di condizionare le
modalità di scelta del contraente presso la Sogin S.p.A., in favore della
Impresa Costruzioni Giuseppe Maltauro, tra cui il procedimento relativo
all'appalto aggiudicato dalla Sogin S.p.A. al raggruppamento temporaneo di
imprese Saipem (mandatario) e Maltauro (mandante)». Prima ancora
dell'aggiudicazione è stata pattuito un versamento di 600mila euro «da corrispondersi
da parte di Maltauro Enrico, in favore di Frigerio, Cattozzo e Grillo (della
Sogin, ndr)».
Nel
decreto firmato da prefetto, vengono nominati due amministratori straordinari
(Giovanni Grazzini e Mario De Salve) e viene stabilita la gestione straordinaria
dell'appalto, «in ragione della valenza strategica, anche per i profili di
sicurezza e ambientale, sottesa agli stessi per la definizione delle opere
relative all'impianto Cemex, presso il sito Eurex di Saluggia, in virtù della
gravità dei fatti oggetto di indagine e delle particolari esigenze di tutela
della legalità».
Appalti
Expo, il 9 aprile il processo
Intanto
il 9 aprile prossimo - presso la X sezione penale del Tribunale di Milano - si
aprirà il processo che riguarda gli appalti dell'Expo. Sarà un processo col
rito immediato a carico dell'ex responsabile del Padiglione Italia Antonio
Acerbo, del consulente della Maltauro spa, Giandomenico Maltauro, e del
dirigente della Tagliabue spa, Andrea Castellotti nell'ambito di un'indagine
con al centro presunte irregolarità sull'appalto per le vie d'acqua e la
darsena. Nel procedimento Expo 2015 spa è persona offesa dal reato di turbativa
d'asta contestato agli imputati, assieme alla corruzione. Stando agli atti
dell'inchiesta, Acerbo, che era anche sub commissario di Expo ed è stato
arrestato lo scorso ottobre, avrebbe consegnato a Giandomenico Maltauro e ad
Andrea Castellotti gli «atti progettuali definitivi e riservati attinenti alla
procedura di appalto "Vie d'Acqua sud - Canale e Collegamento Darsena-Expo/Fiera"»
sette mesi prima che venisse indetta da Expo 2015 spa la gara per quei
lavori.
La
gara venne poi vinta nel luglio del 2013 da un'associazione temporanea di
imprese, di cui facevano parte le due aziende. Gli inquirenti hanno scoperto
attraverso analisi informatiche che circa 7 mesi prima della gara per l'appalto
(indetta l'8 marzo del 2013), e cioé il 29 agosto del 2012 e prima ancora che
la Conferenza dei servizi di Expo avesse materialmente a disposizione gli atti,
Acerbo avrebbe passato a Maltauro e Castellotti una chiavetta usb con dentro
dei file con i documenti su tutti i progetti preliminari (che servivano per la
stesura del bando) sulle "vie d'acqua" e sulla Darsena. Anche il
figlio di Acerbo, Livio, sarebbe stato a conoscenza di questi dettagli: per
questo la Procura gli contesta oltre al reato di riciclaggio anche quello di
concorso in corruzione.
(Fonte - IL SOLE 24 ORE
- EDILIZIA E TERRITORIO)