Ho trasmesso al Sindaco, qualche settimana
orsono, alcune domande su questioni riguardanti la gestione del territorio
comunale, per capire come pensi di procedere e per rendervi edotti dei suoi
programmi amministrativi. Avrei voluto pubblicare le sue risposte, con garbo e
senza alcun intento polemico, però sono andato a sbattere contro un muro di
gomma: ha sempre qualcosa di più urgente da anteporre.
Allora, alle domande che ho rivolto al Sindaco,
rispondo io, secondo il mio modo di vedere.
La domanda n. 5 era così
formulata:
5-
S. Antonino quanto dovrà ancora attendere per bere acqua non filtrata? Non Le
sembra assurdo ed iniquo che l’inerzia di poco più di 20 famiglie possa bloccare
per anni un’opera necessaria per la salute di tutta la comunità costata 500.000
€? ( salute anche di Saluggia, perché tecnici di Atena sostenevano che in certi
periodi l’acqua emunta dal pozzo inquinato di S. Antonino serviva per il
rifornimento del rione di S. Sebastiano).
Rispondere, tentando di
giustificare il comportamento
dell’Amministrazione Comunale, è impresa ardua. Ho infatti la sensazione
di un comportamento omertoso: mancano
programmi, tempistiche, informazioni e notizie di cosa si vorrebbe fare
e di quanto si sta facendo.
La Giunta da me presieduta (2007/2011),
considerato che il costo di rifacimento della rete di Saluggia, di dimensioni
insufficienti per rifornire anche S. Antonino, è stato approssimativamente
stimato in 1.200.000 €, optò per la trivellazione, in S. Antonino, di un nuovo
pozzo. Ottenne dalla Regione Piemonte un contributo di 300.000 €, che aggiunto
ad un investimento di 200.000 € da
parte di Atena, consentì di finanziare la perforazione del nuovo pozzo ad una
profondità di oltre 150 mt., così da raggiungere una falda non inquinata.
I
lavori sono stati ultimati nell’anno 2011 con il collegamento del pozzo alla
rete di adduzione della frazione.
L’obiettivo sembrava raggiunto.
Per l’entrata in funzione del nuovo impianto
occorreva l’autorizzazione sanitaria dell’ASL. Procedura che presuppone un arco
temporale di un anno: quindi tutto avrebbe dovuto essere concluso entro il
2012.
Siamo a febbraio 2014 e non si sta muovendo
foglia: una nebbia fitta e pericolosa si è addensata sul percorso finale
(praticamente privo di costi) di un’opera che nessuno, in Consiglio Comunale,
aveva osato criticare.
Cosa sta capitando?
Sembra (parlo per ipotesi, perché
l’Amministrazione ha avvolto il tutto nel silenzio) che gli scarichi di venti/venticinque
civili abitazioni, rientranti nella zona di rispetto del pozzo, non siano
collegati alla pubblica fognatura, mettendo così in pericolo la purezza
della falda. Se così fosse, la
soluzione sarebbe semplice: bisogna che queste abitazioni, così come prescrive
la legge, oltre che il buon senso, vengano allacciate alla rete fognaria.
Però a questo punto sembrano sorgere le
difficoltà: l’allaccio costa e nessuno, chi per un motivo e chi per l’altro,
vorrebbe por mano al portafoglio.
Un’Amministrazione con un minimo di
autorevolezza, dopo aver inutilmente ordinato l’allaccio, provvederebbe
d’Ufficio nei confronti degli inadempienti, recuperando poi i soldi spesi.
A
fronte di situazioni di grave effettivo disagio economico ( che potrebbero
anche esistere ) l’Amministrazione potrebbe accollare l’onere direttamente al
Comune.
Ma sembra
più comodo traccheggiare, perdere tempo lasciando le acque chete.
Su
quell’opera che, con riferimento alla frazione di S.Antonino, è stata il fiore
all’occhiello della Giunta da me presieduta, è scesa la nebbia.
Non vorrei che l’obiettivo della Giunta Barberis
fosse quello di lasciar marcire un’opera costata 500.000 €, che potrebbe
apparire figlia di una Giunta scomoda, secondo un percorso burino già in altre
situazioni ampiamente ed ingiustificatamente sperimentato, specie nella
frazione...
Ed intanto
i santantoninesi continueranno a bere acqua filtrata ed immagazzinare atrazina ???
Per chi volesse democraticamente replicare ci trova senore qui:
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