La riforma della dirigenza cancella la responsabilità erariale degli organi politici. Lo schema di decreto legislativo attuativo della legge 124/2015 esaspera la cosiddetta "esimente politica", addossando in via esclusiva la responsabilità erariale sulla dirigenza pubblica, aggiungendo alla sua precarizzazione estrema e conseguente soggezione alla politica, anche quella di "scudo" contro le scelte dannose per le finanze pubbliche. Andando oltre le indicazioni della legge delega, lo schema di decreto non si limita a precisare la responsabilità esclusiva dei dirigenti per gli atti di loro competenza, situazione del resto esistente anche nell'attuale ordinamento normativo. Al contrario mira ad escludere del tutto il coinvolgimento degli organi politici. Il decreto opera modificando gli articoli 16 e 17 del Dlgs 165/2001. Il primo regola le funzioni dei dirigenti di massimo vertice: in questo caso ci si limita a precisare l'esclusività della responsabilità erariale. L'articolo 17 è, invece , dedicato ai dirigenti chiamati alla gestione operativa, dove più evidente e diretta è proprio l'utilizzazione delle risorse pubbliche. In questo caso, si aggiunge una nuova lettera e-ter) che stabilisce che i dirigenti "sono i titolari in via esclusiva della responsabilità, amministrativa-contabile per l'attività gestionale, ancorché derivante da atti di indirizzo dell'organo di vertice politico". La norma frappone una barriera insormontabile alla responsabilità erariale degli organi di governo: infatti, interrompe la sequenza causa-effetto del danno, sicché anche se questo discenda da un provvedimento di indirizzi amministrativi evidentemente mal congegnati, comunque ne risponderà contabilmente solo il dirigente.
(Fonte - Luigi Olivieri - Italia Oggi)