L’ACQUISIZIONE IN USA DELLA FOCUS DIAGNOSTIC INDICA IL NUOVO INDIRIZZO STRATEGICO SPIEGATO DALL’AD ROSA: “ORA PUNTIAMO SULLA GENETICA E LA RICERCA SU VIRUS E BATTERI”. TRIMESTRALE IN CRESCITA
Carlo Rosa, amministratore delegato di DiaSorin |
DiaSorin va alla conquista del Dna dell’America. L’azienda di Saluggia (Vercelli) specializzata nell’immunodiagnostica, che giovedì 10 novembre approverà un bilancio trimestrale in crescita sia per ricavi che per redditività e per flusso di cassa, si prepara a lanciare la nuova società Diasorin Molecular, l’asset che permetterà al gruppo piemontese di scalare il mercato della salute Usa grazie all’analisi del genoma per identificare le malattie infettive. La nuova strategia prevede il consolidamento nel perimetro aziendale della recente acquisizione di Focus Diagnostic, la società californiana di diagnostica molecolare, 80 milioni di dollari di fatturato ma un ebitda al 30% dei ricavi, che viene ribattezza DiaSorin Molecular e su cui il gruppo piemontese scommette per l’espansione delle vendite di macchinari e test negli ospedali americani e l’ampliamento del catalogo dei prodotti innovativi. La società italiana, 266 milioni di ricavi (+8,6%) nel primo semestre 2016 e un ebit di 82 milioni, quotata nell’indice FTSE Mid Cap, ha versato 300 milioni di dollari per rilevare il gioiello hi-tech che era in pancia al colosso americano Quest. Un’operazione sostanziosa che vale 3,7 volte le vendite e 12 volte il Mol dell’ex Focus Diagnostic, ma che risulta strategico nel piano industriale del gruppo che prenderà corpo nei prossimi mesi e che punterà sullo sviluppo delle tecnologie molecolari per l’identificazione delle malattie infettive.
«In un momento in cui i multipli dell’M&A del settore sono alle stelle, compresi tra il 15% e il 20% del Mol, abbiamo fatto un deal a un prezzo ragionevole per una società che è piena di tecnologie. E la Borsa ci ha già riconosciuto il valore dell’acquisito con una crescita sostenuta del titolo», spiega Carlo Rosa, amministratore delegato di DiaSorin e azionista con circa l’8,5% del capitale dell’azienda. Il maxi investimento americano infatti ha fatto volare prezzo di Diasorin in Borsa, da 51 euro per azione nei giorni dell’acquisizione, a fine marzo, il titolo ha raggiunto i massimi ad agosto a 62 euro per poi ripiegare intorno a 54 euro. Oggi l’America pesa il 20% del fatturato del gruppo piemontese, ma l’obiettivo è raddoppiare la quota dei ricavi nel giro di qualche anno. «Il nostro è un business anticiclico – dice Rosa e poi molto ben bilanciato dal punto vi dista geografico. In Italia perdiamo fatturato perché i volumi del settore si stanno riducendo in modo significativo, ma America e Asia compensano». Il nuovo traguardo di mercato è soprattutto una sfida tecnologica. Per oltre 40 anni l’azienda, ex Sorin Biomedica (gruppo Snia) ha sviluppato, prodotto e commercializzato kit di reagenti in tutto il mondo specializzandosi nella diagnostica in vitro un mercato che oggi vale circa 40 miliardi di dollari. Dopo un’operazione di management buy out in cui alcuni dirigenti, come Carlo Rosa, insieme con il sostegno finanziario della famiglia DeNegri (oggi al 44% del capitale ), hanno deciso di investire in un’azienda che rischiava di finire in un vortice senza fine di acquisizioni da parte di gruppi esteri, DiaSorin si è trasformata in un campione nazionale della diagnostica attraverso un piano di acquisizioni mirate, brevetti e sviluppo di nuove tecnologie. Oggi si spalanca una nuova porta per la società nel campo innovativo della diagnostica molecolare. «La diagnostica molecolare – dice Rosa- è l’unico segmento dove è possibile fare innovazione di contenuti. Nel nostro business tradizionale verifichiamo anticorpi e ormoni sulla base di ricerca fatta negli ultimi 50 anni. La capacità di generare nuove molecole si sta riducendo. Nella diagnostica molecolare invece ci sono enormi margini di sviluppo, pensiamo a virus e batteri e al futuro della genetica». DiaSorin Molecular si occuperà di fare ricerca e sviluppo puntando il microscopio su quei batteri e ceppi virali che resistono agli antibiotici. Virus come lo Zika, sul quale DiaSrin ha ricevuto il via libera negli Usa per i primi test e per sviluppare soluzioni in grado di rilevare in laboratorio le infezioni, si possono trattare solo a partire da queste tecnologie. Intanto sul mercato è arrivato anche il primo test molecolare per la determinazione del Clostridium difficile, un batterio che può compromettere le pareti intestinali, realizzato in collaborazione con il ramo di azienda americano Diasorin Molecular e che potrà essere utilizzato su macchine diagnostiche di proprietà, le Liaison MDX. La diagnostica molecolare è un business che oggi vale 5 miliardi di dollari pochi rispetto alla diagnostica tradizionale che ne circa vale 40 miliardi, ma ha tassi di crescita altissima. E questo perché queste tecnologie consentono di analizzare la genetica dell’essere umano, quindi prevedere lo sviluppo di tumori e altre malattie degenerative di origine genetiche. Negli ultimi mesi DiaSorin, ha spinto l’acceleratore sull’ espansione negli Usa: infatti a fine estate la siglato una partnership con Beckman Coulter Diagnostic per fornire negli Stati Uniti i test DiaSorin per le epatiti A, B e C oltre che per il test dell’HIV approcciando un mercato che solo negli Usa vale 500 milioni di dollari. (ch.b.) Carlo Rosa ad di DiaSorin e azionista della società con una quota dell’8,5%