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mercoledì 4 giugno 2014

SOGIN - CEMEX: IL RESOCONTO STENOGRAFICO ED IN VIDEO DELLA RISPOSTA ALL'INTERPELLANZA SU SALUGGIA

In Parlamento, nel pomeriggio di Venerdì 30 maggio 2014, è avvenuta la trattazione dell'interpellanza proposta dall'Onorevole Mirlo Busto (M5S) a proposito della situazione dell'impianto Sogin - Cemex in Saluggia (Vercelli). 

Ecco, il resoconto stenografico della risposta del Sottosegretario allo Sviluppo Economico, prof. Claudio De Vincenti (Partito Democratico):



PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.
(Elementi ed iniziative in merito alla gara di appalto e alla realizzazione dell'impianto Cemex per la cementificazione dei rifiuti radioattivi presenti a Saluggia (Vercelli), nonché elementi circa i criteri per la localizzazione del deposito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi – n. 2-00557)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Busto n. 2-00557, concernente elementi ed iniziative in merito alla gara di appalto e alla realizzazione dell'impianto Cemex per la cementificazione dei rifiuti radioattivi presenti a Saluggia, in provincia di Vercelli, nonché elementi circa i criteri per la localizzazione del deposito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi (Vedi l'allegato A –

Chiedo all'onorevole Busto se intenda illustrare la sua   interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. Lo vedo in piedi, quindi immagino di sì. Ne ha facoltà.
  MIRKO BUSTO. La Sogin nasce nel 1999 Signor Presidente, c'era una volta la Sogin. per smantellare e disattivare gli impianti nucleari in dismissione e gestire i rifiuti radioattivi sin lì prodotti.
L'attuale parco scorie nucleari italiane ammonta oggi a 90 mila   metri cubi, disseminati in 23 depositi temporanei, che attendono di essere raccolti in un unico deposito nazionale, così come tra l'altro ci chiede l'Europa con l'apposita direttiva.

Purtroppo, fino ad oggi, la Sogin, di cui forse molti italiani non hanno quasi mai   Pag. 2sentito parlare, ha fatto davvero poco per mettere in sicurezza l'ambiente e la salute delle persone. Infatti è sconcertante il dato che, dal 2003 ad oggi, a fronte di 2,3 miliardi di euro investiti, solo il 9 per cento degli obiettivi dichiarati dall'azienda di decommissioning, quindi di dismissione delle scorie e degli impianti, sono stati raggiunti.

Quindi, oggi discutiamo di dismissione del nucleare italiano, ma   paradossalmente la prima azienda a dover subire una revisione completa dovrebbe essere proprio la Sogin, perché dov’è che esiste un'azienda che in dieci anni di attività e finanziata con soldi pubblici raggiunge solo il 9 per cento degli obiettivi proposti ?

Certo, bisogna anche dire che il Governo Berlusconi, nonostante il   referendum italiano contro il nucleare, si era lanciato per riprendere il cammino nucleare e questo cammino era guidato dalla stessa Sogin, che era nata con lo scopo opposto, quello di chiudere la stagione del nucleare. Questi sono i paradossi del Paese Italia. E probabilmente, se non ci fosse stato il catastrofico evento di Fukushima, nel marzo del 2011, oggi avremmo queste centrali nucleari proprio in costruzione sul nostro territorio, aggiungendo altre scorie e altri problemi in futuro.

Diciamo soltanto un dato. La Sogin è finanziata, come dicevamo   prima, da tutti noi e trae praticamente tutte le sue risorse dalla componente A2 delle nostre bollette elettriche. Questo è un vero e proprio fiume di denaro, che in questi anni è andato ad oliare progetti, appalti e operazioni estere, non sempre chiari e quasi mai redditizi per la collettività. Eppure Sogin, pur trattando i rifiuti più pericolosi presenti sul panorama italiano, ovvero le scorie nucleari, ha goduto di una certa calma e distensione, anche dovuta al fatto che c’è un certo segreto di fronte al modo in cui vengono trattate le scorie nucleari. Però oggi sempre di più appare importante – anche in seguito alle indagini di cui parleremo e di cui si sa e si sentono i media – accendere i riflettori sulla Sogin e sul suo operato.

