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domenica 29 maggio 2016

“LA GUERRA DI PIERO” DAL PAESE DEI FAGIOLI A LA STAMPA NAZIONALE OGGI...




 

Mi ero ripromesso, di dedicare la domenica alla pace predicata dal Signore. 
 
Ma essendo Lui, buono e misericordioso, sono certo che capirà che se oggi, Domenica 29 maggio 2016, aprendo La Stampa, e nella pagina numero 5, dell'Edizione nazionale, in Primo Piano, mi ritrovo la foto del mio amico Pietro "Piero" Rosso, capirà Lui dicevo, che posso, informarvi della storia orribile che ho letto questa mattina e chi Vi invito a leggere con me.
 
Scrive Andrea Malaguti, nell'articolo titolato "Irregolarità e tassi usurari raddoppiati i contenziosi tra i clienti e le banche", de "Il Caso Rosso".
 
Ascoltate le sue parole testualmente riportate qui: "Il disagio è fatto come Pietro Rosso e la sua ferita lunga 14 anni. La sua storia ha due facce. Una buona e una orribile. "Sono figlio di contadini e quando tornavo da scuola prima di studiare salivo sui cavalli per arare i campi. Amo la terra e amavo mia moglie, che veniva da Albano Vercellese, come me. Aveva 14 anni quando l'ho conosciuta. E io diciotto. Non ci siamo più lasciati finché nel 2011 la morte se l'è portata via. Colpa di un tumore al seno e del dolore che aveva dentro per il massacro nel nostro lavoro". Dunque Pietro trova la sua donna e costruisce la sua azienda agricola. E l'azienda funziona. Si alza alle quattro e mezzo del mattino e lei, che pesa 56 chili, si alza insieme a lui per aiutarlo a scaricare tonnellate di sacchi. Sono duri e favolosi. Favolosi perché danno frutto. In pochi anni la "Marino Maria Maddalena" comincia a fatturare cifre importanti e a metà degli anni Ottanta arriva a pagare 360 milioni di tasse. La banca di allora cambia un direttore e l'ultimo arrivato ha un sospetto. NOn capisce come a Piero e Marilena le cose vadano così bene. "Perché avete bisogno di un fido da 25 milioni con fatturati tanto alti ?" Qual è il trucco, quale l'inganno ? Pietro glielo spiega "Per pagare i fornitori e mandare avanti il lavoro quotidiano. E per avere un po' di sicurezza, ecco a cosa ci servono i 25 milioni". Lo stesso trucco che usano altre centinaia di migliaia di imprenditori. Il direttore della filiale lo congeda con la condiscendenza di un barone che augura la buonanotte al suo maggiordomo e Pietro non glielo perdona. Si presenta il giorno dopo con un assegno che copre l'intera cifra, chiude il fido e chiude con la banca. Ne sceglie un'altra , padrona del territorio, che da molto tempo lo corteggia. Le condizioni sono buone, il direttore si comporta come se fosse il suo migliore amico e intanto, alla fine del secolo l'azienda fattura quasi due miliardi. Nel bene e nel male: arrivano il soldi veri, i fagioli di Saluggia e i cereali vercellesi finiscono in Sicilia, in Toscana, in Veneto e nei mercati di Bologna e Torino e nel 2002 – l’anno del disastro – il giro d’affari tocca i 22 milioni di euro. I figli sono felici, la moglie è felice, Pietro è felice, anche i fornitori sono felici. Tutti sono felici, tranne la banca. Che già nel 2000 aveva cambiato atteggiamento, spingendo i Rosso a vendere obbligazioni sicurissime utilizzate come garanzie del fido in cambio dei bond argentini. “Non volevo farlo, mi ci hanno portato ed io ero troppo preso dal lavoro per discuterne con la banca”. Nel 2002 arriva una novità dall’istituto di credito e con la novità ecco i problemi. “Questi 450 mila euro di fido sono inammissibili”. “Veramente sono garantiti e gli affari vanno benone”. “Non basta, lei deve rientrare”. Pietro sbianca, non capisce, e al disagio si aggiunge disagio quando uno dei suoi clienti fallisce, lasciando nelle case della “Marino Maria Maddalena” un buco da 200 mila euro. I bond argentini crollano. Pietro chiede pazienza. La banca non c’è l’ha e lo mette con le spalle al muro. A quel punto i Rosso ricorrono agli avvocati. “Ci stanno rovinando”. Chiedono aiuto a Sos Utenti di Gennaro Bacile e all’avvocato Emanuele Argento.

IN ATTESA DEI SOLDI
Il contenzioso si apre nel 2004 e si chiude con una sentenza di primo grado dieci anni dopo. “Nel frattempo abbiamo visto cambiare otto giudici. Nel 2011 Marilena muore, uno dei due figli cade in depressione, l’azienda viene iscritta nell’elenco dei cattivi pagatori e “se non fosse stato per un po’ di amici e di aziende che ci hanno aiutato non so che fine avremo fatto”. Una prima parte del finale la scrive il giudice di Vercelli, ricalcolando interessi sugli interessi, commissioni di massimo scoperto, valuta post pagata e interessi di mora. I numeri sono chiari: Pietro non ha mai dovuto un euro alla banca, ma è la banca che deve a Pietro più di mezzo milione. Intanto l’azienda gioiello e diventata un’azienda fantasma. E Pietro aspetta angosciato l’Appello per capire se quei soldi lì vedrà davvero. “Non mollo. Lo devo alla mia famiglia”. Si guarda attorno riuscendo a espellere un po’ di felicità sotto forma di lacrime. Ma i fagioli, quelli buoni, li produce ancora. “Ne vuole un sacchetto ?”.
Quanti sono i Pietro Rosso in Italia ?”
Ora, da ex sindaco di Saluggia, inviterei il nostro premier, Matteo Renzi, gentilmente e cortesemente, senza alcuna vena polemica, a prendere carta e penna e dopo aver letto questo messaggio, a scrivere un messaggio di incoraggiamento a Pietro Rosso di Saluggia. Il Paese dei Fagioli.

E’ sufficiente che Lei, Signor Matteo Renzi, gli scriva, in Via Gametto a Saluggia (Vercelli) queste parole: “Pietro non mollare, Non mollare. Lo devi alla tua famiglia”.
 
Ed ora vi rivelò che questa storia Pietro “Piero” Rosso me l’aveva già raccontata.
 
Ho condiviso la sua sofferenza.
 
So di cosa sta parlando, quando parla di quel dolore.
 
Come molti di Voi ,che stanno leggendo, come me, sapete di cosa sta parlando Pietro Rosso di Saluggia.
 
Per questo mi sono sentito in dovere di pregare Nostro Signore affinché mi perdoni se la domenica ho scritto questa storia, e possa aiutare Pietro Rosso di Saluggia ha risolvere tutti i suoi problemi ed a dare sollievo alla sua famiglia.  
 
E, da Ex Sindaco di Saluggia,  l’ho portata all’attenzione dei nostri 150.000 mila lettori.
 
Ed in questo istante del Premier Matteo Renzi.

A Pietro "Piero" Rosso ed alla sua famiglia glielo dovevo. Sono persone oneste. Sono persone sincere. Sono persone che hanno sempre lavorato. In questa nostra Italia che, oggi, non sappiamo dove andrà a finire, se ha prevalere saranno, sempre ed indiscriminatamente, le banche sul cittadino, che deve attendere 10 anni per avere una piccola cosa:  la santissima ragione.
 
Ciao alla prossima
e chiunque volesse
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marco.pasteris@yahoo.it