Sono trascorsi 100 giorni da quando noi i giornali
avevamo annunciato del passaggio della Cid (Carbostent Implatable Devices) che
ha sede nel Comprensorio Industriale Sorin, alla Società turca Alvimedica.
100 giorni durante i quali siamo passati dai grandi
progetti di espansione sul mercato biomedicale europeo e internazionale al
tiolo di oggi apparso sul settimanale La Nuova Periferia di Chivasso: “Cid, 130
operai in cassa integrazione”.
La situazione descritta, nell’articolo, dal
rappresentante sindacale della Cgil di Vercelli, Severino Gasparini, è
abbastanza preoccupante: “La società, che oggi conta 180occupati – spiega
Gasparini – è pronta a mettere in cassa integrazione sino a 130 dipendenti. Non
solo la metà dei lavoratori, bensì i due terzi, questo a causa della
diminuzioni delle richieste da parte di alcune nazioni tra cui l’Italia, la
Russia e anche , la Spagna. Una riduzione motivata dai ritardi che si sono
registrati e alla spendine review.”
Quindi, sempre dall’articolo, desumiamo altri due
forti elementi di preoccupazione:
1) Alla
Cid tre lavoratori su quattro da lunedì 24 marzo saranno in cassa per quattro
settimane.
2)“Dopo100giorni - continua Gasparini
- questo non è sicuramente un buon biglietto da visita per questa società turca
che ha acquisito una delle migliori aziende della nostra nazione.”
Azzardiamo un’ipotesi e formuliamo una domanda: la
CID è a rischio di drastica riduzione del personale oppure di trasferimento all’estero
magari in Turchia con la conseguente chiusura della sede italiana di Saluggia ?
Contattati, dal settimanale La Nuova Periferia di
Chivasso, l’amministratore delegato Franco Vallana e l’ufficio personale hanno
preferito non rilasciare dichiarazioni in merito alla situazione.
Ma chi vi scrive, non si è dimenticato quanto
accaduto nell’Anno del Signore 2008, quando l’unità Cardiovascular Therapy di
Sorin Group, dal cui spin off nacque poi CID, entro in crisi totale ed
iniziarono a traballare circa 400 posti di lavoro.
Non ha nemmeno dimenticato il Consiglio Comunale
aperto di venerdì
16 maggio 2008, alle ore 18, nella Palestra di Via Ponte Rocca cui
parteciparono circa 300 persone.
Consiglio durante il quale la parte
industriale rifiuto di presentarsi, con una lettera di scuse subissata di
fischi popolari, e quella politica locale,provinciale,regionale e sindacale
espose, invece, le sue ragioni in difesa dei posti dei lavoratori.
Venerdì 16 maggio 2008, alle ore 18, nella Palestra di Via Ponte Rocca il Consiglio Comunale aperto in difesa dei lavoratori Sorin |
Venne approvata dall'intero Consiglio Comunale una mozione unitaria in difesa dei lavoratori della Cid.
Fu quello il cerino che accese l’attenzione del
mondo politico che conta e tutelò efficacemente i lavoratori di Saluggia
conservando i loro posti e salvaguarando il loro futuro e quello delle loro famiglie.
Che fare allora oggi ?
Sarebbe curioso sapere che cosa ne pensa l'attuale Sindaco di
Saluggia e quali provvedimenti intende assumere per essere portato a conoscenza
dalla parte industriale della reale entità della situazione di crisi.
Quindi sarebbe doveroso comunicarla, magari
tramite il sito internet del Comune, creato dal sottoscritto e dalla sua
Amministrazione, ed appena premiato dalla Bussola della Trasparenza, con un bel
comunicato stampa che rassicuri le famiglie dei lavoratori Cid saluggesi e non.
Sarebbe altresì curioso, sapere che cosa ne pensa la
minoranza consigliare, appena avrà terminato la sua ricerca dei mattoni della
Casa Bodon, se è il caso di convocare un Consiglio Comunale aperto nella Palestra di Via Ponte Rocca, per rassicurare le famiglie dei lavoratori Cid saluggesi e non.
Si potrà così proporre ed approvare una mozione
unitaria di tutte le forze politiche rappresentate nell’Assemblea Saluggese,
come facemmo noi nel 2008, magari alla presenza del management Cid italiano e turco, in
difesa ed a garanzia dei circa 200 posti di lavoro.
Lasciamo le risposte a queste curiose ipotesi a coloro che diventeranno protagonisti oppure, caleranno una menefreghista silenzio, sulla vicenda della Cid.
Auspichiamo comunque che la corsa alla convocazione di un Consiglio
Comunale aperto in difesa dei lavoratori Cid prenda vita è si conretizzi al più presto, visto la precedente esperienza positiva.
Solo un ultima raccomandazione, per evitare un’altra orgia di meriti:
fate le cose per bene e con calma.
Ma fatele.
Le famiglie dei lavoratori Cid
attendono una sacrosanta risposta al più presto.
Ciao alla prossima e chiunque volesse
democraticamente replicare può farlo qui:
marco.pasteris@yahoo.it