Ma parliamo di quello che è l'obiettivo specifico di questa   interpellanza, cioè Saluggia. Saluggia, come diceva lei, Presidente, è un paesino in provincia di Vercelli e ha un triste primato italiano. Proprio nel suo territorio ci sono il 96 per cento dei rifiuti radioattivi italiani ed è a tutti gli effetti la «pattumiera nucleare» di questo Paese.
Nel deposito Avogadro ci sono 64 elementi MOX irraggiati,   provenienti dalla centrale del Garigliano e di Trino Vercellese. Grosse quantità di quei combustibili radioattivi sono già stati spediti in Francia e Gran Bretagna per essere trattati prima di ritornare in Italia. Tra l'altro, questo ha sollevato molte proteste, soprattutto in Val Susa, per la mancata informazione della popolazione e dei piani di evacuazione e quant'altro. E, peraltro, sappiamo anche che questi rifiuti dovranno ritornare indietro e finire in questo famoso deposito nazionale. Ma c’è un altro problema, oltre ai rifiuti irraggiati, ai rifiuti radioattivi e alle barre di combustibile irraggiato. Il problema più grave e più impellente sono i rifiuti radioattivi liquidi dell'impianto Eurex di Saluggia.

Questi sono lì da quarant'anni, nei serbatoi dell'impianto, e   costituiscono appunto l'inventario di radioattività più cospicuo dell'intero territorio nazionale. Sono circa 230 metri cubi, con un'attività complessiva di circa 5,5 per 1015 becquerel. E dove si trovano ? Lo sappiamo tutti, a pochi metri da un fiume, la Dora, e a meno di 2 chilometri dai pozzi dell'acquedotto più grande del Piemonte, quello del Monferrato, e in grado di servire più di cento comuni. Quindi, in una zona assolutamente non adatta. E, allora, qual è stata la storia di questi rifiuti ? La storia della messa in sicurezza di questi rifiuti la vogliamo raccontare perché è indicativa. Inizia nel 1977 con un decreto ministeriale che rilasciava la licenza d'esercizio dell'impianto Eurex e che fissava in cinque anni il periodo per la realizzazione di un impianto di solidificazione dei rifiuti liquidi prodotti. Cinque anni nel 1977. Nulla è stato fatto, per varie motivazioni, e nel corso degli anni vi è stata più volte Pag. 3una proroga. Siamo arrivati al 2000. Conoscete nell'anno 2000 la famosa piena della Dora a causa dell'alluvione; il fiume arriva a sfiorare i serbatoi contenenti le scorie liquide. Allora, c’è la famosa dichiarazione del premio Nobel Carlo Rubbia, che sostiene che si è sfiorata una catastrofe planetaria. Afferma che se si fosse arrivati ai contenitori metallici interrati in cui ci sono le scorie liquide più pericolose d'Europa, ci sarebbe stato un danno irreparabile per la Pianura Padana. Attimi di terrore, grande attenzione mediatica, ma poi calma, distensione e silenzio per un po’ di tempo, fino al 7 dicembre 2000, quando, con decreto del Ministero delle attività produttive, viene fissato come termine ultimo per la solidificazione dei rifiuti liquidi di Eurex la data del 31 dicembre 2005. E, allora, ecco che nel 2003 viene dato e parte l'appalto. Anzi, prima viene scelta come tecnologia la solidificazione con cementazione, quindi il Cemex, quello che è l'oggetto della presente interpellanza. E, poi, nel 2010, si decide di aprire la gara d'appalto per cementificare le scorie liquide.
E, allora, qui iniziamo con la parte che descrive questo Paese nel   pieno del suo squallore. Una gara bandita in un primo tempo per 145 milioni di euro, per la quale si presenta l'Ansaldo Energia, società statale specializzata in impianti nucleari all'estero. Viene annullata Viene, quindi, bandito un nuovo appalto di 135 in autotutela da Sogin. milioni di euro che viene vinto da un'altra azienda, la Maltauro e Saipem, insieme, con un ribasso che porta il costo per la Sogin a 98 milioni di euro. Niente di male, sono cose che succedono. Peraltro, la Sogin ammette essa stessa che sono stati abbassati i criteri di accesso per le aziende e, quindi, si è esteso anche a società che avessero eseguito progetti nel campo nucleare o equivalenti, per esempio petrolchimici. E, infatti, Maltauro e Saipem non ne hanno di esperienza nel nucleare.

