RENZI COMMISSARIA LA SOGIN, MA DOVREBBE PRIVATIZZARLA.
La notizia era nell’aria
da un po’ di tempo. Ma un scossone deciso arriva, ieri, dalle pagine del quotidiano finanziario Italia
Oggi, nell’articolo a firma di Edoardo Narduzzi, titolato: “Renzi commissaria
la Sogin, ma dovrebbe privatizzarla”.
Ed a leggere bene, non si tratta di un
deciso cambio di rotta, a seguito delle sconvenienti notizie apparse sui media
circa l’operato della Società chiamata
a mettere in sicurezza l’eredità del nucleare italiano.
Bensì di una delle
tante faide interne al Partito Democratico.
Inoltre si palesa anche un altro
aspetto. Sogin potrebbe diventare da Spa indipendente (partecipata al 100% dal
Ministero Economia e Finanza), una dipendente del gruppo
facente capo a Saipem S.p.A., che opera attualmente nell'ambito del gruppo ENI
(il cui Azionista di riferimento è sempre il Ministero dell'Economia e delle
Finanze, che ne detiene direttamente una quota del 3,934% ed indirettamente,
tramite la Cassa Depositi e Prestiti, una quota del 26,369%.) anche come
sub-holding, comprende circa 90 società e consorzi, con sedi in tutto il mondo.
Oppure, nela caso peggiore, Sogin Spa, rischia di essere “totalmente
fagocitata” da una delle Società sopraccitate. E quindi scomparire.
Insomma la Rottamazione, in Stile Democristiana, lanciata da
Matteo Renzi, non si sta fermando ai vertici del Partito Democratico, ma va
oltre. Al “poltronificio statale non allineato all’ex sindaco di Firenze”.
Questa deduzione la ricaviamo dalla
lettura testuale dell’articolo: “L'accordo
con l'Iran ha ridato attualità al nucleare e al settore energetico. E forse per
questa ragione il governo si è deciso a sbloccare una situazione da tempo
critica. Il dado è tratto e la decisione arriverà a breve. Il tempo di trovare
il curriculum di un valido manager del settore energetico disponibile a fare il
commissario pro tempore della Sogin, la società al 100% di proprietà del
ministero dell'Economia. La scelta del premier, Matteo Renzi, punta a sanare
una scelta decisa dal governo balneare di Enrico Letta che piazzò ai vertici
della società incaricata del decommissioning nucleare, cioè dello
smantellamento delle centrali nucleari uscite di scena in Italia circa 30 anni
fa, una coppia selezionata sulla base dell'appartenenza ai partiti della
politica che fu: Scelta Civica e la corrente di Vedrò nel Pd. Il risultato oggi
scontenta tutti e perfino le commissioni parlamentari competenti per materia,
solitamente non tracciate dai radar politici in questa stagione di Parlamento a
km 0, hanno avuto di che lamentarsi dell'attuale gestione. Sicuramente il
commissariamento della società potrà risolvere un problema di breve periodo di
efficienza operativa, ma lascia del tutto irrisolta la strategia di lungo
termine che la stessa Sogin, pagata dalle addizionali delle bollette elettriche,
deve avere. Va precisato che quello del decommissioning non è un caso di
fallimento del mercato, cioè una situazione nella quale se non interviene lo
stato con sue risorse nessun privato è interessato al potenziale business.
L'opzione privatizzazione della Sogin, dunque, dovrebbe essere tra quelle da
preferire nell'agenda di Renzi che così otterrebbe un doppio beneficio sul
bilancio pubblico: deconsolidare e incassare entrate una tantum dalla vendita.
Sogin nei fatti è una società di ingegneria specializzata in un settore
verticale, quello del nucleare. Per competere per davvero nel mercato
internazionale potrebbe agevolmente diventare una divisione di business di una
realtà più grande e già abituata a stare sui mercati esteri da molti lustri.
Saipem, ad esempio, fiore all'occhiello dell'ingegneria energetica italiana,
potrebbe facilmente farsi carico delle risorse e delle competenze di Sogin per
sviluppare al meglio il business legato al nucleare. Rumors di mercato
raccontano di una possibile parziale ulteriore privatizzazione di Saipem che
potrebbe essere il veicolo ideale per fare cassa anche con Sogin. Del resto, in
epoca di spending review nella quale tutti sono chiamati a fare sacrifici,
accanirsi a conservare nella sfera pubblica gestioni non reddituali equivale ad
esercitare un improduttivo accanimento terapeutico sulla già elevata pressione
fiscale. Renzi, che ha promesso tante rottamazioni, ne faccia almeno qualcuna
di valore simbolico: privatizzi Sogin e chiuda l'epoca del welfarismo nucleare.”
(Fonte
– Edoardo Narduzzi – Italia Oggi)
Ciao alla prossima
e chiunque volesse
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