(A margine
della seduta del Consiglio Comunale del 18 ottobre u.s.)
Se venisse posto un quesito agli Italiani ( non solo ai Saluggesi)
così formulato:
“ immaginate che in Italia un Governo, di qualsiasi colore, sia in
grado di individuare e costruire un sito unico nazionale in cui collocare i
rifiuti radioattivi ora distribuiti sul territorio? “
Sono sicuro che la risposta unanime sarebbe: NO!
Come reagirebbero Sindaco, Presidente della Provincia, Governatore
Regionale ?
Quale sarebbe la pressione dei cittadini interessati ?
Delle forze
politiche locali ?
E poi: gli ambientalisti di ogni colore, per non parlare di NO.
TAV., antagonisti, blac blok, centri sociali e disperati vari in cerca di
gloria mediatica?
Un tragico casino, che nessuno può permettersi di innescare.
Per concludere: i rifiuti radioattivi ce li dobbiamo tenere,
volenti o nolenti, per chissà quanti anni ancora! Parliamo di generazioni.
L’errore delittuoso è stato fatto negli anni in cui Sindaci ed
Assessori di Saluggia hanno consentito che qui venissero collocati e che qui si
svolgessero attività che ne hanno aumentato la quantità, senza pretendere
alcuna garanzia circa la loro collocazione definitiva e senza pattuire alcun
indennizzo, pur sapendo che la loro vita e quindi la loro pericolosità si
calcola non in anni, ma in secoli.
Ed ora ne subiamo le conseguenze.
Che così stiano le cose, a Saluggia lo sanno tutti, dal colto
all’inclita, da destra e da sinistra, però in un’atmosfera surreale, in una
nube impenetrabile di equivoci, avvolti nella fuliggine appiccicosa dello
scarica-barile, Sindaco, Maggioranza e Minoranze fingono di giocare a scacchi
contro chi può dare il “matto” in una sola mossa.
Non può Saluggia pretendere da Roma ciò che, non solo per ignavia
ma anche per oggettive insuperabili difficoltà, Roma non potrà mai dare (il
sito unico nazionale), col rischio di perdere anche ciò che ci sta offrendo.
Continuando su questa strada, Saluggia cadrà nel tranello teso
dalle Minoranze, che fingendo oggi di stracciarsi le vesti, potranno domani
rappresentare i Saluggesi quali cornuti e mazziati per colpa di una
Maggioranza impreparata, imbelle e
miope.
Il fatto di non aver depositato la proposta di deliberazione 72 ore
prima della seduta dl Consiglio Comunale, così come prevede il Regolamento per
il funzionamento del Consiglio stesso, è sicuramente causa di annullabilità
dell’atto deliberativo approvato.
E la circostanza costituisce ulteriore carta in mano al Ministero, per vanificare le richieste avanzate.
“Sono
incazzato nero!”
E’ ora di ragionare coi piedi per terra ed usare quale arma di
scambio la possibilità di utilizzare gli indennizzi anche per la copertura di
spese correnti, al fine di ridurre la pressione di tasse e costi dei
servizi (siamo a distanza di 5 anni tornati ai livelli di Portofino).
Percorso, questo, non impraticabile, perché la lettura della legge 368/2003, lo
consente: i paletti, peraltro abbastanza nebulosi, sono stati posti dal CIPE, e
possono tranquillamente essere rimossi senza scomodare il Parlamento, in
tutt’altre faccende affaccendato.
E’ in quella sede che Saluggia deve far valere le proprie ragioni.