Ed eccoci arrivati ai giorni nostri perché fin qua uno dice: va   bene, sono cose interne, succede, si danno gli appalti, si tolgono gli appalti, va bene. Però, oggi succedono delle cose interessanti. Nell'ambito dell'inchiesta su corruzione e mazzette dell'Expo 2015, la magistratura individua una sorta di cupola degli appalti nella quale convergono nomi noti del regime partitocratico che ha avvelenato il nostro Paese negli ultimi decenni: l'ex parlamentare DC Gianstefano Frigerio, l'ex funzionario del PCI Primo Greganti, l'ex senatore del PdL Luigi Grillo, l'ex esponente dell'UdC ligure, poi passato a NCD, Sergio Cattozzo, l'ex manager di Expo 2015 Angelo Paris e l'imprenditore vicentino Enrico Maltauro, il vincitore della gara per il Cemex di Saluggia. Quindi, questi sono gli stessi nomi che abbiamo già sentito nominare, alcuni di essi almeno, in particolare Primo Greganti che, tra l'altro, fino a pochi giorni fa aveva libero accesso a Palazzo Madama, così come denunciato dal nostro collega senatore Giarrusso, che ci ha anche esposto la stranezza degli ingressi cancellati e richiesto per questo un'indagine interna al Senato. Infatti, ricordiamolo cosa è successo. Quando si è chiesto di conoscere gli accessi di Primo Greganti, tesserato PD e arrestato per le tangenti dell'Expo 2015, agli uffici del Senato, il sistema informatico si è improvvisamente bloccato ed è rimasto fuori servizio per mezza giornata. Quando ha ripreso a funzionare, non risultavano tracce di ingressi in Senato di Primo Greganti. Strano. Peccato che la Guardia di finanza, pedinando Greganti, aveva appurato e documentato come ogni mercoledì questi si presentasse in Senato, dove regolarmente accedeva. Intercettazioni telefoniche. Anche questo ci fa capire la gravità della situazione, perché sappiamo che Greganti entrava in Senato, ma non sappiamo con chi interloquiva. L'inchiesta dovrebbe chiarire come sia stato possibile che Greganti entrasse senza che i suoi ingressi venissero registrati, oppure come sia stato possibile cancellare la registrazione di questi ingressi che avrebbero indicato almeno chi andava a incontrare.

Ma tornando all'appalto Cemex a Maltauro sarebbe stato chiesto   dalla «cupola» l'1,5 per cento del valore dell'appalto – pari a circa 1 milione 350 mila euro, Pag. 4queste le indagini attuali – di cui 600 mila sarebbero stati effettivamente versati. Nell'insieme si parla di un giro di denaro che supera i 2 milioni di euro. Vorrei aggiungere un inciso: qui stiamo parlando di un impianto di solidificazione di scorie nucleari messo in una posizione critica, che dal 1977 deve essere messo in sicurezza e noi oggi, nel 2014, parliamo di tangenti per costruirlo. Questa cosa qui per me è significativa di che cavolo di Paese siamo diventati e continuiamo ad essere, nonostante gli uomini nuovi al comando.

C’è anche un'altra cosa interessante sull'attualità che abbiamo   scoperto noi del MoVimento 5 Stelle perché stiamo col fiato sul collo su queste porcate. L'attualità parla della torta più grande da spartire: il deposito unico nazionale dei rifiuti nucleari italiani, un'opera che – in teoria – entro il 2025 dovrebbe contenere quei 90 mila metri cubi di rifiuti radioattivi.

