Cerca nel blog

lunedì 28 ottobre 2013

L’INCAZZATO SPECIALE (1) - IL TEATRINO TRA LE NUVOLE - W.M.F. SI - W.M.F. NO


(A margine della seduta del Consiglio Comunale del 18 ottobre u.s.)

Se venisse posto un quesito agli Italiani ( non solo ai Saluggesi) così formulato:

“ immaginate che in Italia un Governo, di qualsiasi colore, sia in grado di individuare e costruire un sito unico nazionale in cui collocare i rifiuti radioattivi ora distribuiti sul territorio? “

Sono sicuro che la risposta unanime sarebbe: NO!

Come reagirebbero Sindaco, Presidente della Provincia, Governatore Regionale ?

Quale sarebbe la pressione dei cittadini interessati ? 

Delle forze politiche locali ?

E poi: gli ambientalisti di ogni colore, per non parlare di NO. TAV., antagonisti, blac blok, centri sociali e disperati vari in cerca di gloria mediatica?
Un tragico casino, che nessuno può permettersi di innescare.

Per concludere: i rifiuti radioattivi ce li dobbiamo tenere, volenti o nolenti, per chissà quanti anni ancora! Parliamo di generazioni.

L’errore delittuoso è stato fatto negli anni in cui Sindaci ed Assessori di Saluggia hanno consentito che qui venissero collocati e che qui si svolgessero attività che ne hanno aumentato la quantità, senza pretendere alcuna garanzia circa la loro collocazione definitiva e senza pattuire alcun indennizzo, pur sapendo che la loro vita e quindi la loro pericolosità si calcola non in anni, ma in secoli.

Ed ora ne subiamo le conseguenze.

Che così stiano le cose, a Saluggia lo sanno tutti, dal colto all’inclita, da destra e da sinistra, però in un’atmosfera surreale, in una nube impenetrabile di equivoci, avvolti nella fuliggine appiccicosa dello scarica-barile, Sindaco, Maggioranza e Minoranze fingono di giocare a scacchi contro chi può dare il “matto” in una sola mossa.

Non può Saluggia pretendere da Roma ciò che, non solo per ignavia ma anche per oggettive insuperabili difficoltà, Roma non potrà mai dare (il sito unico nazionale), col rischio di perdere anche ciò che ci sta offrendo.

Continuando su questa strada, Saluggia cadrà nel tranello teso dalle Minoranze, che fingendo oggi di stracciarsi le vesti, potranno domani rappresentare i Saluggesi quali cornuti e mazziati per colpa di una Maggioranza  impreparata, imbelle e miope.

Il fatto di non aver depositato la proposta di deliberazione 72 ore prima della seduta dl Consiglio Comunale, così come prevede il Regolamento per il funzionamento del Consiglio stesso, è sicuramente causa di annullabilità dell’atto deliberativo approvato.

E la circostanza costituisce ulteriore  carta in mano al Ministero, per vanificare le richieste avanzate.

“Sono incazzato nero!”

E’ ora di ragionare coi piedi per terra ed usare quale arma di scambio la possibilità di utilizzare gli indennizzi anche per la copertura di spese correnti, al fine di ridurre la pressione di tasse e costi dei servizi (siamo a distanza di 5 anni tornati ai livelli di Portofino).

Percorso, questo, non impraticabile, perché  la lettura della legge 368/2003, lo consente: i paletti, peraltro abbastanza nebulosi, sono stati posti dal CIPE, e possono tranquillamente essere rimossi senza scomodare il Parlamento, in tutt’altre faccende affaccendato.

E’ in quella sede che Saluggia deve far valere le proprie ragioni.