UN GROSSO
CAPPELLO PER NASCONDERE ORECCHI E NASO
Ci
raccontavano i nostri nonni, che non traendo insegnamento dalle vicende della
vita, ci sarebbero cresciuti gli orecchi e che raccontando bugie ci sarebbe
cresciuto pure il naso.
C’era
dunque una volta, in una piccola tignosa comunità, qualcuno che ambiva
gareggiare con il Principe Filippo per la conquista della “gaffe d’oro”.
Così
rampognò, ottenendo la dovuta notorietà mediatica, la buonanima del Parroco che
si era permesso di recitare il Padre Nostro durante una cerimonia civile in
ricordo di eroici caduti per la Patria;
Così, pur essendo Consigliere Comunale, ebbe la brillante idea di citare civilmente in giudizio il proprio Comune e per evitare la conseguente necessaria decadenza fu costretta ad indecorosa, urgente retromarcia;
Così, pur essendo Consigliere Comunale, ebbe la brillante idea di citare civilmente in giudizio il proprio Comune e per evitare la conseguente necessaria decadenza fu costretta ad indecorosa, urgente retromarcia;
Così
pronosticava e pubblicizzava per sé la carica di Assessore Provinciale, con il
solito foglio inserito nella buca delle lettere dei concittadini, mentre poi
non ottenne neppure voti sufficienti per essere Consigliere;
Così in
una sola notte “dei coltelli di San Valentino” cancellò l’esperienza quasi
quarantennale dell’Associazione che l’aveva cresciuta e politicamente nutrita,
rinnegando financo il proprio genitore politico ed autonominandosi segretario
politico del partito, onde potere in
tutta autonomia organizzare e gestire la propria candidatura a Sindaco,
perdendo poi puntualmente le elezioni.
Naturalmente,
queste ed altre “gaffes” a raffica (che non sto ora ad elencarvi), per ammantarsi
di credibilità, dovettero accompagnarsi ad una gran quantità di bugie.
E fu
allora che gli crebbero a dismisura orecchi e naso, per cui avvertì impellente necessità di
procurarsi un grosso cappello per nasconderli alla vista altrui.
E qual
migliore cappello della primogenitura di un fondamentale indirizzo nelle scelte
urbanistiche del proprio Comune?
Certamente,
l’idea di richiedere, con adeguata
pressione politica, alla Regione di stralciare dall’area fluviale
protetta non edificabile, i terreni del comprensorio industriale SORIN, che
danno occupazione ad oltre 1.500 famiglie, così da consentirne il necessario
sviluppo ed ampliamento, è di quelle forti ed utili.
Peccato
che lo sbadato Consigliere, anche questa volta, pur se accompagnato dall’abituale risonanza
mediatica e dall’immancabile foglio inserito nella buca delle lettere, sia
giunto in ritardo di almeno cinque
anni, come vi spiegherò più sotto.
PERCHE' ORA VI SPIEGO COME ANDARONO REALMENTE LE COSE.
1 ) Il P.A.I. – Piano dell’ Assetto
Idrogeologico – relativo al territorio comunale di Saluggia sinora vigente,
vietava ogni ampliamento interno al comprensorio Sorin.
2) Nel 2007, pochi mesi dopo la mia
elezione a Sindaco, mi recai a Parma, con altre persone del mio staff, per un
colloquio con il Responsabile Territoriale per il Magistrato del Po (Ente da
cui dipende la zona di Saluggia della Dora Baltea in cui insiste il
Comprensorio Sorin), al fine di individuare percorsi accessibili per consentire
nuovi insediamenti o ampliamenti nel
Comprensorio stesso. Mi venne sottolineato
che la Regione Piemonte aveva già iniziato l'iter burocratico per la riduzione
della fascia inedificabile, ma che erano presenti delle criticità per effetto
dell'accorpamento territoriale del Piemonte alla Valle d'Aosta, per cui era
necessario avere l'assenso anche della Amministrazione Valdostana.
3) Tale situazione venne illustrata, nel 2008, nel corso di una riunione dei sindaci della Consulta nucleare, con l'allora ministro dell'economia Pierluigi Bersani, che mise a disposizione i propri uffici affinché la situazione venisse sbloccata. Tra il sottoscritto e quegli uffici si ebbe un intenso scambio di informazioni.
4) Nel 2008 il Consiglio Comunale deliberò di dar corso alla
redazione di un nuovo Piano Regolatore Generale a mezzo di variante generale,
che però non prese allora in considerazione l’area SORIN, per evitare scontri e
prese di posizione meramente ideologiche e preconcette che avrebbero ostacolato
il cammino dell’intero Piano.
5) Nel 2011 venni invitato dalla Confindustria vercellese (ho copia della mail di invito) ad una riunione in Regione, presso l'Assessorato all’ Urbanistica, presenti tutti i rappresentanti delle industrie del comprensorio, il tecnico comunale incaricato ed i funzionari regionali, con lo scopo di trovare uno sbocco per la crescita delle aziende all'interno del comprensorio. I Funzionari Regionali, per superare i vincoli del P.A.I., suggerirono di estrapolare l'area del Comprensorio Sorin dall'area assoggettata al Parco, da adottarsi con apposito provvedimento regionale. Quindi la strada era tracciata e chiara. Purtroppo gli accadimenti che tutti Voi conoscete e che portarono alle mie dimissioni mi impedirono di portare al termine anche questo lavoro e portare a casa il risultato per cui tutta l'Amministrazione aveva duramente lavorato.
6) Quest'anno la Giunta Comunale ha preso atto del parere favorevole del Magistrato del Po per la declassificazione della zona del comprensorio SORIN all'interno del parco, con la deliberazione n. 23 del 27 marzo 2013.
7) Con la Deliberazione n. 15 del 09 maggio del 2013 il Consiglio Comunale ha emesso atto di indirizzo per il recepimento nel Piano Regolatore vigente della variante al P.A.I.
8) Con la Deliberazione del Consiglio Comunale n. 59 del 12 dicembre del 2013 è stata recepita nel Piano Regolatore vigente la variante al P.A.I.
QUESTI SONO I FATTI DOCUMENTATI .
LA TROVATA DEL FOGLIO INSERITO NELLA BUCA
DELLE LETTERE RIENTRA NELL’AMBITO DELLA FAVOLA DEL CAPPELLO PER NASCONDERE NASO
ED ORECCHI.
B U O N
N A T A L E
CIAO ALLA PROSSIMA PUNTATA
PER CHI VOLESSE DEMOCRATICAMENTE
REPLICARE AL NOSTRO
LIBERO PENSIERO
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