L'ISPRA ha configurato i criteri per l'allocazione del deposito   già dal 28 febbraio di quest'anno. L'ente a sua volta ha chiesto al Ministro dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare ed al Ministro dello sviluppo economico il permesso per poter divulgare i criteri; il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Orlando e poi Galletti, hanno dato assenso, mentre pare che il Ministero dello sviluppo economico non avrebbe nemmeno risposto alla sollecitazione dell'ISPRA. Magari ci sa dire qualcosa.

 Stando alle ultime dichiarazioni del nuovo presidente di Sogin,   Giuseppe Zollino, si tratterebbe di un ritardo di natura politico-elettorale... non disturbiamo l'elettore che dorme, non diciamo dove si farà il deposito nazionale che poi magari qualcuno si inquieta e poi magari finisce per non votarci. Grazie.

Chiediamo dunque al Governo di verificare la reale capacità e   professionalità della cordata Maltauro-Saipem incaricate di effettuare i lavori per il Cemex di Saluggia al fine di garantire un corretto avanzamento delle attività di Sogin, nonché, la salvaguardia dell'ambiente e della salute dei cittadini.

Inoltre chiediamo se si corra il rischio di un aumento dei tempi e   dei costi e se, addirittura, vi siano rischi concreti per l'ambiente e la popolazione se l'impianto non venisse realizzato a regola d'arte, data la probabile mancanza di competenza.

Vista la natura molto delicata della materia in questione,   chiediamo se non sia il caso di rivedere con attenzione l'intero quadro degli appalti di Sogin nonché la disciplina che regola le assunzioni interne oppure anche di verificare l'adeguatezza delle procedure di controllo messe in atto dall'ente di controllo tecnico, cioè l'ISPRA, cosa particolarmente importante oggi, perché si sta provvedendo all'istituzione della nuova autorità di controllo, l'ISIN, e l'individuazione di eventuali carenze è fondamentale.

Chiediamo quale sia il piano di lavoro della cordata   Maltauro-Saipem, o meglio, il cronoprogramma relativo alla specifica gara di appalto riguardante il Cemex e con quali tempistiche sia prevista la chiusura dei lavori e a quale punto si trovino oggi i lavori, visto che ci risulta da indiscrezioni che i lavori sono fermi e comunque molto indietro rispetto a quanto pianificato forse data anche l'inesperienza dell'appaltatore.

Se si intenda anche verificare il comportamento degli organismi di   controllo amministrativi e per quali ragioni non abbiamo mosso rilievi o assunto iniziative a fronte del grande numero di appalti annullati in autotutela.
Chiediamo se il Governo non ritenga opportuno intervenire a   livello normativo per istituire un vero e proprio osservatorio per il nucleare nel vercellese che dia modo alla cittadinanza – ed a specifiche organizzazioni territoriali – di controllare e verificare lo stato dei lavori ed il livello di sicurezza dell'ambiente e della salute.

Vorremmo inoltre chiedere al Ministro se le informazioni inerenti   ai criteri configurati dall'ISPRA per l'allocazione del deposito nucleare nazionale siano corrette e, nel caso, quali siano le motivazioni secondo le quali il Ministro dello sviluppo economico stia ritardando la pubblicazione degli stessi. Un calcolo elettorale di fronte ad un impianto che doveva essere Pag. 5messo in sicurezza dal 1977 e che oggi costituisce un gravissimo rischio per la popolazione italiana ma ci sembra qualcosa di assolutamente intollerabile.
  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, De Vincenti, ha facoltà di rispondere.
  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, gli interpellanti pongono una serie di quesiti ai quali cercherò di dare risposta singolarmente.

Relativamente al primo quesito, si evidenzia come il Ministero   dello sviluppo economico, pur essendo titolare di un potere di indirizzo di azione sul processo di decommissioning nucleare, non si sostituisce nei ruoli e nelle responsabilità operative che attengono a Sogin Spa, né nei rapporti intercorrenti tra Sogin Spa e i propri appaltatori, che rimangono regolati dalla legislazione corrente.

