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domenica 19 ottobre 2014

CON WOW ANCHE L’ACQUA RADIOATTIVA TORNA PURA: UNA SCOPERTA ITALIANA



Si sta completando la prima sperimentazione su vasta scala nel sito nucleare di Saluggia, nel Vercellese. Un’idea anche per le bonifiche di Fukushima

 

di Luigi Corvi


Saluggia (Vercelli) - A vederla da vicino nessuno direbbe che questa è l’invenzione del secolo. Sembra un grosso scaldabagno circondato da tubi di acciaio, e invece è la prima macchina al mondo capace di trasformare liquami radioattivi e rifiuti di ogni tipo in acqua purissima, senza utilizzare nessun filtro e con una bassissima produzione di scorie. Una scoperta tutta italiana, creata dall’ingegnere padovano Adriano Marin che, con il professor Massimo Oddone, chimico dell’Università di Pavia, e un’équipe di dieci ingegneri, sta completando la prima sperimentazione su vasta scala nel sito nucleare di Saluggia.

Tutto iniziò un giorno del 2005
Marin stava armeggiando nel garage di casa con la «pentolaccia», una macchina inventata da lui, semplice, economica e facilmente trasportabile, con cui voleva realizzare il sogno di rendere potabile l’acqua nei Paesi del Terzo mondo. Le prove del «vaporizzatore», originariamente simile a una lavatrice, avevano già dato buoni risultati. Ma all’improvviso accadde un imprevisto. Manovrando qualcosa, dalla macchina iniziò a uscire acqua purissima, con parametri infinitamente migliori di quelli che si attendevano. Abbandonato il garage, gli esperimenti proseguirono in laboratorio e nel «calderone» cominciarono a finire «ingredienti» via via sempre più terrificanti: veleni di ogni tipo, fanghi, metalli pesanti, prodotti chimici, batteri, virus, idrocarburi, radioisotopi. E ogni volta il risultato era stupefacente: acqua così pura che anche le misurazioni diventavano difficili. 

«La scoperta fu un fatto del tutto casuale»
Adriano Marin, 51 anni, ingenere elettronico, per lungo tempo dirigente del gruppo Riello e poi fondatore dell’impresa di consulenze Cross Technology, avrebbe potuto dire di aver fatto un’invenzione clamorosa dopo anni di studi. Invece ammette con sincerità: «La scoperta fu un fatto del tutto casuale, e ci mettemmo due anni per capire quale principio fisico portava a quel risultato». Il sistema, chiamato Wow (Wonderful Water), è stato poi perfezionato e testato a lungo dai laboratori Arpav di Padova, dal Cnr, dall’Università di Pavia e dal Laboratorio per l’energia nucleare applicata, ottenendo tutte le attestazioni necessarie (in questo momento sta certificando i risultati anche il National Physical Laboratory del Regno Unito). E oggi è un brevetto mondiale. 

Ultima fase della sperimentazione
Adesso qui a Saluggia, nell’area in cui si trova il supersorvegliato deposito di scorie nucleari Avogadro, è in corso l’ultima fase della sperimentazione. Wow ,che tecnicamente è un separatore di molecole, è stato costruito in versione più grande e dal 23 settembre sta trasformando in acqua purissima 45 mila litri di liquidi radioattivi conservati in due cisterne. Quando, il 5 dicembre, avrà completato il suo lavoro, di tutto quel liquido contaminato resteranno solo dieci litri di concentrato insoluto. Sarà questa la prova più tangibile delle enormi possibilità della macchina, in moltissimi campi, a partire proprio dal nucleare.

Invenzione tutta italiana
Un’invenzione da Nobel, tutta italiana, sostenuta anche da un gruppo di lungimiranti finanziatori e resa possibile da un team affiatato che condivide lo spirito del progetto: realizzare qualcosa di utile alla società. Ora Wow è in cerca, per ognuna delle applicazioni, di vari partner, possibilmente italiani, che mettano il prodotto sul mercato. Qualcuno che concordi sulle finalità e che non cerchi invece di tenere l’invenzione in un cassetto. Perché il rischio è proprio quello: gli enormi interessi (leciti e no) che ruotano intorno allo smaltimento dei rifiuti tossici e nocivi potrebbero ostacolare la diffusione del «separatore di molecole a unico stadio» che ha enormi potenzialità.  
Idea per Fukushima
La prima è sicuramente quella nel campo nucleare. «In laboratorio», dice Marin, «è stata simulata una contaminazione 6 mila volte più grande di quella dell’acqua usata per raffreddare i reattori dopo l’incidente di Fukushima e il risultato è stato anche qui strabiliante, con un abbattimento della concentrazione di cesio nei liquidi trattati di 7.500 volte». Non per niente l’ingegnere padovano è stato chiamato a Tokyo per illustrare il funzionamento della sua macchina. A Fukushima il trattamento delle acque radioattive produce ogni mese una quantità di fanghi che occupa l’area di un campo di calcio. «Con Wow», spiega Marin, «tale volume potrebbe essere ridotto a quello di una lavatrice». Ma le possibili applicazioni sono infinite: l’acqua delle fogne diventerebbe purissima, così come gli scarichi industriali e agricoli, una centrale nucleare potrebbe essere interamente smantellata con stoccaggi (e costi) infinitamente ridotti, migliaia di siti inquinati potrebbero essere bonificati. E il sogno di un pianeta più pulito potrebbe finalmente realizzarsi. 

(FONTE  
IL CORRIERE DELLA SERA - SCIENZE 
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