Inoltre, come comunicato anche dal Ministero dell'ambiente e della   tutela del territorio e del mare, l'impianto oggetto della richiesta degli onorevoli interpellanti è soggetto a valutazione di impatto ambientale.

Il relativo procedimento si è concluso con il decreto VIA del 19   settembre 2008, positivo con prescrizioni, e la verifica di ottemperanza di dette prescrizioni è assicurata dalla competente Direzione generale per le valutazioni ambientali del Ministero da ultimo citato, cioè il Ministero dell'ambiente.

Ad ogni buon conto, per quanto attiene all'affidamento dei lavori   per il Cemex di Saluggia alla cordata Maltauro-Saipem – fermo restando che la qualificazione ai fini dell'aggiudicazione dei lavori avviene nell'ambito delle procedure previste dalla legge e, soprattutto, con riferimento alla specifica opera da realizzare – si rappresenta che le due aziende hanno una storia industriale di rilievo.

Il Gruppo Maltauro – attivo sin dal 1921 – riunisce società   finanziarie e industriali, operanti prevalentemente nel settore delle costruzioni e dell'edilizia e nel campo della soluzione di problemi ambientali. Le società del gruppo sono parte di varie associazioni e organismi, che ricordo: AGI (Associazione Imprese Generali), ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), e sono state tra le prime imprese qualificate all'esecuzione di lavori pubblici dalle Società Organismi di Attestazione (SOA).
Per ciò che riguarda Saipem Spa – società soggetta all'attività di   direzione e coordinamento dell'ENI Spa –, quest'ultima è, invece, leader mondiale nel settore dei servizi per l'industria petrolifera onshore e offshore.
Quanto al secondo quesito, si evidenzia che il nuovo Cda di Sogin   Spa, secondo quanto riferito dalla stessa società, a valle di una specifica due diligence, ha avviato attività di audit aventi ad oggetto le procedure di affidamento dei contratti, che vedono presenti, a vario titolo, le imprese coinvolte nelle indagini in corso da parte della procura della Repubblica di Milano e che, comunque, più in generale, Sogin Spa ha adottato un proprio regolamento, volto a disciplinare le modalità operative di gestione delle attività di ricerca, selezione ed assunzione del personale, nel rispetto anche dei principi di trasparenza, pubblicità ed imparzialità, previsti 112 del 2008, convertito in legge dall'articolo 18 del decreto-legge n. 133 del 2008. n.
Pertanto, la società, indipendentemente dagli esiti delle indagini   condotte dall'autorità giudiziaria, ha già confermato di aver adottato spontaneamente iniziative orientate alla qualità e alla trasparenza.

Quanto al terzo quesito, si evidenzia come in materia nucleare   occorra una specifica preparazione tecnica, idonea strumentazione, formazione, informazione e addestramento, oltre ad una approfondita conoscenza dei progetti e piani operativi autorizzati ed approvati per la disattivazione del sito.

L'ISPRA – e successivamente sarà l'ISIN – svolge da tempo, in   qualità di autorità di controllo per la sicurezza nucleare e per la radioprotezione, funzioni istituzionali di vigilanza delle attività sui siti nucleari. Peraltro, pur essendo l'ISPRA Pag. 6un ente vigilato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, è stato allo stesso tempo riconosciuto, da parte del Ministero dello sviluppo economico, quale ente che svolge un ruolo di centrale rilevanza nelle materie afferenti il settore nucleare.
45 del 2014, Al riguardo, ricordo che nel decreto legislativo n.   recante «Attuazione della direttiva 2011/70/Euratom del Consiglio del 19 luglio 2011, che istituisce un quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi», e nello schema di disegno di legge concernente la «Ratifica ed esecuzione degli emendamenti alla Convenzione sulla protezione fisica dei materiali nucleari del 3 marzo 1980, adottati a Vienna 1'8 luglio 2005, e norme di adeguamento all'ordinamento interno» – il cui iter di approvazione è ancora in corso –, il Ministero dello sviluppo economico (MISE) ha proposto un ampliamento dei poteri di controllo dell'ISPRA (ISIN) nell'ambito della materia nucleare.

Anche il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e   del mare, al riguardo, fa presente che al fine di garantire che siano raggiunti elevati standard di sicurezza nella gestione sicura del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, nonché delle relative procedure di controllo, la disciplina nazionale e comunitaria prevede verifiche inter pares internazionali da parte dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica. Le verifiche riguardano anche l'Autorità di regolamentazione competente. Tali attività di verifica devono essere effettuate almeno ogni dieci anni.
Ovviamente ciò non preclude la possibilità di verifiche   temporalmente più ravvicinate. In ogni caso, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare rende noto che ha in corso approfondimenti sull'adeguatezza delle procedure di controllo dell'ente di controllo tecnico ISPRA-Dipartimento nucleare, rischio tecnologico e industriale, per individuare e colmare eventuali carenze in considerazione della concomitante fase di istituzione dell'ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, che è l'ISIN che ho già citato. Inoltre, per i necessari controlli, il Ministro potrà avvalersi del comando carabinieri per la tutela dell'ambiente, dotato di apposita sezione specializzata nel contrasto dell'inquinamento da sostanze radioattive, ai sensi dell'articolo 8, comma 4, della legge 8 349. luglio 1986, n.

Per quanto attiene al quarto quesito, si precisa quanto segue.   L'autorizzazione alla realizzazione dell'impianto Cemex è stata rilasciata con decreto ministeriale del 23 dicembre 2010 e prevede che l'impianto venga realizzato entro quattro anni dall'approvazione del Rapporto Particolareggiato di Progetto (RPP), il cui iter non si è ancora concluso da parte di ISPRA, anche se la procedura può ormai considerarsi in fase finale. Il contratto di appalto per la progettazione e la realizzazione dell'impianto Cemex è stato formalizzato il 26 febbraio 2013. In base al cronoprogramma contrattuale, il termine per lo sviluppo del progetto esecutivo è previsto nel secondo trimestre del 2014. La durata complessiva dei lavori, stabilita nel contratto, è pari a 1.260 giorni naturali e consecutivi. Ad oggi è ancora in corso lo sviluppo della progettazione esecutiva da parte dell'appaltatore e, pertanto, la consegna delle aree e l'avvio della fase realizzativa sono state riprogrammate nel quarto trimestre del 2014.
Quanto al quinto quesito, rappresento che l'articolo 133 del   230 del 1995 prevede l'istituzione presso il decreto legislativo n. Ministero della sanità, della salute, scusatemi, di una commissione permanente sulla protezione contro i rischi da radiazioni ionizzanti, avente il compito, tra gli altri, di informare e aggiornare regolarmente la popolazione che rischia di essere interessata dall'emergenza radiologica, sulle misure di protezione sanitaria ad essa applicabili nei vari casi di emergenza prevedibili nonché sui comportamenti da adottare in caso di emergenza radiologica.

Si precisa, inoltre, che nel caso di eventi incidentali negli impianti nucleari la   Pag. 7tutela della pubblica incolumità è affidata, secondo quanto previsto nel decreto legislativo citato, alle misure previste in appositi piani di emergenza. La redazione di detti piani di emergenza è curata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento della protezione civile, cui spetta la gestione del sistema di allertamento nazionale.

Si specifica che nei piani di emergenza si prevedono le modalità   di comunicazione degli eventi incidentali al Dipartimento della protezione civile e i flussi di comunicazione con la struttura tecnica centrale, le strutture operative nazionali e le regioni. I piani di emergenza trovano applicazione anche nel caso di eventi occorsi in impianti posti al di fuori del territorio nazionale o, comunque non preventivamente correlabili con alcuna specifica area del territorio nazionale. Pertanto si ritiene che al di là di campagne informative – peraltro sempre utili – il sistema istituzionale offra adeguate garanzie di presidio informativo.

Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del   mare, inoltre, comunica che, ad oggi, tutti gli impianti nucleari in dismissione gestiti dalla Sogin Spa, hanno ottenuto il giudizio positivo di compatibilità ambientale con prescrizioni. Per la centrale nucleare di Garigliano, con decreto dell’ 8 novembre 2011, è stato istituito dal Ministero citato l'Osservatorio ambientale in presidio permanente, che è responsabile della supervisione di tutte le attività relative alla dismissione dell'impianto. Inoltre per il «parco nucleare piemontese» è 5, il stato istituito con la legge regionale 18 febbraio 2010, n. «tavolo di confronto e trasparenza e partecipazione sulle attività di messa in sicurezza dei materiali e dei siti nucleari, sull'impiego di sorgenti di radiazioni ionizzanti e sul trasporto di materie radioattive e fissili» per il quale è prevista la partecipazione anche degli «organismi di rappresentanza degli interessi diffusi».

Per quanto, infine, concerne la richiesta di eventuali interventi a   livello normativo, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ricorda che in base all'articolo 7, comma 4, del 45 del 2014, è già previsto che lo stesso decreto legislativo n. Ministero e il Ministero dello sviluppo economico assicurino le necessarie occasioni di effettiva partecipazione da parte del pubblico ai processi decisionali concernenti la gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi.

Infine, quanto al quesito successivo, si rappresenta che il   procedimento normativo che disciplina il percorso procedimentale volto alla ricerca ed individuazione del sito più idoneo per l'ubicazione del 31 deposito nazionale è stato tracciato con il decreto legislativo n. del 2010, recante la «Disciplina dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché benefici 99» (e economici a norma dell'articolo 25 della legge 23 luglio 2009, n. specificamente l'articolo 27 del decreto legislativo citato).

Invero, l'unica disposizione che menziona un onere di   pubblicazione – peraltro gravante su Sogin – è il comma 3 del citato articolo 27, che prevede, per l'appunto, l'onere di tempestiva pubblicazione e diffusione della carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (carta quest'ultima che dovrà essere redatta da Sogin Spa sulla base dei criteri che verranno definitivamente elaborati da ISPRA).
In ogni caso, ad oggi, ISPRA non ha ancora definito i criteri di   idoneità, pur avendo trasmesso ai Ministeri dello sviluppo economico e dell'ambiente una versione preliminare del documento, precisando che i contenuti dovevano essere sottoposti, in attuazione di quanto previsto 230 del 1995, ad una dall'articolo 153 del decreto legislativo n. ulteriore fase finale di consultazione tecnica a partire dal mese di gennaio 2014.

Secondo quanto riferito da ISPRA a dicembre 2013 tale fase di   consultazione prevede la trasmissione della guida tecnica all'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, al Consiglio nazionale delle ricerche, all'Istituto superiore di sanità, all'Istituto geografico militare e all'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo sostenibile perché possano formulare, nel periodo di 45 giorni, eventuali Pag. 8osservazioni. La guida tecnica verrà peraltro trasmessa anche a Sogin Spa in qualità 31 del 2010 e di soggetto attuatore ai sensi del decreto legislativo n. successive modifiche, per eventuali motivate proposte di modifica. In tale nota ISPRA, inoltre, manifestava la propria intenzione di pubblicare sul proprio sito web, salvo diverso avviso da parte di Ministeri, l'attuale versione della guida tecnica, in un'ottica di trasparenza e di informazione del pubblico. Tale intenzione è stata confermata da ISPRA, che, in un apposita comunicazione al Ministero dello sviluppo economico redatta proprio in relazione dell'interpellanza di cui oggi parliamo, ha reso noto che la fase di consultazione sulla guida tecnica si è conclusa il 28 febbraio scorso. A partire da tale data è stato possibile per l'istituto avviare la valutazione delle osservazioni, dei commenti e delle motivate proposte di modifica ricevute, al fine di predisporre la versione definitiva. L'istituto è 29 con ora in grado di procedere all'emanazione della guida tecnica n. la sua pubblicazione sul proprio sito web, che avverrà nei prossimi giorni.
Lo stesso istituto, per quanto di competenza, precisa che a valle   dell'approvazione del progetto particolareggiato, in attesa di approvazione, lo ricordo, da parte dello stesso ISPRA, viene svolta dal medesimo la vigilanza sulla progettazione esecutiva e sulle attività realizzative, ivi inclusi gli aspetti di attuazione del programma di garanzia di qualità. In merito agli eventuali rischi sull'ambiente e sulla popolazione, nel caso in cui l'impianto non venisse realizzato, sempre ISPRA comunica che, allo stato, i rifiuti liquidi radioattivi ad alta attività sono stoccati in condizioni di sicurezza in una struttura bunkerizzata di recente realizzazione, denominata nuovo parco serbatoi. Resta comunque prioritaria la realizzazione di un impianto di condizionamento di detti rifiuti in quanto l'inglobamento degli stessi in una matrice solida qualificata è condizione necessaria alla loro definitiva messa in sicurezza, anche ai fini del conferimento al deposito nazionale.
  PRESIDENTE. L'onorevole Busto ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

  MIRKO BUSTO. Signor Presidente, purtroppo no, non siamo soddisfatti, perché si dice che il Ministero non si sostituisce, eppure questa azienda la finanziamo noi e quindi è a tutti gli effetti pagata dai contribuenti italiani. Allora, non è questione di non sostituirsi, qui c’è un grave rischio per la salute dei cittadini, c’è una situazione di malagestione del decommissioning, della gestione delle scorie, che si protrae dal 1977, in quel caso specifico, e comunque a seguito del referendum sul nucleare, e ci viene detto che sono «cavoli» della Sogin, nel senso che non si può intervenire e bisogna lasciar fare, che è tutto a posso. A me sembra preoccupante questa risposta, anche quando si dice che, trattandosi di appalti di questa natura, va bene lo stesso che se ne occupino la Maltauro (che si occupa di edilizia, andava bene per fare l'Expo, forse) e la Saipem, che si occupa di petrolifero, perché esistono delle norme tecniche specifiche per quanto riguarda la gestione dei rifiuti nucleari ben diverse. Forse anche questi ritardi di cui lei parlava derivano anche da questa mancata esperienza tecnica.
Forse, forse – lo ha detto anche lei – ci sono comunque due   semestri di ritardo, ammesso che ci si arrivi a due semestri di ritardo.
Poi dice che Sogin fa le inchieste interne; sì, Sogin fa le   inchieste interne ed è un'ottima cosa che adesso si faccia un'inchiesta interna. Ma, in primo luogo, cambiando un vertice, non è così facile cambiare tutto il sistema interno: se all'interno ci sono delle sacche di malagestione, non è così facile eliminarle soltanto cambiando un vertice. Forse, dovendo questo essere un interesse dei cittadini italiani e del suo Ministero, forse sarebbe il caso che vi fosse una gestione più cautelativa.

 Poi, del ritardo ho detto. Vi è il tavolo della partecipazione e   della trasparenza, eppure, nonostante questo tavolo, riceviamo da tutte le associazioni ambientaliste Pag. 9presenti sul territorio un grido di protesta sul fatto che non c’è abbastanza trasparenza e capacità di partecipazione.

Noi che siamo portavoci dei cittadini, e dei cittadini associati   anche nelle associazioni ambientaliste, non possiamo fare altro che venire e dire queste cose a lei, Ministro: c’è mancanza ancora di trasparenza e di consapevolezza di quello che sta succedendo.

Per quanto riguarda i criteri, questa cosa è ancora paradossale   perché allora Zullino forse si è sbagliato perché ha dichiarato direttamente che c'era un problema elettorale e che erano pronti da due, diversi mesi, quindi, per carità, tutto può essere, però è un po’ strano che subito dopo le elezioni, questi criteri appaiono improvvisamente, mentre prima erano in fase preparatoria. Per carità, sarà una completa occasionalità, comunque grazie.


Ed ecco il video della risposta 
del Sottosegretario allo Sviluppo Economico, 
prof. Claudio De Vincenti (Partito Democratico):



Ciao alla prossima e
chiunque volesse replicare
ci trova sempre qui:
marco.pasteris@yahoo.it